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Subsonica: "L'eclissi" è un album che sfida e ammalia
Questa recensione si potrebbe aprire all'insegna dello slogan: "E la sperimentazione continua". E' uscito il 5° album dei Subsonica e si intitola L'eclissi ma questo sicuramente è già arrivato alle vostre orecchie, che forse avranno inizialmente faticato a familiarizzare con le sonorità dell'album. Questa ostilità, nel mio caso, si è manifestata solo al primo ascolto perché adesso, al 3°/4° giro, mi balla già la testa in quel vorticoso movimento che ricorda tanto l'ondeggiare nevrotico di Boosta e il "passetto" ormai noto di Samuel durante i live.
Indubbiamente questi 10 anni passati dal loro esordio si notano sul volto dei ragazzi di Torino, nonostante l'abbigliamento ancora giovanile e rigorosamente nero, ma ciò che spicca di più è che, ancora una volta, i Subsonica non hanno avuto paura. Hanno realizzato un disco con soluzioni armoniche che si spingono oltre tutto ciò che ha fatto parte dei loro album precedenti, anche se alcuni momenti ricordano il carattere della band, come è giusto che sia.
Si parte subito con la durezza di Veleno, una marcia inerme di chi non può fare a meno di intossicarsi di una presenza, di legarsi, pur sapendo, ad una corda che non riuscirà a sciogliere. Il singolo La glaciazione è un vero riempipista, sin dalle prime note ci si immagina la folla che salta all'unisono nel palazzetto carico fino a scoppiare. Si deve aspettare fino alla sesta traccia Nei nostri luoghi per prendere fiato da un vorticoso e incessante susseguirsi di bpm che, a tratti, sfiora l'atmosfera da rave illegale come ne Il centro della fiamma. Anche Quattrodieci, scritta per l'amica fotografa Caterina Farassino, scomparsa in un incidente stradale, non è una ballata come ci si potrebbe aspettare ma un pezzo ben tirato che esprime il dolore per questa perdita che, come spesso accade, si trasforma in un grido di rabbia.
Un sentimento che si ritrova nel brano successivo Piombo, scritto insieme alla splendida Meg: Torino e Napoli che si incontrano per descrivere una realtà difficile e omaggiare un giovane scrittore come Roberto Saviano che, alla denuncia di questa situazione, sta dedicando la sua vita sottoscorta. Un nuovo ampio respiro lo regala Alibi, traccia 10, la prima in cui si rallenta veramente per poi riaccelerare con Canenero in cui la pesantezza del beat è accompagnata da una tematica forte come quella della pedofilia. Ne lo Stagno riemergono un po' le aperture melodiche e gli strumenti veri e propri: tastiere e chitarre, trattate da L'eclissi come vecchie amiche con cui si esce per ripensare ai tempi andati di Terrestre. Non ci lasciano senza ricordarci che la loro musica è fatta anche di chitarre acustiche per cui però, in questo lavoro, c'è spazio solo nella ghost track.
Subsonica, a differenza di altre band italiane di successo, danno l'idea di essere molto compatti nella lavorazione dei loro album e nonostante i singoli componenti dimostrino evidentemente il loro egocentrismo, riescono a canalizzarlo nei progetti paralleli per poi confluire nuovamente insieme dentro Casasonica quando necessario. Sarà forse anche per questo che ispirano fiducia al pubblico tanto da rendere sold out i loro live ancor prima che il nuovo lavoro esca nei negozi. Così è successo in occasione di quest'ultimo tour in cui, tra l'altro, le loro posizioni sul palco erano tutte sulla stessa riga. Unico caso in cui il concetto di frontband è veramente riuscito.