Affollamento al Tor

Erranhe
00lunedì 31 ottobre 2016 17:49
Elysiane, Spartan, Nephe
Riassunto

Elysiane, Spartan, Nephe e Kallagh si ritrovano al Sacro Tor e fanno conoscenza. La prima dopo qualche turno deve andare ed i due restano a parlare e fare le prime chiacchiere.
Si scopre che l'uomo era una guardia reale e racconta alla donna com'era Avalon molto tempo addietro, mostrandola anche attraverso la pietra dei ricordi di lei.

Commento

Role molto carina per riprendere a giocare, e che ha dato molti spunti. Grazie ad entrambi per la buona compagnia!

ROLE

ELYSIANE [ . Cima Tor . ] Ha lasciato suo figlio nelle amorevoli e sicure mani dell’inserviente, spogliandosi indi delle vesti di madre e di Dama del Lago per dedicarsi alla sua forma fisica: durante la gravidanza, la guerriera ha visto il suo corpo ammorbidirsi ed i muscoli che s’era guadagnata con immensa fatica hanno lasciato il posto al ventre che le ha poi donato Aiden. Ecco spiegato il motivo per cui la ventunenne ha indossato una camicia ampia e dalle fattezze maschili ed un paio di calzoni di pelle e s’è diretta su per il sentiero che conduce alla cima del sacro monte; fissata dietro la schiena ha la faretra colma di dardi, mentre la mancina ghermisce l’arco lungo con cui spera di acciuffare la cena da servire alle sue Cosorelle; i capelli castani sono raccolti in una moltitudine di trecce che divino esattamente a metà il capo rasato e decorato con dipinti di simboli sacri. [ // es. s-media-cache-ak0.pinimg.com/originals/33/4a/ed/334aed994102d93ee07b690799cd... ] Le maniche della camicia sono per comodità arrotolate sino agli avambracci, mostrando i tatuaggi dei serpenti che vanno dal polso al gomito; il Medaglione del Drago oscilla attorno al suo niveo collo ad ogni passo e si arresta solo quando la fanciulla ha raggiunto la sommità del Tor.

SPARTAN [Crinale- cima] Limpida e tiepida è la giornata che dolcemente avvolge l’incantata isola di Avalon, tutto è sereno sulla sponda del lago mentre il sole compie il suo ciclico percorso astrale. La cima del tor se ne sta li muta e inerte ad osservar, quasi come un ospite meditabondo, le vite degli Avalonesi affaccendati nei propri affari. Sul crinale sinistro or avanza la figura del mediterraneo, un leggero manto damascato color cremisi gli copre le spalle mentre sotto di esso indossa una semplice camicia di lino bianco che discende fin dentro i calzari, anch’essi di lino, ma neri come la notte. Una cintura argentea adorna la vita del Septim, celando il prezioso pugnale d’acciaio brunito da cui egli non si separa mai. Le verdi iridi attente si guardano attorno, accompagnando il celer passo che si dirige fermo e marziale verso la cima. Lunghi anni son trascorsi dall’ultima volta che venne in quel luogo e miriadi di cose son cambiate. Alcune, forse, in peggio.

ELYSIANE [ . Cima Tor . ] Non si avvede di altri presenti, perciò sorride fra sé, gustandosi l’idea di un pomeriggio in santa pace lontano da ogni responsabilità derivante dal suo status. Con le gote ancora chiazzate di rosso per la scarpinata, posa l’arco a terra e vi si siede accanto a gambe incrociate, premendo la schiena contro la superficie ruvida di uno dei menhir. Sovrappensiero, getta uno sguardo in direzione del Cerchio di rocce che ha ospitato centinaia di riti in questi anni, indi con un sospiro allontana la tensione. Non appena le palpebre calano sulle iridi, immagini sfocate di ricordi riaffiorano dalla memoria e premono per farsi spazio nell’occhio della mente: la dipartita della maggior parte delle sue Sorelle, la nascita del suo bambino e gli incontri politici che l’attendono a Barrington le fanno una muta compagnia, sentimento che la giovane preferirebbe riempire in altro modo.

SPARTAN [Cima] Avanza ancora l’erede degli Ottavion, avanza mentre la mente corre indietro nel tempo ripensando alle numerose ronde condotte in quei luoghi quando era un soldato dell’armata. Ricorda con nitidezza la regina Nymeria, che sovente accompagnava in qualità di scorta reale nelle sue visite quotidiane al Tor ed al Tempio. Quanto orgoglio, dignità, fierezza aveva dimostrato il leone del sud servendo e vegliando incessantemente sull’incolumità della casata reale, una figura sempre presente ma mai invadente. Disposto all’estremo sacrificio pur di preservare l’ordine e la giustizia. Ritornerebbe ora al presente mentre le iridi si soffermeranno sui monoliti sacri della montagna. Non li ricordava così grandi e imponenti e ne ammira le ombre che giganteggiano or sul terreno. Il passo, dunque, s’arresterebbe notando a breve distanza una presenza che non aveva previsto. Essa se ne sta seduta con la schiena contro un masso, evidentemente non s’è accorta della presenza del mediterraneo che rimane ancora qualche istante immobile nella speranza di non spaventarla. Manca da troppi anni da quelle terre e sa bene che ogni “straniero” spesso non è ben visto dagli abitanti dell’isola.

NEPHE [Foresta > Tor] Sono passate molte lune dalla tua ultima passeggiata. Ronde, servizi, lavori e scartoffie, così tante scartoffie che ti è venuto male alla testa. Basta, era ora di uscire all'aria aperta, e quale luogo avresti scelto se non la foresta? L'hai attraversata tagliando per la montagna dalla fortezza dei Guardiani fino su in cima, al Sacro Tor. Senti già il brivido che ti donano i dolmen, quella sensazione di immensità e sacralità. Kallagh è rimasto indietro, ma sei certa che prima o poi te lo ritroverai alle tue spalle, come sempre. Dopo settimane hai tolto la divisa ed hai indossato abiti comodi, abiti per le escursioni, per salire sugli alberi e poter maneggiare una spada. Non che tu ne abbia con te quest'oggi. Una camicia bianca che lascia intravedere il tatuaggio che hai sulla schiena, con le maniche arrotolate ai gomiti e qualche bottone aperto che lascia intravedere il petto, ed il medaglione d'oro che porti al collo, rappresentante un teschio con due ossa incrociate sotto. (//v. inventario) Calzoni aderenti color legno, stivali alti, ed un cinturone scuro che ti avvolge la vita, con una piccola sacca contenente una pietra molto particolare. Giungeresti al Tor e, non saresti sola. Vedi un ombra seduta a pochi metri da te e nello stesso momento un uomo che si avvicina anch'esso cercando la tranquillità del luogo. Affollato. Pensi fra te e te, mentre i lunghi capelli color paglia mossi dal vento ti si infrangono sul viso, e sorridi, piacevolmente coccolata da quella brezza. [Sid et Justitia...] Il tono è gentile, caldo. Infondo, ti fa piacere, non vedi gente da settimane.

ELYSIANE [ . Cima Tor . ] La Stella tatuata al centro della nivea fronte si tinge di cremisi, lodando il Meriggio che altro non è che il momento di Cerridwen. Il volto Guerriero e Giudice della Dea osserva silente i presenti insinuandosi nei soffi di vento che scuotono le chiome degli alberi e calandosi sulle teste delle tre sagome attraverso i raggi dorati del diurno astro. Proprio la luce emanata da quest’ultimo permette alla Dama del Lago di scorgere l’imago d’una donna bionda appropinquarsi nella sua direzione: pare essere una sconosciuta, eppure il saluto adoperato da ella non è nuovo all’oto della ragazza. Una Guardiana, dunque. [ Rispectae Aveas ] Il dire delle Sacerdotesse pregna ora l’aere, rivolto involontariamente anche all’uomo in procinto d’avvicinarsi, una sagoma che la Romana non aveva notato poc’anzi. Non le pare di essere in pericolo, ragion per cui non sfiora con le dita affusolate l’arco e le frecce adagiati accanto ai suoi piedi e si limita a rivolgersi ai nuovi giunti con tono cordiale. [ Non solo l’unica ad aver approfittato di una giornata così bella, a quanto pare! ]

SPARTAN [Cima] La mente che torna indietro nel tempo facilmente distoglie gli umani dal presente e dagli ambienti che li circondano. Proprio a causa di ciò l’ex scorta reale non aveva scorto l’arrivo di una terza persona. Una giovane donna dai biondi capelli e dai lineamenti piacenti che si soffermerà ad osservare alla ricerca di un qualche indizio che possa rivelargli qualcosa in più sul suo conto. Ma le capacità cognitive del mediterraneo non faranno in tempo a formulare un giudizio poiché essa, precedendole, si presenterà agli astanti con il saluto della congrega dei guardiani. Il tono è cordiale, a tratti caloroso, quasi fosse contenta di trovar compagnia. Di rimando, un'altra voce s’alza. E’ quella della donna seduta che reca con se arco e frecce, la quale ricambia al saluto dei guardiani con quello delle sacerdotesse del tempio. Nessuna parola verrà ancor proferita dal biondo messere che avanzerà ancora qualche passo in direzione delle due dame, quindi quando sarà giunto a pochi passi da loro dischiuderà le sottili labbra everbiando [Sid vobis, signore. Che siate Guardiane o Sacerdotesse. Spartan Septim Ottavion vi porge i suoi saluti] così conclude, accompagnando un lieve inchino del capo in segno di rispetto (Stoicismo liv1)

NEPHE [Cima Tor] Sorride piacevolmente fermando il passo al limitare del cerchio di Menhir. Osservi dapprima la donna, sorridendo al suo dire, e dopo lui. Ti soffermi su di lui che più ti incuriosisce. Inclini appena la nuca di lato, come farebbe Kallagh e poi mentre si avvia verso di voi soffermi lo sguardo sulle iridi d'egli. Conosce le vostre appartenenze, ma lui, non pare averne alcuna al momento. Oppure, semplicemente, come te a volte, non la mostra. Ti avvi con passi lenti e con il viso verso gli ultimi raggi di sole verso lo strapiombo che da sulla vallata. Una volta giunta a poco più di un metro, ti volteresti di 90 gradi, dando il lato sx alla valle, ed il lato dx ai due per poi dire [Non ricordavo che questo posto fosse così affollato, ma è sempre un piacere fare nuove conoscenze] una breve pausa, ed ancora diresti [Io sono Nephe e..] e con la coda dell'occhio vedresti galoppare quell'ammasso di pelo verso di te [Lui è Kallagh] e non faresti in tempo a dire il suo nome che con evidenza ti si illuminerebbe il viso, felice della sua presenza qui. Kallagh è un grande canide bianco, con il muso schiacciato e le orecchie a triangolo che cadono ai lati della nuca. Scodinzola e si avvicina a te, fermandosi, con la nuca sotto la tua mano. Avrebbe sentito pericolo, se ce ne fosse stato. Pochi attimi, e si volterebbe verso la donna, seduta, alla sua altezza dunque. La guarda, ed attende, che ella le dia segnale, che le dia il permesso, di salutarla. Con gli uomini, ahimè, è un pò più restio.

ELYSIANE [ . > Sentiero . ] [ Kallagh, vieni qui! ] Lo chiama con voce dolce, cordiale, attendendosi che l’animale trotti affabilmente nella sua direzione. Se così fosse, tenterebbe di accarezzarne il capo peloso e gli sorriderebbe. [ Un bell’animale! ] Proferirebbe in ogni caso in direzione di Nephe. Quest’ultima si presenta, manifestando la correttezza delle supposizioni della Romana: dunque, la giovane è una Guardiana. Anche l’uomo si introduce senza timidezza alcuna, tuttavia il suo nome non par essere familiare. [ Conoscete la mia Congrega, a quanto vedo. Io sono Elysiane Priscilla Granger, Somma Stella del Tempio. ] Mostra il suo titolo senza vantarsene, stringendosi nelle spalle come se fosse un nonnulla. Dopo di che, gli occhi intercettano il calare del sole e dalle labbra rosate fuoriesce un sospiro. [ Vogliate scusarmi, ma mi devo congedare. Per qualsiasi necessità o curiosità, Vi prego di raggiugermi al Tempio. La ea Vi benedica! ] Una madre non può stare per troppo tempo lontana da suo figlio, nemmeno se quest’ultimo è nelle mani di una serva eccezionale. Con movenze agili, la ventunenne acciuffa i suoi averi e si prepara ad imboccare il sentiero al contrario, contando di arrivare nei pressi delle sacre mura per l’ora di cena. [ / exit ]

SPARTAN [Clima] Era già numerosa la compagnia, ma adesso s’allarga ancora di più alla presenza di un nuovo ospite. Evidentemente il cagnolone seguiva da lontano la sua padrona e ora che ella s’era fermata anch’esso aveva fatto la sua comparsa magari curioso di conoscer gli astanti e la loro indole. Dal canto suo, il mediterraneo, aveva sempre amato gli animali e in particolar modo cani e cavalli. Un lieve sorriso si aprirebbe adesso sul volto dell’ex scorta reale che successivamente esclamerebbe all’indirizzo del canide [Piacere Messer Kallagh. Cosa la porta in questo loco?! Non riesce a ritrovare l’osso che ha sotterrato?]. Continuerebbe a sorridere riportando le iridi sulla guardiana quasi a cercane una complicità. Ascolterebbe dunque le parole della somma sacerdotessa e con l’ennesimo cenno del capo proferirebbe in sua direzione [E’ un piacere fare la vostra conoscenza, sono certo che ci rincontreremo. Sid]. Ciò detto, volterebbe ancora una volta il capo in direzione della guardiana, tornando a parlare [ A quanto pare questo luogo è rimasto affollato giusto il tempo per presentarci.] Sorride ancora il mediterraneo in attesa dell’altrui dire.

NEPHE [Cima Tor] Kallagh andrebbe a salutare la Sacerdotessa, dunque, è questa la nuova Somma Stella, pensi fra te e te. Tu, ricordi ancora quando le sacerdotesse erano guidate da Arshal, ed ancora dalla sacerdotessa prima di lei. [A presto milady!] Esclami, mentre la donna raccoglie arco e frecce e ritorna sui suoi passi. Restate in due, anzi in tre. Gli ultimi raggi di sole colorano il cielo che diventa come una tela appena dipinta, piena di luci e sfumature meravigliose. Le nuvole poi, prendono forme e colori che ti trasmettono una sensazione di pace e benessere. Hai fatto bene a venire qui. Ti volti dando il fronte verso Spartan, che subito darebbe confidenza a Kall. Ridi, piacevolmente colpita dal suo dire. [Rispondi dai] sussurri all'oro del cane che ti risponde con un bel bau! Si ferma dinnanzi a te e si siede, ma scodinzola, e guarda l'uomo senza mai lasciare lo sguardo, attento ad ogni suo movimento. [Hai di nuovo riempito il cortile di buche Kall? Lo sai che poi il Comandante ci farà pulire le latrine!] dici, ridendo mentre parli con il cane. Forse ti prenderà per matta l'uomo, ma tu sei fatta così. Poi, ti rivolgeresti a lui [Volete farci compagnia? Giusto il tempo di presentarci per bene] dici, ribadendo le sue parole, per poi gettarti letteralmente sull'erba, con i piedi verso la vallata e le dita che sprofondano sulla terra, una sensazione unica. Lo guardi mentre i capelli cadono sull'erba umida, come a dire, quindi? Ormai che siamo qua...

SPARTAN [Cima] Divertito e sorridente il siculo segue le mosse del bianco cagnolone mentre alle orecchie giunge un potente bau proporzionato alla taglia e alla stazza di chi lo emette. “sono incorreggibili questi pelosi” pensa tra sé intanto che l’attenzione vien prestata alla donna ascoltando le sue parole. Gli si avvicinerebbe di un passo, con la mano destra protesa in direzione del canide cosi da rassicurarlo che non nuocerebbe mai alla vita della sua padrona. A breve distanza osserverebbe la femminea figura distesa in terra per poi proferir parola [Solo un folle rifiuterebbe l’invito di una così bella e gentile creatura come voi, milady] sorride galante ma senza esagerare [Dunque, amate il contatto con la natura ma siete una guardiana di Avalon. Curioso. Un tempo i guardiani venivano scelti brutti e amanti di mura e bastioni. Forse per prevenire scappatelle e scampagnate all’aria aperta] ciò detto scoppierebbe una sonora risata non riuscendo a trattenere il suo carattere profondamente ironico (stoicismo liv1)

NEPHE [Cima Tor] Kallagh darebbe una bella leccata alle estremità delle dita dell'uomo per poi andare a sdraiasi accanto alla sua amica. E' un fratello, un amico, è ciò di più caro e lo proteggerai sempre. Quando lo guardi vedi il cucciolo e non l'orso... Ridi di cuore alle parole di Spartan, erano secoli che non eri a contatto con la gente, e di sicuro i tuoi colleghi non sono così galanti. [Vi ringrazio ma chiamatemi solo Nephe] replica, non le piacciono i fronzoli, non le piace quel milady, le sà di donnetta da difendere, delicata come un ramoscello, e lei, è tutt'altro. Ridi ancora, [Ma sono tutti così gli altri ahah] faresti una pausa pensando ad alcuni di loro, con i peli che escono pure dal naso! [Alcuni fanno paura solo a guardarsi... oramai il mio Comandante ha perso le speranze, sa che amo stare più fuori che dentro le mura... ] e subito dopo chiederesti lui... [avete mai ascoltato il suono della terra?] e ti sdrai completamente, poggiando l'orecchio sul terriccio. Sospiri, inspiri, il petto si gonfia ed i polmoni si riempiono d'aria che dopo qualche attimo butti fuori, scostando qualche filo d'erba. [Da quel che dite, sembra che siate già stato qui... o mi sbaglio?] chiedi, con fare gentile, per poi tornare a pancia in su, guardando il cielo. Forse sembrerai folle, ma è così tanto tempo che non guardi il cielo, e che non lo condividi con qualcuno.

SPARTAN [Cima] Quante parole servono per dimenticare? Troppe o troppo poche, purché siano parole di un nostro simile. Simile non nella razza, o non solo nella razza, ma nel modo di pensare, di agire e di ridere. E così accade al mediterraneo, che dimentica per il momento le sofferte scelte che lo hanno ricondotto ad Avalon. Dimentica la guerra perduta, la gogna pubblica e l’esilio. Tutto per aver tentato di salvare la sua gente dalla follia di un tiranno. Adesso le terre del sud sembrano così lontane e remote mentre avvertirà distintamente l’affettuosa lingua umida di Kallagh sfiorargli le dita. Successivamente fletterà le gambe e piano andrà ad incrociarle sedendosi accanto alla donna, l’orecchio è prestato al suo favellare e una volta che ella avrà concluso prenderà a rispondere con tono calmo e disteso [Francamente] breve pausa [L’ultima volta che ascoltai il suono della terra fu a 16 anni, quando caddi rovinosamente da cavallo e mi feci talmente tanto male da non riuscire ad alzarmi per mezza giornata] un tiepido sorrise si aprirà sul volto dell’uomo, continua raccogliendo l’invito [ Non sbagli, Nephe. Ho trascorso molti anni in queste terre e posso affermare che questa è la mia seconda casa. Una casa che, come te, ho difeso e custodito dagli attacchi esterni. Da Barrightoniani, Asgardiani, Caotici e malvagi di ogni sorta] si fermerebbe dunque, quasi a non voler tediare la donna con le storie del suo passato.

NEPHE [Cima Tor] Ascolti il dire dell'uomo, entusiasta quasi seppur nelle sue parole traspare una sorta di inquietudine. Sollevi di scatto il busto e raccogliendo nella tua cinta il rubino rosso andresti a cercare la mano di lui dicendo semplicemente [Mostramelo]. Una cosa che hai solo tu, e che, nessun altro potrà mai avere. Un dono da una creatura magica. Ora si che gli sembrerai una folle. Kallagh si muove un pò cercando le tue coccole, ed allora allungheresti lo sguardo verso di lui, con immenso amore. [Toccala] lo inciti, e ripeti ancora [Tocca la pietra e mostrami com'era prima]. Allunghi la mano destra verso di lui e gli mostri come si fa. [Osserva bene] dici con sfida, gli occhi blu come i profondi abissi si perdono un attimo in quelli di lui. Stringi la pietra con entrambe le mani e cominci a pensare, e lei, comincia a vibrare, a vibrare così forte mentre scaturisce una fortissima luce bianca e pura, dal quale sbuca un enorme drago dagli occhi color ambra. Lo vedi volare verso di voi, ed avvicinarsi sempre più fin quando non sarete giunti fra le sue fauci. Tutto così vero, così reale, i suoni, i colori... come fosse una proiezione e voi ci fosse dentro. Un ricordo, che ti stava costando le penne. Poi uomini, donne, ed ancora un lupo che corre nella foresta. E quando avresti deciso di farla finita, tutto svanirebbe come se il vento se lo portasse via. Ed ancora dici verso di lui [Mostrami il cavallo che ti ha buttato giù... ed ancora, Avalon, ai tempi di maggior grandezza] con tono entusiasta, come una bimba che attende qualcosa di magico e fantastico... del tutto inaspettato.

SPARTAN [Cima] Si dice che il tempo è il bene più prezioso che l’uomo possegga. Se così fosse, il mediterraneo sarebbe certo che quello speso oggi non sarebbe tempo perso ma giorni di vita riacquistati, strappati alla monotonia e all’arrovellamento dei pensieri. Sottratto alla tirannia dei ricordi. La mente del Septim verrà ridestata dallo scatto della donna, la ascolterà lasciandosi prendere dal ricordo che or viene proiettato dinnanzi ai suoi occhi, vivo e reale come se stesse accadendo in quello stesso istante. Alla vista del drago il volto non lascerà trasparire alcuna emozione, l’anima rimarrà intatta di calma e freddezza adamantina. Non lo sconvolgerebbe nemmeno la vista di un drago in carne e ossa, figurarsi quella di una figura che sa di essere innocua (volontà ferrea liv1). Quindi, la mano dritta s’allungherebbe aprendosi con i palmi rivolti verso l’alto in attesa che ella vi deponga il rubino. Non appena la gemma sarà tra le mani dell’ex armata reale, senza proferir parola la mente si concentrerà alla ricerca dei ricordi che vuol mostrare a Nephe. Si materializzerà dunque la maestosa figura dell’andaluso morello di nome Zeus, il cavallo che ricevette in dono dal padre. Una enorme pianura, dove i lunghi capelli biondi dell’umano svolazzavano al vento mentre Zeus galoppava veloce come una saetta. Tutto era perfetto, finché da un cespuglio non spuntò fuori una lepre. Un esserino piccolo, misero al confronto della mole di un equino ma tanto bastò per far sobbalzare di fianco zeus che con quel contraccolpo fece volare il ragazzo che gli stava in groppa e si ostinava a cavalcaro>>>

SPARTAN [Cima] Senza sella e staffe. La caduta fu rovinosa, il dolore alla schiena lancinante si trasformo via via in una sorta di calore che gli impediva di compier qualsiasi movimento dalle braccia in giu. Era paralizzato. Quella fu l'ultima volta in vita sua in cui temette per la propria vita. Quindi i ricordi correranno ancora avanti frenetici, materializzando l'immagine del mediterraneo armato e bardato di tutto punto con la sua armatura personale. Sulle spalle recava un mantello purpureo con le insegne dorate dell'armata reale, la man dritta brandiva la lancia e dalle labbra fuoriusciva un tremendo grido di battaglia ''Per la regina''. Subito dietro di lui, quel che rimaneva delle truppe avalonesi che con coraggio fronteggiavano la minaccia Asgardiana. Successivamente, lo scontro. Il sangue, la gamba che viene trafitta da una freccia e un fendete che per pura fortuna gli sfiora l'avambraccio ma si scontra fatalmente contro il collo del fido Zeus. Pochi secondi e l'andaluso stramazza al suolo agonizzante, mentre il sangue tinge di rosso i ciottoli pietrosi della baia. La lancia del discendente degli Ottavion è spezzata, il mantello purpureo ridotto a brandelli. Comprende cosa è appena accaduto, ma si rimette in piedi con l'elmo leonino a coprirgli il volto in lacrima e l'anima carica di odio. La rabbia è la sua padrona, la vendetta è la sua ricompensa. Sguainata la bastarda d'acciaio s'avventerà contro i suoi aggressori. Il ricordo corre ancora, più avanti. Quando le teste mozzate degli Asgardiani vengono lanciate con disprezzo nel lago e i loro corpi sventrati e mutilati issati >>>

SPARTAN [Cima] >>> su alcuni spuntoni acuminati a mo di monito e promemoria. Mai risvegliare la bestia. Mai uccidere chi è amato da un Ottavion. Il sanguinoso ricordo termina qui, lasciando spazio allo sfarzoso salone del palazzo reale. Tutto illuminato, tutti vestiti a festa. Il leone delle due Sicilie si trova li, in ginocchio davanti al trono mentre la regina Nymeria gli conferisce la più alta onoreficenza del regno e il suo Capitano Nervio lo nomina suo braccio destro e vicario. Ancora un secondo tra quei fasti ed il mondo svanisce. Le verdi iridi corrono alla ricerca di quelle di lei, adesso sa tutto, forse più di tutto. Non voleva, la mente è stata più veloce delle intenzioni e dell'autocontrollo dell'umano.

NEPHE [Cima Tor] Chi si sarebbe aspettato che una fuga dalle mura della fortezza avrebbe portato questi frutti. Poggerebbe entrambe le mani su quelle dell'uomo, e piano le carezzerebbe donando lui un sorriso, un appoggio se lo accetterà, un grazie immenso per aver condiviso un tale ricordo. Sorride, non ha nulla da conferire in questo momento. Poggerebbe piano la mandritta sul petto di lui, senza neppure farci caso, per poi tirarla via, senza nascondere il rossore. Poggerebbe il rubino sulle proprie gambe lasciandolo li, per il momento. [Proprio un bel cavallo... un pò fifone....] dici poi, con tono prettamente ironico, per sdrammatizzare un pò la cruda visione che lo ha susseguito. La risata finisce, e lo guardi negli occhi, dicendo, quasi un sussurro semplicemente [grazie] La gloria della Regina, la forza di quest'uomo, l'incitamento per i suoi uomini ti hanno trasmetto forza e coraggio e ne sei felice. [A volte] dici, lasciando spazio ad una lunga pausa [fa male rivivere il passato... ma a me piace poter risentire la voce di vecchi amici che la guerra ha portato con se] sospiri. [Potrei darla a Kallagh e scoprire dove ha nascosto quell'osso!] dici poi, ritornando ironica. Poi lo stomaco si farebbe sentire e faresti spallucce. [Vado a cenare alla locanda di Filippa... ci vuole una bella birra dopo una lunga giornata] dice, per poi concludere con una domanda [avete un posto dove dormire?] diresti, sai a questo punto che può difendersi anche se dormirà nel folto, ma la gentilezza non è mai troppa.

SPARTAN [Cima] La visione di tutti quei ricordi, tutti insieme lascerà trasparire molte emozioni sul volto dell’uomo ma nessuna che possa ricondurre a rimpianti o ripensamenti. Rifarebbe ogni singola azione, compirebbe ogni singolo gesto compiuto in passato perché grande o piccola che sia egli ha avuto una parte in quell’isola e ne ha scritto a pieno titolo la storia. Il sangue non si lava via facilmente, ma le dolci mani di una donna come Nephe leniscono la ruvidità dei ricordi e fan si che il sorriso ritorni sul volto dell’ex scorta. L’ascolterebbe attento, rispondendo prima alla domanda sul suo vecchio destriero [Eravamo entrambi dei fifoni, ma la vita ci ha reso coraggiosi e indomiti. Da quella caduta in poi non ho mai visto Zeus indietreggiare o spaventarsi, nemmeno davanti al furore della battaglia. Devo la vita a quel quadrupede] si ferma, indicando con la sinistra il canide che dista a poco dal mediterraneo [Quanto a quel sotterratore di ossa a tradimento, spero solo che non lo faccia nelle zone sepolcrali del cimitero o prima o poi vi ritroverete con uno stinco di santo anziché con uno stinco di maiale]. Non riuscirà a finire l’ultima parola che sbufferà a ridere, il biondo messere del sud e dopo qualche secondo tornerà serio dicendo [Il sole è calato e lo stomaco inizia a farsi sentire, avete ragione. Credo che per qualche notte troverò alloggio e ristoro alla locanda, dopo tutto ho ancora qualche spicciolo da spendere e qualche giorno di riflessione potrà giovarmi per capire] si blocca per un istante pensieroso [ per capire se ancora l'armata e la regina]>>>

SPARTAN [Cima] >>> [possono aver bisogno dei miei servigi. Sono tornato per restare, anche se. Francamente so ben poco di quanto accaduto negli ultimi tempi]. In verità egli non sa ben poco, egli non sa proprio nulla. Non può immaginare dell'avvicendamento alla guida di avalon, non può immaginare che l'armata reale sia stata sciolta ed i suoi compiti affidati ad altri. Il mondo è cambiato e il leone dovrà ritrovare il suo posto.

NEPHE [Cima > Sentiero] Resta in silenzio mentre ascolta il dire di lui, per poi riporre la pietra al suo posto e fischiare, portando pollice ed indice della mancina in bocca. [su dai, andiamo a mangiare Kall] dici, con tono sereno. Ti aiuti con le mani per sollevarti in piedi, e guardi il canide che si avvia per il sentiero che porta alla cittadella. [Or su andiamo?] dici, allungando la mano destra verso di lui, come a richiedere che la seguisse nel sentiero. [Ho fame, dobbiamo sbrigarci prima che i nani si bevano tutta la birra] dice quella che beve il latte... un bel pomeriggio in buona compagnia.


SPARTAN [Cima> sentiero ] Osserva il fare intraprendente della donna, è sveglia e prende decisioni rapide. Degna dei peggiori testoni del sud. L'erede degli Ottavion attenderebbe ancor qualche istante seduto per poi con un atletico balzo mettersi in posizione eretta affiancando la guardiana. Le sorride, sincero e felice d'aver trovato qualcuno con cui condividere il pomeriggio, quindi le labbra si dischiuderanno loquendo [Dunque che locanda sia, ma ti avverto. Da ex scorta reale non posso permettere ad una cosi bella guardiana di bere in mia presenza. Potrebbe essere disdicevole] si ferma ammiccante [ ma soprattutto, compromettente. Girano strane voci sulle abitudine delle guardiane e, francamente, non vorrei essere ammanettato se non commetto reati] Ancora una volta non tratterrà una sonora risata mentre la mano delicatamente si poggerà sulla spalla di lei prima di poter dirigersi insieme in direzione del sentiero che dal tor conduce fin sotto le mura della cittadella.
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