[Cinema] Il coraggio di una donna palestinese

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lella84
00domenica 14 dicembre 2008 21:39
E "Il giardino di limoni" è già cult...
Ha conquistato il premio del pubblico all'ultimo Festival di Berlino, ed è passato, tra gli applausi, anche a Torino. Si chiama Il giardino di limoni, è stato scritto e diretto dal regista della Sposa siriana, Eran Riklis, e approda nelle sale una manciata di giorni prima dell'abbuffata nazional-popolare natalizia.

Protagonista assoluta delle pellicola è Salma (Hian Abbass), vedova palestinese che vive in un villaggio della Cisgiordania. La sua vita, però, cambia a causa di un vicino di casa piuttosto ingombrante, ovvero il ministro della Difesa israeliano. Il quale, per motivi di sicurezza, le chiede di abbattere il suo giardino coltivato a limoni, tutti i suoi amati alberi. Lei, però non ci sta. E per difendersi da quello che ritiene un sopruso, portando il caso davanti alla Corte suprema, si affida a un giovane avvocato, Ziad (Ali Suliman).

La battaglia è impari, almeno sulla carta. E a complicare in un certo senso le cose c'è l'attrazione che nasce tra Salma e Ziad: la donna è vedova, è palestinese, e dunque lasciarsi andare ai sentimenti, per giunta verso un uomo che ha meno della sua età, non è assolutamente possibile...

Ma c'è un altro personaggio che finisce per segnare l'esistenza della nostra eroina: Mira (Rona Lipaz-Michael), moglie del ministro, chiusa in un'esistenza dorata ma poco interessante. E tra le due donne, in maniera inattesa, nasce un rapporto di solidarietà, di complicità. Che simboleggia la possibilità di un futuro diverso: per quella Terra eternamente contesa, e per la parte femminile delle popolazioni che la abitano.

"Quando ho finito di girare La sposa siriana - ha dichiarato il regista - ero convinto che il film esprimesse in maniera compiuta quello che mi stava accadendo intorno. Poi però mi sono accorto che c'era ancora qualcosa da dire, e quando mi sono messo a scrivere Il giardino di limoni, ho pensato di dover compiere un ulteriore passo avanti. Nel descrivere tutta la follia del Medio Oriente".

Interpellato poi su se questo possa essere considerato un film "politico", Riklis ha risposto così: "Per me è una definizione superata. Tutto oramai è politico, e qualunque cosa venga pronunciata, fatta o semplicemente pensata ha comunque un impatto politico. Il giardino di limoni non è politico in senso stretto, perché non impone nessun giudizio: parla però di gente intrappolata nei lacci della politica. Spero con questa storia di aver rotto alcuni stereotipi e di aver fornito nuovi spunti per riflettere".

E a proposito di film che spingono lo spettatore alla riflessione, bisogna ricordare che questo fine settimana nei cinema sbarca anche il noir di Gabriele Salvatores Come Dio comanda; mentre per chi cerca evasione in stile hollywoodiano c'è Ultimatum alla Terra.
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