[Tempio] "Ois..."

Lucrezia Shirokokoro Ciccolella
00martedì 6 dicembre 2016 21:26
Aelirenn - Draugceleb
RIASSUNTO
Effettivamente non si sa quanto tempo sia passato dall'ultima volta, ma l'elfo ritorna a calcare il suolo del tempio e con lui a quanto pare anche Aelirenn accompagnata da una Rois che cerca di seguirla e di proteggerla dal pericolo in tutti i modi possibili. E sul suo cammino, la bimba non può che incontrare Draug, che congeda Rois e da qui, parte un piccolo, forse solitario, forse no, dialogo con la mezza, fino ad arrivare al primo giro a cavallo, al passo, che termina con il pianto e il sottolineare una promessa, o giuramento, fatto tempo addietro.

COMMENTO
Riprendere a giocare Draug dopo un mese di inattività è stato pauroso, non mi sentivo più così elfa dentro XD a parte questo, ma quanto è tenera questa piccola pampina. Si, mi sa che alla fine Inwe mi maledirà l'elfo o chissà cosa XD ma davvero, grazie alla cara Aelirenn, era da un po' che non si ruolava insieme ed è stato bello poter interfacciare l'elfo con la piccoletta. Della serie we're back again, l'ho fatta paventare alla bambina ma mi sa anche alla player, e a scanso di equivoci, ma mi ci vedete ad andare via? Se lo faccio poi chi vi stalkera? Eheheh, quindi davvero, ancora grazie, non vedo l'ora di ruolare di nuovo con la piccola e con te, è troppo bella. [SM=g27821]

REGISTRAZIONE

DRAUGCELEB [tempio] Un sorriso bianco, metà di quello che è il volto del cielo è questo, quello che solca la volta celeste, ammantata di fragili e fulgide stelle. Sembra che siano trascorsi secoli, millenni, da quando ha calcato per l'ultima volta, il suolo di tutto ciò che si trova fuori dalle mura del tempio. E' trascorso troppo tempo, tempo, in cui i cicli lunari si sono alternati, in cui in cielo Orione già fugge dallo scorpione ora dall'altra parte del mondo. Tempesta e nebbia hanno solcato la terra mortale di Barrington, sarebbe stato meglio se così fosse stato anche per l'isola, per lavare via l'immobilità e lo stagnare delle diverse situazioni che a nulla giova, se non ad aumentare la malinconia dei tempi e delle genti. All'interno del tempio, il piede saldo e leggero dell'immortale, attraversa lentamente la navata, con la grazia e l'altezzosità dei primi figli d'Iluvatar. Nella notte, la lucentezza delle stelle copre sapientemente l'elegante ed austera figura, abiti di foggia elfica, lunghi, preziosi, ed un mantello copre appena le spalle. La vita dell'eldar è impreziosita da una cintura in tessuto, i cui lembi, si incrociano sul da vanti in un'unica linea fino ai piedi, e sotto di essa, si trova quella in cuoio, alla quale sono appesi la lunga e il pugnale elfico. Nessuna effigie è presente sul suo corpo, i capelli d'argento, si muovono sulle spalle, quando alza lo sguardo verso i tre simulacri. Non sa quanto tempo sia passato, non lo ricorda secondo la precisione degli umani, ma della propria, l'eldar, sa solo che adesso, ogni cosa permane nella sua immobilità.

AELIRENN [Navata laterale] Gattoni, ora! E la povera balia t'insegue ovunque perchè la mamma si è raccolta in preghiera e ha bisogno di alcune ore di pace. E quindi è la balia che t'insegue, con il fiatone, mentre gattoni e cerca di toglierti da davanti tutti i potenziali pericoli: sedie, tavolini, panche, giochi, vestiti. Tutto! Tu, mentre gattoni, hai la faccina seria seria con la linguetta che esce fuori dalle labbra e il viso tutto arrossato per la fatica che stai compiendo. Dalla cucina vi state spostando, lungo i corridoi, nel luogo di culto della Dea. E' proprio sulla soglia del luogo sacro che ti fermi per osservare con la meraviglia negli occhi il panorama. I finissimi capelli rossi sono stati raccolti in due codette tenute in alto da fili di stoffa ma capellini di varie misure sfuggono all'acconciatura e gli occhietti verdi come quelli della mamma brillano di eccitazione.

DRAUGCELEB [tempio] Come spesso accade ultimamente, la quiete e la pace del luogo, vengono interrotti da uno dei due pargoli del tempio, Aelirenn. La bimba è cresciuta, la vede ogni giorno, ombra silente e fugace tra le ombre. Non gli è difficile seguire il fiatone di Rois, quello della piccola mentre gattona, il suono delle mani che si appoggiano sul suolo del tempio, quello dei suoi vestiti e di quelli della balia. (senso sviluppato) Lo sguardo cangiante, si sposta verso l'origine di tutti quei rumori, di tutti quei respiri, e il viso si distende in un sorriso affilato, mentre con lentezza, il passo si muove verso la piccola e la balia. L'elegante figura, silenziosa come poche, si porterebbe di fronte alla mezza. [Puoi andare, mi occuperò io di lei.] Il tono freddo ed altezzoso, e la luce che proviene dalle spalle, rendono simile a statua di marmo o puro ghiaccio l'alta figura, con le braccia conserte dietro la schiena, e mentre aspetta che la balia vada via, ecco che si rivolge con lo sguardo alla bambina, ha fatto davvero tanti progressi. [Mae govannen Aelirenn. Lle anta amin tu? (Ben trovata Aelirenn. Hai bisogno di aiuto?)] Lo sguardo glaciale si ammorbidisce, sapendo che la bambina non lo comprende probabilmente ma forse, le insegnerà la lingua di quella parte immortale che le scorre nelle vene.

AELIRENN [Navata laterale] Vorresti ricominciare a gattonare, per raggiungere la grande navata centrale ma la voce di Draugceleb t'incuriosisce e alla fine rimani ferma per sollevare il capo in direzione dell'Elfo. Gli sorridi e sposti lo sguardo sulla balia, Rois, che s'inchina e se ne va. La osservi mentre va via, probabilmente grata all'elfo per questi attimi di risposo, e poi riporti lo sguardo sul cavaliere. Ti siedi sul pavimento, stando bella dritta sulla schiena e sollevi il braccio sinistro per indicare il punto in cui è sparita Rois. [Ois!] Dici. Il tono di voce è lamentoso, forse un po' costernato. Ti piaceva far sudare la povera balia, vero Elirenza? E il braccino rimane sospeso in aria.

DRAUGCELEB [tempio] Annuisce alla bambina, e si avvicina, ha cominciato a parlare, la crescita veloce dei bimbi sull'isola è qualcosa di semplicemente straordinario. Il passo leggero, fa incombere l'alta figura sulla bambina, che osserva, così giovane e così indifesa. [Ha bisogno di riposo, presto il peso degli anni si fa greve sul suo corpo di mortale e la tua forza di giovane mezza non riesce ad essere tenuta a bada da lei.] Parla, spiega, perchè in ogni caso Aelirenn è un essere senziente, con una coscienza viva e forte, e nonostante sia una elfa per metà, in ogni caso, ha anche lei quella capacità di invecchiare più velocemente con la coscienza più che con il fisico. Scioglie la presa delle braccia e si chinerebbe verso la piccola tendendo le braccia, così, la prenderebbe in braccio e si dirigerebbe verso l’esterno del tempio, nei giardini, dove l’aria è più lieve di quanto non lo sia all’interno. [Stai crescendo in fretta piccolina, presto andrò via.] Ed in effetti, molto è nascosto in queste parole, si sente lontano da molte cose, forse da troppe, forse anche dalla magione, forse anche dall’isola stessa. Mai come ora, il desiderio del mare prende posto nel suo cuore e si fa necessità pressante e presente. I passi si dirigono verso le stalle, Morgor è lì da troppo tempo, e ricorda quando lo comprò, e si domanda cosa sia successo dall’altra parte del lago.

AELIRENN [Giardini esterni] Non replichi quando ascolti le parole dell'elfo. D'altra parte cosa potresti dire? Ah sì! Forse [Ois!], sì. Di nuovo. Ma Rois ormai è andata via, lasciando un corridoio vuoto e un secondo prima stai guardando il corridoio e un secondo dopo sei salita ai piani alti, tra le braccia dell'elfo che di troverà particolarmente sudata per la scampagnata appena compiuta. Inizialmente te ne stai quieta tra le braccia del cavaliere, adattandoti bene alla sua presa ormai familiare. Dopo, però, quando realizzi che non stai più gattonando cominci ad agitarti con le zampette, perchè vuoi scendere, e cominci anche a frignare. Mi piacere credere che sia un segno di protesta per le ultime parole dell'elfo che ti porta in giardino. Il cambiamento di aria ti rende di nuovo quieta. Dove stiamo andando, ora?

DRAUGCELEB [tempio] Aelirenn diventa ogni giorno più pesante, sta crescendo, sta prendendo le fattezza di una mezza adulta, ma l'eldar andrà via, perchè comunque, aveva promesso di prendersi cura e di sorvegliare i due bambini, fino a quando non avessero raggiunto una certa età, e quel traguardo comincia ad essere sempre più vicino, sempre più reale. La culla tra le braccia, così che si calmi, che non strepiti troppo, e chiude gli occhi spostando il capo sulla sinistra, tenerla così vicino non è che un problema per il suo udito. (malus) Tuttavia, si calma e arrivati nei pressi delle stalle, trova la mente del frisone, calma e placida, ma che si inerpica su pensieri ben più veloci e agitati quando sente la coscienza dell'eldar. (sussurro di Manwe) Morgor segue le sue indicazioni ed esce dalla stalla per raggiungerli in giardino. Sbuffa, scalpita raspando il terreno con la zampa anteriore destra. L'immortale alza la destra per posarla sul muso vellutato del potente animale, calmarlo. [Aelirenn, Morgor. Morgor, Aelirenn.] Il muso del frisone si muove verso il corpo della bambina a sfiorarlo appena, il fiato caldo, esce dalle narici, riscalda l'aria e poi si posa sul piccolo viso per ritrarsi, forse spaventato o forse no, ma, in realtà, lui che non si lascia avvicinare da nessuno, nitrisce infastidito da quell'incontro, è troppo piccola per un gigante nero di questa altezza. L'elfo ride, leggermente, e ringrazia l'amico con una pacca sul collo. [Hai ancora molto da imparare mezzelfa, sali sulla groppa di un cavallo, e sfiora il vento.]

AELIRENN [Giardino esterno] Eh si, ti calmi. Tu non sembri avere problemi con il tuo udito, almeno per il momento. Ma sei piiiiicola. Tutto è scusato ai bambini, no? Anche se hanno le orecchie a punta! Adesso state per esplorare un luogo mai visto prima: la stalla. Ovviamente non sai che si chiama stalla, mi sembra ovvio. Dall'edificio esce fuori un affare piuttosto grande che cammina come te e quindi su quattro zampe. Parla ancora Draug e ti presenta all'animale. Con gli occhioni spalancati per la sorpresa osservi il cavallo e poi allunghi timidamente un ditino, spostando lo sguardo sull'elfo e te ne esci con un solette [Uh?] come a voler cercare spiegazioni. L'aria calda t'investe il viso e subito riporti la tua attenzione sul cavallo che si è avvicinato di soppiatto. Ritiri subito la manina e ti accucci tra le braccia dell'elfo, nascondendo il viso sulla sua spalla. Paura Elirena? Ti soppiatto, malgrato da posa spaventata, osservi però il cavallo. E' il temibile misto di curiosità e paura di chi si affaccia per la prima volta nel mondo!

DRAUGCELEB [giardino] Osserva l'immortale la piccola intenta a comprendere, a curiosare la figura di Morgor, da molto tempo non esce a fare esercizio, il che non è la migliore delle cose, ma c'è tempo, il tempo per gli eldar, è qualcosa che mai manca dopotutto. L'eldar, non è abituato al contatto fisico, non con gli adulti, specie con i bambini, e rimane rigido quando Aelirenn gli si accuccia conto, quando si nasconde sulla sua spalla, e dopo alcuni, primi istanti di incertezza, l'eterno poggia la destra sul capo della bambina. [Edro hin le, tiro na nin. (Apri gli occhi, guardami.] La voce dalle note melodiose, riempie l'aria, con calma, profonda quiete anche nelle corde vocali che ne rendono tale il timbro, mentre la accarezza. [Non avere paura, è solo un possente figlio del vento e della terra.] Quasi sussurri, consapevole che può sentirlo, vista la sua componente di immortale. Si sposterebbe dando 1/3 del fianco destro al frisone, che nitrisce e mostra i denti , e ad un cenno dell'elfo si sposta di fronte a loro, con i fianchi che si alzano e si abbassano per il respirare, segno che è una delle poche cose rimaste in vita sull'isola. L'eldar posa la destra sul fianco dell'animale, e la invita a fare lo stesso. [Avanti, non è cattivo.] Il capo dell'elfo è piegato sul petto, e sulla destra, così da cercare gli occhi di questa piccola coscienza che ha in braccio e rassicurarla.

AELIRENN [Giardino esterno] La visuale cambia e le parole dell'elfo, anche se non le comprendi del tutto, ti spingono a guardarlo e poi a spostare di nuovo il tuo interesse sull'animale. L'elfo allunga la mano e tocca il manto del fianco del cavallo. Tu osservi la mano, poi l'elfo e poi di nuovo il cavallo. Incertezza e timore. Dopo diversi istanti (secondi? minuti?) alla fine ti decidi e timidamente allunghi il braccino sinistro fino a sfiorare con le mani il manto scuro del frisone. Subito, dopo il contatto, allontani la manina ma è più per timore che per altro e infatti, subito dopo, ritorni a toccare il manto caldo e peloso del cavallo, trovando anche il coraggio di spostare delicatamente la mano lungo una piccola porzione di manto. Sei diventata audace e ora sorridi apertamente, mettendo in mostra le fossette. Lo sguardo verde come gli smeraldi si sposta sull'elfo. Hai visto come sono brava? Sembri chiedergli!

DRAUGCELEB [giardino] Lascia che si prenda il suo tempo per decidere, per fare quel salto nel vuoto che alle volte si chiama pazzia, alle volte coraggio, altre semplicemente, fiducia. E pian piano, la mezza accarezza il fianco del frisone, e al sorriso, le labbra segnate dalle cicatrici si distendono in un lieve sorriso, che mostra parte dei denti bianchi. Forse è presto, forse no perchè c'è lui, ma probabilmente Inwe non sarebbe completamente d'accordo, eppure sta crescendo in fretta e decide di tentare. [Appena sarai più grande, potrai montare da sola.] La mente si insinua ancora nella coscienza del frisone, un semplice comando, o meglio, una semplice richiesta, che trova lo sbuffare dell'animale ma anche la sua complicità, perchè piega la zampa anteriore destra, stendendo quella sinistra e portando l'intero corpo giù, a poggiare sui primi due arti. (sussurro di Manwe) Con un facile ed ampio gesto della gamba rotatorio da sx verso dx, l'eldar monta sulla groppa del compagno, che in seguito si rimette dritto e saldo sulle zampe anteriori. Fa spazio sulla groppa per poggiare davanti a se la bambina, e Morgor comincia a muovere qualche timido passo di fronte a se. [Pronta?] Domanda, ma ancora non si azzarda a conoscere il suo pensiero con la mente, troppo potente ed antica la propria per toccare quella giovane della bambina.

AELIRENN [Giardino estero] Quando il cavallo comincia a muoversi la manina si stacca dal suo fianco, ritraendosi con uno scatto fulmineo. Osservi i movimenti del cavallo, tutta interessata e non ti accorgi delle intenzioni suicide dell'elfo se non quando ormai è troppo tardi e ti ritrovi seduta davanti a lui in groppa al destriero. Papà Draug, te lo dico, mamma Inwe non sarebbe per niente d'accordo con quanto sta accadendo in questo momento. Invece tu, Elirena, al momento mi sembri piuttosto interessata alla nuova postazione, per nulla timorosa come invece è accaduto prima. Ruoti il corpicino per osservare prima l'elfo, muovi le zampette per manifestare un certo grado di entusiarmi e afferri quel che puoi dalla criniera del destriero. Ti sono sempre piaciuti i capelli d'altra parte! E l'elfo lo sa bene. T'immobilizzi, però, quando l'animale si muove. Oh oh. E ora che succede? Trattieni il fiato, diventando tutta rossa.

DRAUGCELEB [giardino] L'eldar è attento, le mani trattengono dalla vita la bambina, vicino a se, così che non corra nessun rischio, nessuno più del dovuto, perchè Morgor sa bene cosa deve fare adesso, e cosa invece no, ed è stato addestrato alla guerra e ad essere calmo. Quando Aelirenn afferra la criniera dell'animale, il frisone nitrisce sorpreso e infastidito, spostandosi sulla sinistra, ma l'eterno risponde stringendo la gamba destra leggermente sul fianco relativo. Controlla sempre la mezza, si china su di lei,e le mani sul torso della piccola cercano di rassicurarla. [Avo bresto. (Non preoccuparti)] Le gambe si stringono sui fianchi, e presto Morgor comincia a percorrere lo spazio del giardino nella sua interezza, al passo, tranquillo e placido, mentre intanto, l'eldar cerca di far assecondare anche al corpicino della piccola, il movimento del frisone. Non ha bisogno di redini per rimanere in equilibrio, l'eterno è saldo sulle gambe, nei movimenti, e ciò non è che retaggio della propria stirpe. (agilità +4) Il suono degli zoccoli sul prato, riempie l'aria, ed anche una canzone elfica, che l'eldar, sente di dover cantare in questo momento. Una canzone che parla delle navi, dei bianchi cigni che attendono gli elfi ai porti per Aman, dei due alberi distrutti da Melkor, e delle grandi e belle caverne dei signori elfici e delle loro gesta. Ricordi che riaffiorano, per alcuni istanti.

AELIRENN [Giardini esterni] Grazie alla vicinanza dell'elfo e ai movimenti ritmici del destriero, alla fine ti calmi anche tu e il corpicino si rilassa tra le braccia del tuo tutore momentaneo. Osservi ora la criniera scura del cavallo, ora il paesaggio che muta e cambia in base alle direzioni prese da Morgor. Anche tu, come Draugceleb, possiedi un certo grado di agilità e riesci ad assecondare, nel tuo piccolo, i movimenti del cavallo con una naturalezza che quasi ci spaventa [Agilità liv1]. Chissà che proprio questo non sia l'inizio di un rapporto di amore tra te e i destrieri? La Sacerdotessa cavallerizza. Perchè questo sarai, Eilis, una Sacerdotessa. Cominici a goderti questo momento familiare e di scoperta e batti le mani per far capire anche all'elfo e al cavallo che stai apprezzando il giretto. [oa, oa!] Come a dire: ancora, ancora!! Non che si capisca, per carità!

RAUGCELEB [giardino] [Figlia del re cervo, figlia di Inwe, ma anche figlia degli eterni.] Aelirenn è anche questo, ma è anche figlia di un dio, strane le situazioni, ha ricevuto una benedizione da quel dio, sebbene a lui non sia fedele, perchè un eldar sempre sarà grato a Manwe o Iluvatar, ma forse, è proprio perchè dei due frutti di quella notte lui sarebbe stato custode, che gli era stata data. Il tempio è meno freddo, meno solitario della magione, eppure lo è allo stesso tempo e per diversi motivi, se non ci fosse la presenza dei due piccoli che ricorda, come anche un piccolo stelo d'erba, possa essere il preludio per una vigorosa primavera. Una lieve carezza sulla testa, questo, concede l'eldar nel vederla così contenta, così felice, quel tanto da rallegrargli il cuore e renderlo più leggero rispetto ai cupi pensieri che vi hanno abitato negli ultimi tempi. Adesso è ancora piccola certo, ma sembra che non abbia troppa paura di Morgor, il che è un buon segno. [Se tua madre ti vedesse, forse non sarebbe contenta quanto lo sei tu ora.] Una risata sfugge dalle labbra segnate dell'immortale, ma presto ritorna calmo il viso, segnato appena da un sorriso appena marcato. La canzone presto finisce, e intanto il giro continua, Morgor cambia passo, e manca per qualche secondo di incontrare il suolo, un piccolo sobbalzo, che dura ben pochi secondi. [Il mondo cambia da quassù, non è forse vero?]

AELIRENN [Giardini esterni] Eh si, anche il Tempio sarebbe silenzioso se non ci fossero le due piccole pesti a rallegrare l'atmosfera a dar da fare agli abitanti della struttura. C'è stato un tempo in cui le Sacerdotesse erano così tante da dover utilizzare le stanze degli ospiti per poterle alloggiare tutte. Ora, invece, sono figure solitarie e spesso è il silenzio a regnare sovrano nella struttura. Questo prima di Elirena, comunque, e prima di Aiden. Se il maschietto dorme e mangia come tutti gli umani, Aelirenn decisamente non dorme, com'è consuetudine degli eterni. Ti eri abituata all'andatura tranquilla, quindi dopo lo zompetto del cavallo che ti fa arrivare il cuore in gola rimani per un secondo interdetta, con il fiato che ti manca e gli occhi spalancati. E da questo momento in poi saranno solo lacrime, caro Draugceleb! Abbiamo osato troppo questa volta!

DRAUGCELEB [giardino] Aelirenn piange, e lui la osserva, tranquillo, gli da fastidio alle orecchie il pianto, ma in ogni caso, le gambe si staccano dai fianchi dell'animale che dopo ancora qualche passo si ferma, tranquillo. L'eterno la prende in braccio e la gira verso di se, asciugando quelle lacrime con i pollici, tenendo il viso tra le mani per tornare subito sul corpo così che non capitomboli giù. La terrebbe tra le braccia, e la destra si porta dietro la nuca, mentre per la prima volta, la coscienza dell'eldar, si ritrova a lambire i contorni sfumati di quella più piccola. Con tranquillità e calma, la circonda, le infonde una sensazione di calore, pace e tranquillità, non paragonabile a quella del grembo materno, ma certamente molto vicina. Leggere parole, dal tono caldo e profondo, fanno appena capolino nella mente della bambina, per non toccarla troppo, per lasciarla lieve e serena. [Sono qui al tempio per proteggerti piccola. Fin quando ci sarò io, niente potrà farti del male. Hai la parola di un eldar, la mia e mai verrò meno a ciò che ho promesso a tua madre.] (sussurro di Manwe) Rimane ancora legato a quella mente, ad aspettare che si calmi, che si senta sicura, perchè un eterno mai viene meno alla parola data, non è un umano, e il corpo è per loro come il cristallo per i silmaril, il custode della fiamma imperitura delle loro coscienze, fedeli e sincere.
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