BRIAN MAY - The Definitive Biography di Laura Jackson - Traduzione.esclusiva per il forum

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Pagine: [1], 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9
STEALIN'
00venerdì 9 novembre 2007 22:39
Salve a tutti.

Ho comprato la Bio di Brian e mi sono messa a tradurla.Il libro é davvero ben fatto: copertina cartonata, sopracopertina con la foto di Brian, un bel formato e ottima rilegatura.

Sperando di fare cosa gradita agli appassionati del nostro riccioluto chitarrista ho deciso di condividere la traduzione.
Tengo a precisare che " il tomo" consta di 240 pagine quindi non posso assicuravi se e quando mi sarà possibile tradurre ma, compatibilmente ai miei impegni, cercherò di postare la traduzione il più possibile...sempre che vi interessi, ovviamente! [SM=g27828]


Colpito da una stella

Brian May è una persona profondamente riservata. Come uno dei quattro Queen , per oltre quindici anni, ha corso su è giù per i palcoscenici di tutto il mondo, confermandosi come uno dei più considerati e stimati chitarristi. Rassicurante e affidabile in una professione incerta, ha dato sempre l’impressione di calma e ragionevolezza. Perfino dietro le quinte, alla fine degli anni ottanta, ha affrontato una debilitante crisi personale quando il suo stato depressivo arrivò ad essere così acuto da indurlo sull’orlo del baratro.
Riprendendosi, nel corso degli anni ’90, si accinse ad intraprendere con successo la carriera solista e nell’estate del 2002, davanti a milioni di telespettatori in tutto il mondo, May offrì una delle immagini rappresentative delle celebrazioni del Giubileo d’Oro attraverso una versione tutta sua dell’inno nazionale eseguito con la chitarra elettrica in cima al tetto di Buckingam Palace.
Alcuni mesi dopo la morte di Freddie nel 1991, i Queen erano allo sbando, ma la loro popolarità non è mai venuta meno. Alla fine del 2006, il Greatest Hits dei Queen risultò l’album più venduto in UK, relegando al secondo posto l’album dei Beatles Sgt.Peppers Lonely Hearts Club Band. Brian May e Roger Taylor, sempre come Queen, e il frontman Paul Rodgers, sono tornati ad esibirsi dal vivo, un evento che May stesso ha definito come “ La Regina Fenice che risorge ancora una volta dalle proprie ceneri”. La musica è stata la professione principale di Brian May, e sebbene lui sia lungi dall’essere una rockstar restia, sicuramente non era proprio quella la strada che i suoi genitori avevano progettato per lui.

Brian Harold May nacque il 19 luglio 1947 nel reparto maternità dell’Ospedale di Gloucester a Hampton nel Middlesex, figlio unico di Ruth e Harold May, uno dei tecnici progettisti più anziani del Ministero dell’Aeronautica. La sua casa, costruita negli anni trenta, trovava in una zona abitata dal ceto medio nelle vicinanze di Feltham nel Greater London.
Brian avrebbe scoperto solo molti anni dopo che Freddie Mercury aveva abitato a poche centinaia di metri da casa sua.
Curioso di conoscere per natura, Brian dimostrò rapidamente di avere ereditato dal padre la stessa destrezza per i lavori manuali; trascorreva infatti molto del suo tempo a costruire modellini di giocattoli.
La sua educazione iniziò alla Cardinal Road Infants School, successivamente si trasferì alla Hanworth Road Junior. Brian ha poi detto: “ Era un ambiente grazioso nel suo complesso e mi piacevano molto le lezioni di scienze e di inglese. Preferivo le giornate in cui pioveva perché mi permettevano di star dentro a leggere i fumetti”. Adorava gli eroi dei fumetti come Dan Dare e divenne un avido collezionista di Eagle.
Già all’età di sei anni dimostrò di avere una certa inclinazione per la musica tant’è che stava spesso appiccicato alla radio. I suoi genitori l’avevano iscritto alla locale scuola di musica per fargli prendere lezioni di pianoforte e Harold pensò di insegnarli a per suonare l’ukulele, uno strumento che conosceva bene. Brian diceva: “ Mio padre mi insegnò circa sette accordi da eseguirsi con l’ukulele. Quando gli dissi che volevo una chitarra come regalo per il mio prossimo compleanno, convertii gli accordi dalle quattro corde alle sei corde. Creai degli accordi.
Tuttavia, per quanto la chitarra Edmond che aveva ricevuto fosse fatta di un unico pezzo, le sue corde erano troppo rialzate rispetto alla sbarretta trasversale. Così padre e figlio staccarono il ponte di legno per poterla suonare più facilmente. Inoltre la sistemarono perché producesse il suono elettrico che Brian voleva. Avvolsero un filo di rame intorno a tre piccoli bottoni magnetici vicini ad un rudimentale ma efficace pick-ups che fissarono allo strumento e, dopo averlo infilato nella radio senza i fili di casa, riuscirono ad ottenere quel suono elettronico con un effetto raddoppiato, come se fosse un amplificatore di fortuna.
Dare corrente elettrica a quella chitarra non fu l’unico progetto al quale la coppia lavorò alacremente.Costruirono anche un telescopio riflettore di quattro pollici così che Brian potesse dedicarsi anche all’altra sua grande passione: l’astronomia.
Le stelle lo affascinavano. Gli venne concesso di stare alzato per guardare alla tv la trasmissione “ The Sky at Night” presentato in pompa magna da Patrick Moore. La trasmissione fece breccia su Brian.” Ne fui completamente conquistato” ha asserito Brian. “ Mi resi conto che qualcosa stava coinvolgendo la mia vita.” E proprio con il suo modesto telescopio Brian si esercitò a vedere i cerchi di Saturno. Ricorda Brian: “ Ricordo di essermi alzato alle 4 del mattino per osservare Giove, e di aver girato per strada cercando di trovare il posto giusto dove piazzare il mio telescopio per riuscire a vedere il pianeta , le sue lune e tutto ciò che lo circondava!!”.
Comunque, al di là di tutto questo entusiasmo, ciò che interessava di più a Brian era la musica. Aveva insistito con le lesioni di piano tanto da superare l’esame di IV livello, ma all’età di nove anni decise di averne abbastanza e mollò tutto. Ogni tanto aveva composto anche qualche canzoncina, così tanto per fare, ma niente di veramente serio; a questo punto decise di scegliere la sua strada.
Ricorda May: "All’inizi degli anni ’50 in Inghilterra esplose il boom della musica suonata con la chitarra elettrica, e io afferrai tutto quello che c’era da scoprire.Fu un periodo veramente magico, sentivo i brividi corrermi lungo la schiena”.
Brian adorava in modo particolare la musica pop Americana e non si stancava di ascoltare i pezzi di Buddy Holly e dei Crickets, di Everly Brothers e di Little Richard. Pian piano diventò sempre più sicuro di se, abbastanza da cimentarsi a suonare questi pezzi con la sua chitarra, facendo progressi con gli accordi e con le singole note. Fin dall’infanzia aveva dimostrato di possedere una memoria molto analitica, e in brevissimo tempo era riuscito ad analizzare minuziosamente le sue canzoni preferite, scoprendo ciò che in ognuna funzionava e perché. Il suo perfezionismo lo portava a sincerarsene finché non avesse scoperto tutte le caratteristiche di quei suoni.
Da allora, la musica sarebbe diventata il punto fisso della sua vita.
queenoverall
00venerdì 9 novembre 2007 22:43
altrochè se mi interessa.... [SM=g27811]
sono molto curioso di leggere questa biografia....grazie Fabiola... [SM=g27822]
Mercurina89
00venerdì 9 novembre 2007 22:51
Fabiola grazie mille davvero!Che grande impegno!
Sono davvero entusiasta all'idea e seguirò anche questa bio con grandissimo interesse!!! [SM=g27822] [SM=g27838]
DavBS
00venerdì 9 novembre 2007 23:11
un mega ringraziamento a fabiola per questa sua nuova iniziativa...

già immagino interviste gustose e traduzioni perfette come da sua tradizione..

sono già impaziente di leggere il resto...

grazie ancora...a nome di tutti!
furios86
00venerdì 9 novembre 2007 23:47
Re:
STEALIN', 09/11/2007 22.39:

Salve a tutti.


Brian Harold May nacque il 19 luglio 1949 DIM]



grande lavoro, buona fortuna e grazie
ps brian may non è nato nel 49 [SM=g27830]


Fiammy
00sabato 10 novembre 2007 00:49
Grazie Fabiola!!!! [SM=g27811]
STEALIN'
00sabato 10 novembre 2007 10:44
Re: Re:
furios86, 09/11/2007 23.47:



grande lavoro, buona fortuna e grazie
ps brian may non è nato nel 49 [SM=g27830]





Sorry è un errore di battuta...correggo subito, forse pensavo a Roger... [SM=g27828]


brian444
00sabato 10 novembre 2007 11:38
Grazie di cuore! Ho ordinato anch'io il libro e una traduzione è davvero un aiuto fondamentale! [SM=g27811]
guldino
00sabato 10 novembre 2007 14:58
Grazie Fabiola per la traduzione! [SM=g27811]
king.francesco
00sabato 10 novembre 2007 15:20
grazie fabiola,grazie,grazie e.....grazie [SM=g27811]
BohemianAngie
00sabato 10 novembre 2007 15:40
Solo da noi abbiamo utenti a ***** stelle come te e chi ha queste belle (e onerose) iniziative!
Thanks! [SM=g27838]
king.francesco
00sabato 10 novembre 2007 15:42
Re:
BohemianAngie, 10/11/2007 15.40:

Solo da noi abbiamo utenti a ***** stelle come te e chi ha queste belle (e onerose) iniziative!
Thanks! [SM=g27838]




credo ke fabiola non sia una nostra esclusiva [SM=g27818] [SM=g27837]

|=grazia=|
00sabato 10 novembre 2007 15:57
Grazie mille, Fabiola!
king.francesco
00sabato 10 novembre 2007 16:02
Re: Re: Re:


cmq partecipa con la stessa passione in entrambi i forum [SM=g27811]


DavBS
00sabato 10 novembre 2007 16:06
Re: Re: Re: Re:
king.francesco, 10/11/2007 16.02:



cmq partecipa con la stessa passione in entrambi i forum [SM=g27811]






non sarebbe un problema.
ma visto che al momento sono scritti qui...

eh eh gustiamoceli..e pensiamo solo a commentarli senza ulteriori domande.. [SM=g27811]

non vedo l'ora di leggere i prossimi contributi...
STEALIN'
00sabato 10 novembre 2007 17:20
Questa traduzione sarà solo un'esclusiva di Guaranteed...

Ed ora torniamo a noi.

To be continued…( ndtr).

Nel 1958 , all’età di 11 anni, Brian sostenne con successo gli esami che gli permisero di trasferirsi alla Hampton Grammar School e fu proprio qui che il suo appettito musicale cominciò ad aumentare; piuttosto ironica la cosa visto che l’atmosfera era proprio quella che contribuisce a far si che un chitarrista aggrotti la fronte…Brian ricorda: “ Ci costringevano ad imparare la musica classica e a riferire cosa ne pensavamo”.
Tuttavia, diversi ragazzi appassionati di chitarra e desiderosi di imparare l’uno dall’altro, si sarebbero riuniti durante la pausa pranzo per provare insieme.
Dopo aver dimostrato di avere un’attitudine speciale, Brian già dal secondo anno di scuola aveva formato un primitivo fan club, come ricorda il suo compagno di classe, la 2LA, Dave Dolloway:” Un giorno qualcuno mi disse nel corridoio della scuola che c’era un ragazzo nell’aula di geografia che stava suonando la chitarra, ed io incuriosito andai a vedere. Appena arrivai guardai dentro, Brian era seduto su uno sgabello in mezzo ad un cerchio di ragazzini che suonavano e cantavano un successo di Guy Mitchell intitolato “ I Never Felt More Like Singing The Blues”, ed io rimasi veramente sbalordito “.
May e Dolloway divennero ben presto buoni amici e si sarebbero incontrati spesso a casa dell’uno o dell’altro, muniti di registratori, e impazienti di sperimentare nuovi suoni.
“Era qualcosa di veramente spartano, come la maggior parte dell’attrezzatura di quel tempo, spiega Dave. “ Principalmente suonavamo materiale strumentale simile a quello di Les Paul, Chet Atkins, i Ventures e gli Spotniks. Brian aveva la sua originale Spanish acustica con il pick –up fatto in casa e io avevo la mia sei corde elettrica e il mio basso anch’essi fatti in casa. Così combinati, di solito io mi occupavo della prima chitarra e Brian suonava il ritmo.
Avremmo registrato queste due parti insieme e poi, una volta riavvolta questa traccia pre-registrata, ci avremmo suonato sopra di nuovo. Questa volta Brian avrebbe suonato il mio basso fatto in casa, mentre io mi sarei occupato delle parti di batteria, costituita da tutto quello che potevo trovare da percuotere in casa, comprese anche le cappelliere di mia madre. I listelli del Meccano riproducevano il suono dei cembali”.
Terminati gli anni ’50 andò ad aggiungersi alla crescente lista di eroi e di influenze di Brian il gruppo degli Shadows il cui pezzo “ Apache” nel luglio del 1960 era il più gettonato della classifica inglese. Quello che attirò l’attenzione di Brian furono in modo particolare lo stile e l’abilità del loro primo chitarrista, Hank Marvin.
Hank Marvin osserva: “Con l’avvento del rock and roll, le chitarre elettriche divennero parte di noi stessi. Tutto ciò di cui avevi bisogno era di un basso, una batteria, due chitarre e di un cantante come Cliff Richard o come Mary Wilde per poter formare una band. Per di più, la gente cominciava a dimostrarsi partecipe, abbandonando il ruolo di semplici spettatori. E il fatto che la chitarra fosse uno strumento facilmente trasportabile voleva dire che, con l’aggiunta di un piccolo amplificatore, potevi esibirti quando volevi e dappertutto.
Inoltre, da non dimenticare, il fattore immagine. La chitarra é un strumento frizzante e si addice alla perfezione al rock and roll suonato dai bianchi. Pensate a Elvis. Non occorre neanche saperla suonare bene. Può essere solo un espediente scenico studiato ad hoc. Non esiste un altro strumento uguale. Provate solo ad immaginare ad un tipo che suona la tromba con le gote gonfie!!!”
Nel 1963 la febbrile ambizione di Brian fu di lasciar perdere la chitarra acustica e di dedicarsi a quella elettrica. Alcuni dei suoi amici avevano già una Fender o una Stratocaster. Un suo compagno di scuola, John Garnham, aveva una Colorama, per la quale Brian avrebbe dato l’anima pur di possederla, ma sebbene Harold e Ruth non avessero mai negato nulla al loro figliolo, non potevano permettersi il lusso di comprarli uno strumento di tale portata. Fu così che, con grande intraprendenza, decisero di costruirsela da soli.
Nel mese di agosto i lavori ebbero inizio nella stanza degli ospiti. Ci impiegarono otto mesi per costruirla; e per conservare il ricordo di tutte le fasi della costruzione, Brian fotografò con diligenza tutte le fasi dei lavori. La chitarra che costruirono sarebbe diventata molto famosa negli anni a venire.
DavBS
00sabato 10 novembre 2007 17:41
Re:
STEALIN', 10/11/2007 17.20:

e per conservare il ricordo di tutte le fasi della costruzione, Brian fotografò con diligenza tutte le fasi dei lavori. La chitarra che costruirono sarebbe diventata molto famosa negli anni a venire.



chissà se queste foto ci sono ancora....e se le vedremo mai.. [SM=g27828] [SM=g27828]


STEALIN'
00domenica 11 novembre 2007 18:26
To be continued…

Per prima cosa Brian, con grande cura, intagliò il manico della chitarra da una solida trave di mogano ricavata da un caminetto che la famiglia di un suo amico aveva dismesso e la rifinì usando un temperino.
Il corpo della chitarra, dove il manico sarebbe stato fissato successivamente, fu costruito con un pezzo di quercia, con del compensato e con altre cosette trovate per caso. Fu un lavoro arduo ma padre e figlio erano entrambi pazienti e determinati.
Contribuì alla costruzione in maniera saliente il modo in cui Brian aveva pensato ed immaginato il suo strumento. Brian ha detto: “ Volli incidere maggiormente la parte inferiore e questo mi permise di alzare le sbarrette trasversali. Costruimmo tutto partendo dal nulla e usando solo attrezzi manuali”.
Harold e Brian inoltre si resero conto di aver identificato almeno tre difetti di fabbrica nelle chitarre convenzionali. Innanzi tutto il manico di molte chitarre elettriche tendeva ad imbarcarsi per via dell’eccessiva tensione sottoposta sulle corde- da un loro calcolo, una pressione di circa 500 libbre. ( ndt una libbra corrisponde a 454 gr.circa). Per questo motivo incorporarono una catena nel manico, piegandola ad angolo perché fungesse da tirante e fissandola con un bullone d’acciaio.
Poi la loro attenzione si spostò sul ponte. Dopo che le corde vi sono state avvitate, l’uso costante del tremolo le consuma aumentando il rischio che si spezzino. Al tempo stesso le corde non ce la fanno a tornare nella loro posizione accordata dopo l’uso del tremolo. Pertanto, al posto del solito ponte, progettarono una serie di piccoli cilindri sui quali poterono avvitare le corde senza provocare i solidi danni dovuti all’usura.” Studiammo diversi metodi”, ricorda Brian, incluso uno che consisteva in dei cuscinetti a sfera collocati alla fine di un cilindro, ma quello che funzionò meglio fu un piattino d’acciaio che oscillava sulla lama di un coltello. La tensione delle corde venne bilanciata con due molle elicoidali che Harold trovò su una vecchia moto Panther del 1928, e il braccio stesso fu improvvisato ricavandolo dal supporto del portapacchi di una bicicletta e completato con il pezzo di un grosso ferro da calza.
Ma la loro ingegnosità non si era ancora esaurita. Per gli indicatori della barretta trasversale Brian andò a rovistare nella scatola dei bottoni di sua madre Ruth, e si impossessò di uno splendido bottone di madreperla che adattò al caso suo. Fu costretto, comunque, ad acquistare la barretta trasversale di metallo perché non riuscì a trovare nient’altro di adattabile, ma anche questa fu risagomata usando l’attrezzatura speciale che Harold e Brian avevano ideato apposta.
Quando arrivò il momento di occuparsi dei pick-ups Brian tentò ancora una volta di fare da sé, prendendo spunto da quelli che aveva sulla sua vecchia chitarra, ma si rese conto che non ne era soddisfatto e così sborsò 9,45 sterline per acquistare una serie di tre pick-ups della Burns che poi modificò riempiendoli di resina epossidica per fissarli al microfono.
I pick-ups stessi furono molto importanti. Harold May una volta rivelò: “ Il segreto di questi pick-ups sta nella posizione in cui sono messi, perché è questa che altera l’effetto della tonalità dei suoni, e che con qualche abile commutazione, ti permettono di ottenere qualsiasi combinazione di ventiquattro note, che è un qualcosa che non esiste nelle chitarre che si trovano in commercio. Quando Brian fa il suo assolo in “ Brighton Rock” si accompagna sfruttando gli echi.”
Brian e Harold avevano costruito una chitarra dotata di una vasta gamma di tonalità e di intensità di gran lunga superiore alle chitarre che erano in commercio all’epoca, e il tutto per un costo totale di 17,45 sterline.
Il colore marrone rossiccio del mogano suggerì a Brian l’idea di chiamare il suo tesoro Red Special.
Sorprendentemente aveva già stabilito un grosso legale con quell’oggetto. “ Era davvero una grande emozione suonare quella chitarra” dovette ammettere. “ Senti il bisogno di entrare in contatto con le sue corde perché è proprio quello che volevi.”
Osserva Hank Marvin: “ E’ come abbracciare una persona, un’estensione del tuo corpo che cambia forma. Taluni hanno la tendenza ad abusare di questo strumento e fingono di recitare una parte violenta. Io non so se sia amore erotico, perché saresti davvero un pervertito se pensassi questo di un pezzo di legno, ma certamente nasce una relazione fra te e la tua chitarra.”
Anto.F
00domenica 11 novembre 2007 20:22
Un brano davvero bello. Grazie Fabiola [SM=g27811]
STEALIN'
00lunedì 12 novembre 2007 00:11
To be continued…

All’inizio degli anni ’60 Brian non aveva ancora deciso se la musica doveva essere il suo destino, l’astronomia l’affascinava ancora tantissimo, ma si sentiva estremamente attratto da quella vibrante scena musicale che stava prendendo campo.
Uno dei più popolari luoghi di ritrovo di quei tempi era il Eel Pie Island in the Thames a Twickenham, un posto dove il pubblico non aveva che l’imbarazzo della scelta per la qualità delle band che vi si esibivano dal vivo. I Rolling Stones, I Fleeetwood Mac e i Cream erano alcune delle band all’altezza del luogo.
Tuttavia, andare a vedere queste band non fu sempre facile per Brian. C’era nell’aria l’odore della contestazione giovanile che, guarda caso, trovava il suo spunto proprio nella musica. Nel marzo del 1964 il Melody Maker mise in circolazione un titolo che sarebbe diventato lo slogan di quel decennio: “Ti piacerebbe che tua figlia sposasse un membro dei Rolling Stones? Si trattò di un espediente per far spaventare molti genitori del ceto medio, e Ruth e Harold non furono a di meno. Non volevano che il loro figliolo bighellonasse la sera in queste “ tane musicali”, preferendo che rimanesse in casa e che si concentrasse piuttosto sui compiti scolastici. Il loro desiderio di proteggerlo era più che legittimo ma, sentendosi limitato, Brian ce la metteva tutta per fare il contrario. Assorbendo quell’eccesso di talento ogni volta che poteva, l’adoloscente May fu attratto in modo particolare dai chitarristi come Jeff Beck e Eric Clapton. In breve tempo si accorse che desiderava urgentemente formare una band.
Sinora l’esperienza di Brian si era limitata all’improvvisazioni fatte con Dave Dilloway, sebbene avesse avuto l’opportunità di provare per la prima volta in uno studio di registrazione. Un altro alunno della scuola Hampton Grammar, sedicente compositore Bill Richards, aveva trovato un accordo con un editore musicale. Quando dovette registrare un demo intitolata “ The Left Handed Marriage “ ( Il matrimonio mancino ndt) negli studi di Abbey Road nella zona a Nord di Londra, Richards invitò May e Dilloway perché fornissero il loro sostegno di musicisti. Afferma Dave: “ Brian suonò la chitarra e cantò ed io suonai il mio basso. Dio solo sa cos’altro registrammo, ma fu una bella esperienza”.
La prima band di Brian fu un gruppo anonimo di musicisti. Lui suonava la prima chitarra, Dave Dilloway il basso, un amico di nome Malcolm la chitarra ritmica, mentre un altro compagno di classe, John Ranger, ad un certo punto suonava il pianoforte. Nessuno di loro conosceva un batterista e così ne fecero a meno. Malcom fu rimpiazzato quasi subito da John Garnham, quello della chitarra Colorama che un tempo Brian aveva desiderato tanto. Garnham aveva un’altra attrattiva in senso pratico. Possedeva un amplificatore tutto suo, così come l’asta per il microfono ed una serie di microfoni, senza contare che era avvantaggiato dal fatto di aver avuto già esperienze live.
Tuttavia lo schieramento non era al completo perché mancava loro un cantante. Una sera Brian con la sua band “ embrionale” si recò in una discoteca per assistere all’esibizione di un’altra band locale. Durante la serata Brian notò un altro alunno della Hampton Grammar School, certo Tim Staffel, che stava suonando la sua armonica nel retro dell’ingresso principale.
Brian gli si avvicinò. I due giovani iniziarono a parlare, scoprirono che entrambi condividevano la passione per la musica e ben presto iniziarono a frequentarsi. Tim Staffel afferma:” C’era tanta di quella musica in giro e così prendemmo l’abitudine di recarci nei pub e nei club per fare l’inventario di chi suonava. Rimanemmo molto impressionati”.
L’impressione fu tale che la band, capeggiata da Staffel, si impegnò in una serie di prove che si tennero presso la Chase Bridge Primary School a Whitton e successivamente al campo da rugby di Twickenham, messo a disposizione dall’autorità che desiderava dare alla gioventù locale un posto dove esaurire le proprie energie.
Sottoporsi con disciplina a continue prove era proprio quello di cui la band aveva bisogno, e nei mesi successivi si videro i progressi.
Brian si divertiva moltissimo durante queste serate. Faceva tesoro delle idee che scaturivano dall’uno e dall’altro. Inoltre imparavano a conoscersi meglio e svilupparono un forte intesa. Presto divenne palese che non potevano andare avanti senza un batterista, così misero un annuncio alla finestra del negozio di dischi di Albert a Twickenham. Trovarono subito un aspirante. Richard Thompson di Hounslow, che fu assunto sul posto.
Poco prima del loro primo concerto retribuito, che ebbe luogo nell’atrio della Chiesa di Santa Maria a Twickenham il 28 ottobre del 1964, decisero di darsi un nome e di chiamare la band 1984, sulla scia del famoso romanzo di fantascienza di George Orwell. Il mese successivo i 1984 suonarono alla Scuola Femminile di Richmond; dopo questo concerto John Ranger lasciò il gruppo per frequentare l’università a Manchester.
Tim Staffell ricorda: “ Tenemmo un concerto al Thames Boat Club sul lungofiume di Putney. Suonavamo quasi sempre di sabato sera per una manciata di sterline, e più a lungo rispetto a quella che era la media delle altre band, spesso suonavamo per più di tre ore. Ripensandoci adesso il posto era vivacizzato dai compagni di scuola, ma a noi sembrava di accontentare una folla”.
C’era anche qualcosa di poco affascinante in tutto questo. Secondo Tim :” L’attrezzatura era sempre un problema, con le casse acustiche fatte in casa e un rudimentale sistema di amplificazione, sempre scarico per giunta. I trasporti erano sempre organizzati a casaccio. John Garnham faceva il possibile con la sua automobilina a due posti e tre ruote. Questa bizzarra autovettura era sempre piena zeppa di un miscuglio di attrezzatura, con la cappotta sempre abbassata così che l’asta del microfono sembrava un periscopio sul tetto”. Per raggiungere i luoghi dei concerti qualche volta Tim Staffel si infilava a forza nella già sovraccarica automobilina e persino Brian riusciva ad accartocciare la sua lunghezza, a quel tempo già oltre i sei piedi, ( un piede corrisponde a 30,48 cm ndt) in quello spazio ristrettissimo.


Sto muorendo da ridere...povero Bri... [SM=g27828]
lasthorizon
00lunedì 12 novembre 2007 09:39
Bellissima iniziativa Fabiola...e immagino che non sia nemmeno facilissimo tradurre così tante pagine, perciò grazie per il grande impegno!! Chissà che un giorno questa bio non venga pubblicata anche qui da noi!
STEALIN'
00lunedì 12 novembre 2007 23:45
To be continued…

Per Brian, esibirsi nelle sale da ballo locali, era di gran lunga preferibile che seguire gli altri.
Durante tutta la sua adolescenza, avrebbe voluto avere una relazione romantica con una ragazza fissa ma benché fosse snello, intelligente e piacevolmente incline alla conversazione, patì sempre per la mancanza di fiducia in se stesso. Molti anni dopo Brian ammise candidamente: “ Ero davvero un insicuro. Dovunque andassi a ballare,pensavo sempre: “ Mio Dio, e ora come faccio, non so cosa mettermi…non so chi sono!!”Come al solito avrebbe mangiato con gli occhi la band che si esibiva, desiderando di essere al loro posto – sarebbe stato più facile stare sul un palcoscenico piuttosto che mettersi a parlare con una ragazza. “ La chitarra era il mio scudo di protezione con cui trovare riparo.” dichiarò una volta.
Sempre al passo con i suoi studi, Brian si rallegrò quando, nel febbraio del 1965, vinse una borsa di studio presso L’Imperial College of Scienze and Technology di Londra.
Da quando aveva lasciato la Hempton Grammar quell’estate, ormai diciottenne, passò dal livello O al livello A in fisica, matematica applicata e aritmetica. Iniziò a studiare fisica e astronomia a raggi infrarossi con l’ambizione di diventare un astronomo.
Anche Tim Staffell si trovava a Londra, dove stata seguendo un corso di grafica presso l’Ealing College of Art. Dave Dilloway si era iscritto alla facoltà di elettronica all’Università di Southampton. Brian, comunque, era convinto che i 1984 dovessero continuare a fare serate come ricorda Dave: “ Southampton è solo ad un’ora di viaggio e poi io ero motorizzato perciò venivo a casa per tutti i weekend. Nel frattempo avremmo ascoltano tanto materiale, deciso cosa ci interessava ed imparato a suonarlo e, se ci fosse venuta in mente qualche idea mentre eravamo lontani, l’avremmo messa per scritto.
Ovviamente per Brian e Tim era più semplice vedersi e fu proprio in questo periodo che iniziarono a scrivere qualche canzone insieme, sebbene a volte l’atmosfera non fosse proprio rilassante per via dei genitori di Tim che non approvavano questa band senza senso.
Era l’intolleranza che si rispecchiava in tutte le case della Gran Bretagna.
A moltissimi genitori stava proprio sullo stomaco vedere i propri figli risplendere come stampe floreali, con camicie con le maniche a campana, i pantaloni sudici e con i capelli ondulati lunghi fino alla schiena. Dilloway confessa: “ Mia madre sperava sempre che la sera uscissi perché i vicini di casa non mi vedessero!” Brian era consapevole della moda come il ragazzo della porta accanto e seguiva fedelmente le ultime tendenze.
Verso la fine del 1965, Dave Dilloway lasciò l’Università di Southampton per frequentare un corso di elettronica al College of Technology di Twichenham, il che significa che May, Taffel e Dilloway potettero di nuovo far pratica assiduamente. Grazie a più ingaggi la loro esperienza aumentava e il loro repertorio si ampliava sempre di più. Sempre bramoso di sperimentare, Brian trascorreva molto tempo ad esercitarsi cercando di collaudare nuovi arrangiamenti. Così come i Rolling Stones, il materiale dei Yardbird e di Spencer Davis, anche le canzoni dei Beatles spiccavano durante i concerti, con Brian che si inseriva sull’armonie di tre parti di qualche brano.
“ Qualche volta Brian voleva cantare subito “ Yesterday” e al pubblico piaceva sempre.” Ricorda Tim. “Sembrava che venisse giù il tetto del locale dai loro applausi. Diventai anche un po’ geloso, ma lui sapeva cantarla meglio di me.” La voce di Brian ha un registro alto e spesso lui e Tim facevano a gara a chi raggiungeva le note più alte. May era sincero: “ Nessuna competizione. Tim vinceva sempre!”
Benché si sentisse a casa sua quando era sul palco, non desiderava diventare lo showman della band ed era ben contento di starsene sulla sinistra del palco a suonare la sua chitarra con forza e abilità.” La sua bravura ci permetteva di suonare di tutto.” Afferma Dave Dilloway. “ Il pubblico stesso sapeva riconoscere l’unicità del suo talento. Non saprei dirvi quante altre band cercarono di portarcelo via, ma sono convinto che abbia ricevuto tante offerte”.
Da ora in avanti Brian incominciò a ritagliarsi quell’immagine che sarebbe diventata il suo sinonimo. La sua altezza e il fatto che fosse così magro come il palo di un lampione lo facevano stare in disparte. I suoi capelli, che fino al 1965 aveva portato alla moda dei Beatles, stavano diventando una fitta massa di riccioli non molto diversi da quelli degli africani o dei chitarristi blues americani come Jimi Hendrix; Proprio per questo Brian fu soprannominato Brimi.
Per quanto i concerti fossero stimolanti e divertenti, raramente la band si ritrovava a suonare in ambienti signorili, ogni tanto volava anche qualche pugno tra i più turbolenti del pubblico.
Dave si rammenta di una sera durante un concerto a Twickenham. “ Non so perché, ma ricordo di aver guardato verso il pubblico pensando che era divertente ballare con le sedie anche se un po’ insolito.Alla fine mi resi conto che due ragazzi stavano dandosele di santa ragione sbatacchiandosi le sedie l’uno sulla testa dell’altro. Furono fatti uscire dai buttafuori e noi continuammo a suonare come se nulla fosse”. Ci fu un altro problema a White Hart a Southall, un posto un po’ caldo sebbene si trovasse accanto alla stazione di polizia. Quella notte ci fu un tafferuglio che ricordava le risse nei saloon del Far West.
Esibirsi a livello locale era già qualcosa, significava trovare un appiglio sulla strada del successo che, comunque, era ancora una prospettiva lontana. Perciò Brian fece i salti dalla gioia quando si presentò l’opportunità di poter competere nella gara annuale indetta al Top Rank Club a Crydon .La competizione consisteva nella ricerca di un talento nazionale e a chi la vinceva sarebbe stato assicurato un contratto di registrazione.
Le prime eliminatorie consistettero nel selezionare materiale pre-registrato, perciò con l’aiuto di alcuni amici del college che avevano un registratore di qualità, i 1984 incisero tre brani in stereofonia. Forti di questa registrazione la band era sicura di aggiudicarsi un posto in graduatoria.
Scelsero per la serata un look appariscente. Tim Staffel indossò una camicia blu scuro con pois rosa, mentre Richard Thompson risplendeva con una camicia argentata, Brian si era ispirato alle vecchie uniformi dei militari che facevano furore agli inizi del 1967 e quindi aveva optato per una giacca da sergente della Marina Militare che aveva trovato al mercatino dell’usato di Chelsea.
I brani presentai dai 1984 comprendevano Stone Free di Jimi Hendrix, She’s Gone di Buddy Knox e Knoch and Wood di Eddie Floyd. Questi entrarono in graduatoria. Il premio fu un in nastro registrato di una vivace danza scozzese e un album della CBS ciascuno. Non potettero scegliere, dettero loro cinque album da dividersi fra loro. Staffel pretese il migliore di tutti : Sound of Silente di Simon and Garfunkel, mentre Brian scelse un album di Barbara Streisand.
I 1984 non arrivarono alla finale e così niente contratto di registrazione. Questa delusione fu accantonata tre mesi più tardi quando, il 13 maggio del 1967, suonarono come gruppo di supporto uno dei loro più memorabili concerti che si tenne all’Imperial College.
In cima al cartellone c’era Jimi Hendrix. “ Noi eravamo stati chiamati per suonare nella sala da ballo che si trovava nella sala piccola al piano di sotto” ricorda Dave Dilloway, e ci fermammo quando venimmo a sapere che Hendrix era atteso nella sala principale”. Appena salirono le scale e oltrepassarono la porta del camerino, Jimi Hendrix uscì improvvisamente nel corridoio e si rivolse verso uno sbalordito Tim Staffel. “ Ragazzo, da che parte sta il palcoscenico?”.Con Jimi Hendrix quella sera c’era anche il suo amico intimo e guida Brian Jones il fondatore dei Rolling Stones. Un genio musicale dotato di forte personalità che comunque nel 1967 doveva combattere con dei problemi fisici, mentali e psichici che apparivano evidenti a chi ebbe occasione di conoscerlo in quel periodo.
Dilloway ha detto: “ Brian Jones uscì dal camerino dietro a Hendrix e salì con lui sul palco, poi si sistemò dietro le quinte da dove potette assistere alla performance di Jimi. Penso di non aver mai visto nessun’altro così magro e ammalato”.
Mercurina89
00martedì 13 novembre 2007 10:36
Questi episodi sono bellissimi e precisi come non mai!

E' bello e non comune leggere così tante cose su un Brian ancora adolescente, timidissimo, insicuro, e terribilmente sognatore..grande davvero! Queste pagine me lo stanno facendo apprezzare come non mai!

Tutti i suoi sacrifici, il suo impegno nello studio, la normalità di un ragazzo che sognava una ragazza...una semplicità non comune.

Che bello poi dover sentirlo cantare Yesterday..una canzone penso adatta proprio a lui.

Grazie Fabiola!

ps questa storia di "Brimi" non l'avevo mai sentita! [SM=g27827]
DavBS
00martedì 13 novembre 2007 10:50
Re:
Mercurina89, 13/11/2007 10.36:

Questi episodi sono bellissimi e precisi come non mai!

E' bello e non comune leggere così tante cose su un Brian ancora adolescente, timidissimo, insicuro, e terribilmente sognatore..grande davvero! Queste pagine me lo stanno facendo apprezzare come non mai!

Tutti i suoi sacrifici, il suo impegno nello studio, la normalità di un ragazzo che sognava una ragazza...una semplicità non comune.

Che bello poi dover sentirlo cantare Yesterday..una canzone penso adatta proprio a lui.

Grazie Fabiola!

ps questa storia di "Brimi" non l'avevo mai sentita! [SM=g27827]



quindi è Brimi...e non Brimio... [SM=g27828] [SM=g27828]

elisabettaQ17
00martedì 13 novembre 2007 19:33
Re:
STEALIN', 09/11/2007 22.39:

Salve a tutti.

Ho comprato la Bio di Brian e mi sono messa a tradurla.Il libro é davvero ben fatto: copertina cartonata, sopracopertina con la foto di Brian, un bel formato e ottima rilegatura.

.



grz a tutti i traduttori..io non solo non ho tempoma il mio inglese è arrugginito x cui ci impiegherei una vita. cmq penso che comprerò la bio ....salvo mi sia sconsigliata dai queenici [SM=g27823] cia


STEALIN'
00mercoledì 14 novembre 2007 00:12
To be continued…

Hendrix affascinò May. Brian era diventato precocemente un suo “ discepolo” quando aveva visto Jimi suonare come supporto ai Who durante lo spettacolo di Brian Epstein ( ndt manager dei Beatles) al teatro Savoy di Londra, ed era rimasto senza fiato, soprattutto per come il giovane americano riusciva a far “ parlare” la sua chitarra, cosa a cui May aspirava già da allora.
Brian ricorda: “ Quel ragazzo era più avanti di qualunque altro. Andai a vederlo un sacco di volte, chiedendomi sempre come facesse. Pensavo di essere bravo prima di aver visto Hendrix!”.
Fortunatamente il 1984 andavano a gonfie vele perché gli era stato richiesto di completare una tripletta tratta dai loro concerti più significativi con cui fare da supporto ad un evento grandioso che si sarebbe tenuto verso la fine dell’anno. Questa partecipazione gli era capitata veramente per puro caso. Mentre stavano suonando alla Facoltà di Medicina di Londra furono avvicinati da due promoters che avevano intenzione di inserire un’altra band nel loro cartellone. Cercavano qualcuno che riempisse alcuni vuoti durante il concerto notturno che si sarebbe tenuto prossimamente all’Olympia. “ Scambiammo due chiacchiere e loro ci suggerirono cosa potevamo proporre per questo concerto”. Ovviamente saltammo per la gioia! “ osserva Dave.
May si mise a lavoro con le cover che avrebbe eseguito e volle inserire anche una canzone intitolata “ Step on me” che aveva composto insieme a Tim Staffel. Ogni tanto i due promoters si presentavano alle prove della band dando qualche suggerimento sulla rappresentazione.
Brian era piuttosto sospettoso. In cuor suo aveva la sensazione che i 1984 non avrebbero raggiunto il successo e difficilmente avrebbero avuto i requisiti per quel “ Io vi preparerò a diventare delle stelle.”Nonostante ciò, quando fu invitato nell’ufficio di Soho dai due promoters per essere accompagnato a far bisboccia nei negozi di Carnaby Street a Londra, insieme agli altri, mise da parte beatamente il suo scetticismo.
La grande serata ebbe luogo il 22 dicembre 1967. Era stata pubblicizzata con il titolo di “ Natale sulla Terra” e sul cartellone figuravano Jimi Hendrix, i Pink Floyd, gli Herd, i Move, i Who, i Traffic e gli Animals. Benché ai 1984 , quindicesimi in lista sul cartellone, fosse stato detto che non sarebbero stati annunciati fino alla mezzanotte circa, loro arrivarono nel bel mezzo del pomeriggio e si piazzarono fuori. Dopo una lunga e frustrante attesa, finalmente iniziarono a suonare che era quasi il giorno dopo.” Eravamo tutti piuttosto stanchi” ricorda Dave Dilloway. “ Non ci avevano fatto fare neanche le prove del suono o niente di simile. C’eravamo solo spinti in avanti ad aspettare di poter suonare.” Il gruppo non aveva mai suonato con un cartellone così privilegiato, davanti ad un pubblico così numeroso, e di sicuro non si addiceva neanche lontanamente alla costosissima attrezzatura Marshall che era stata predisposta per quella serata.
La loro esaltazione venne subito ridimensionata appena scesero dal palco per scoprire che i ladri erano entrati nel loro camerino ed avevano portato via i loro portafogli. Come se non bastasse, quando arrivarono fuori, già demoralizzati, per caricare la loro attrezzatura, scoprirono che tutte automobili erano state portate al deposito di Hammersmith.
All’inizio del 1968 Brian lasciò la band. Aveva bisogno di dedicarsi di più agli studi e, se voleva sostenere gli esami di fine triennio, non poteva concedersi più molte distrazioni. Si era trovato bene all’Imperial College e alcuni dei suoi insegnanti l’avevano valutato come un tipo destinato a sfondare. Il professore Jim Ring ricorda: “ Brian era simpatico e amichevole e uno studente eccellente. A quel tempo , almeno dentro di me, non immaginavo che sarebbe diventato una rockstar. Per me era il migliore, un fisico molto brillante”.
Sebbene sembri strano, Brian se la prese comoda con la musica. Continuava a vedersi con Tim Staffell, che nel frattempo faceva ancora parte dei 1984 e che sapeva suonare bene anche la chitarra oltre a saper cantare, ma poco dopo anche lui lasciò la band.
Brian e Tim trascorrevano parecchio tempo a parlare di musica, inoltre si rendevano perfettamente conto che sentivano la nostalgia di far parte di un gruppo, e in previsione di formarne un altro misero intanto un annuncio alla bacheca dell’Imperial College per : cercasi batterista stile Mitch Mitchell/Ginger Baker. Subissati dalle risposte i due si misero a fare le audizioni.
Fra gli studenti che avevano letto quell’annuncio ce n’era uno che si chiamava Les Brown e che abitava in un appartamento A Shepherd’s Bush con un coinquilino: uno studente della facoltà di Odontoiatria di Londra di nome Roger Meddows Taylor. Roger era un batterista e non vedeva l’ora di far parte di una band.
Roger era nato il 26 luglio 1949 al West Norfolk and King’s Lynn Hospital a Norfolk, all’età di otto anni si era trasferito con la famiglia, la sorella minore e i genitori, Winifred e Michael Taylor, ispettore presso il Potato Marketing Board, a Truro in Cornovaglia. Attratto fin da piccolo dalla musica, cominciò a suonare l’ukulele come Brian May per poi passare alla chitarra.
Dopo aver fatto pratica nel garage di casa sua, insieme ad altri amici, Roger formò un gruppo che suonava musica “ skiffle” che venne chiamato Bubblingoiver Boys. Era un quartetto con due chitarristi, lui con l’ukulele e un bassista. Ebbe vita breve e Roger in seguito rivelò senza peli sulla lingua il motivo per cui si erano sciolti. Una volta disse che in realtà nessuno di loro sapeva suonare. “ Strimpellavamo solo le corde.Era orribile”.
All’età di 11 anni, mentre frequentava la scuola di Truro, entrò a far parte del coro della cattedrale. Dopo un po’ si rese conto che per lui era un impegno troppo stressante cantare alle tre funzioni religiose della domenica e così abbandonò il coro, benché l’addestramento della voce che ne ricevette si rivelò prezioso più avanti, quando diventò parte essenziale di quella che sarebbe stata la base di molta musica dei Queen.
Nel 1961 a Roger venne regalata la sua prima batteria e si rese conto che il suo talento era per le percussioni. Durante l’adolescenza suonò la batteria nella locale West Country Bands tali Cousin Jacks e Jhonny Quale and the Reaction , che poi furono conosciuti solo con il nome di Reaction ed ebbero un grosso seguito una volta arrivati a Londra, ma Roger dovette attendere fino al 1967.
Snello, biondo, di bell’aspetto e energico, era rimasto entusiasmato da Jimi Hendrix e dalla musica psicadelica. Les Brown sapeva bene che Roger leggeva avidamente i giornali di musica per entrare a far parte di un gruppo e così gli parlò di quell’annuncio affisso sulla bacheca dell’Imperiale College.
Taylor si mise in contatto con Brian e Tim e loro lo raggiunsero a Sheperd’s Bush. Sfortunatamente aveva lasciato la sua batteria in Cornovaglia e aveva con se solo una serie di bongos con i quali fece impressione sul duo. Brian e Tim avevano portato le loro chitarre acustiche e, subito dopo aver suonato poche note, si resero conto dell’evidente bravura e dell’acume di Taylor.
Staffel ha dichiarato: “ Non posso dire che facemmo un’audizione a Roger, non fu niente di simile. Fu subito ovvio che Roger era la persona che cercavamo”.
May fu d’accordo, ma voleva ancora approfondire in che modo si sarebbe amalgamato il suono di loro tre insieme, così si dette da fare per ottenere l’uso di una stanza del college Jazz Club di modo che il trio potesse avere la possibilità di suonare veramente. Questa session dissipò tutti i dubbi. Tim ricorda: “ L’alchimia era quella giusta. Fu subito chiaro che avremmo unito i nostri sforzi per la solita causa. Avevamo gli stessi gusti musicali, lo stesso senso dell’umorismo e, cosa fondamentale, le stesse aspirazioni”. Se si esaminavano individualmente le loro conoscenze del business musicale potevano essere state approssimative, ma unite insieme divennero determinati e dettero loro tutto l’impeto di cui avevano bisogno. Molto ottimisticamente decisero di chiamarsi Smile.
Brian era nel suo elemento. Sebbene fosse prossimo a dover sostenere gli esami, dedicò molto tempo per provare, per dare alla loro musica uno stile e scrisse molte canzoni insieme a Tim Staffell.
Tim confessa: “ Per me, fu il momento in cui presi seriamente in considerazione la musica. Scrissi le mie prime canzoni con gli Smile, qualcuna in collaborazione con Brian, altre da solo”. Sembrava che tutto andasse per il verso giusto. Avevano persino acquistato un furgone per gentile concessione di Pete Edmunds, un vecchio compagno di scuola di May che divenne il loro primo roadie.
La creatività era davvero molto fertile in quegli anni in Gran Bretagna; in modo particolare il progressive rock prese forza vivacemente fra i veri musicisti.
Andy Powell, chitarrista della progressive rock band Wishbone Ash, ci spiega: “ Il sentimento era che dopo il 1967, che era stato classificato come un anno spartiacque con l’album Sgt. Pepper, si sarebbero aperte le cateratte e che tutto sarebbe stato a portata di mano. Non esisteva il rock costituito. Eravamo molto ingenui. Eravamo cresciuti durante gli anni cinquanta con il jazz, e la musica folk, la musica Celtica, niente che avesse il mordente successivo. Non ci facevamo scrupolo nemmeno di finir per strada a fare la puttana in cerca di ispirazione, era tutto così elettrizzante, mai conformista”.
La forza e l’indipendenza di questa musica attrasse enormemente Brian May. Si sarebbe infatti recato ad assistere ad un grosso evento a Hyde Park per assistere al concerto dei Jethro Tull, un’altra progressive rock band di tutto rispetto. May allora disse: “ Sono rimasto di stucco per il modo di suonare del chitarrista Mick Abraham!”. La vita di Brian stava cambiando in fretta, proprio così.
Il 24 ottobre 1968, alla Royal Albert Hall, Brian ricevette il suo diploma di Laurea di Scienze dal Cancelliere dell’Università di Londra, la Regina Madre.I suoi genitori furono molto orgogliosi del suo successo scolastico e intimamente sperarono anche che intendesse continuare gli studi, sebbene non potessero fare a meno di realizzare quanto per lui fosse importante la musica. Da ora in poi l’obbiettivo di May fu quello di lanciare gli Smile. Furono eseguite le prove e la prima apparizione in pubblico degli Smile, come gruppo di supporto dei Pink Floyd, ebbe luogo in due serate all’Imperiale College. Come inizio niente male.

ps: qui finisce il primo capitolo.

Mercurina89
00mercoledì 14 novembre 2007 10:27
Bellissimi aneddoti e bellissimo modo di raccontare..fino ad ora devo dire che è fatto proprio bene questo libro! (ovviamente grazie anche alla tua splendida traduzione!)

ma questo ukulele ha segnato mezzo mondo in età giovanile? [SM=g27827] va a finire che scopriremo che anche John lo suonava..
queenoverall
00mercoledì 14 novembre 2007 22:36
grazie mille Fabiola per la traduzione.... [SM=g27811]
quanto mi piacerebbe aver vissuto quel periodo della cosiddetta ''swingin' London''...
niente a che vedere con l'attuale panorama musicale....e neanche con il clima che si respira dal punto di vista sempre della musica...
ormai non si vede quasi più nessuno in giro con uno strumento, tranne pochi appassionati (come me... [SM=g27823] )
sono pochi quelli che sanno suonare veramente e che vogliono formare un gruppo avendo idee innovative...
invece in quegli anni della '''swingin' London'' c'erano tante idee nuove e tanta volontà di avere una band....
c'era più ''concorrenza'', ma era anche più facile trovare gente brava a suonare e motivata...
STEALIN'
00giovedì 15 novembre 2007 00:08
Capitolo 2
Grintoso e Ambizioso.

Nel 1968 con una laurea in saccoccia e la possibilità di esibirsi con gli Smile al suo attivo, la vita di Brian ebbe una svolta.
Christine Muller, che tutti chiamavano Chrissy, era una studentessa del Maria Assumpta Teacher Training College a Kensington. La ragazza con cui divideva il suo appartamento, Jo, si vedeva con Roger Taylor. Invitò Chrissy ad accompagnarla ad un concerto degli Smile e le presentò l’amico di Roger. Chrissy era una ragazza snella, con i capelli scuri e lunghi, aveva un viso delicato e quella sera fra lei e Brian scoccò immediatamente la scintilla, anche se i primi tempi si comportarono solo come due buoni amici. Chrissy era contenta di far parte del circolo di amici che seguivano gli Smile in trasferta per i loro concerti.
Autodefinendosi “ La tremenda Band degli Smile” per farsi pubblicità, Roger Taylor prese dei contatti con l’ambiente musicale della sua zona, l’ovest del paese, per assicurarsi un fine settimana di impegni e fu così che la band iniziò ad avere al suo seguito un considerevole gruppo di ammiratori nella sala da ballo PJ di Truro e al Flamingo Ballroom a Redruth. La destrezza di Brian alla chitarra impressionò il pubblico presente, ma lui non si rese quasi conto dell’effetto che suscitava. Era totalmente concentrato sulla ricerca della perfezione. Secondo May, i concerti non erano solo l’occasione per esibirsi, ma piuttosto lo strumento per sperimentare quanti suoni era possibile creare.
Sebbene le serate in campagna fossero dannatamente necessarie per far cassa, la band preferiva esibirsi nel circuito dei college che, verso la fine degli anni ’60, avevano ereditato la musica dai pubs e dai club malfamati per diventare i luoghi principali per ballare al ritmo di musica sincopata sia per le band conosciute sia per quelle che agli albori, e poi pagavano anche meglio.
Il circuito dei college londinesi voleva dire anche molto di più per gli Smile perché si trovava nella zona di Kensington. Dava la sensazione di trovarsi nel posto giusto al momento giusto e nel gennaio del 1969 Brian e company trascorsero molte delle loro serate in un famoso bad che si chiamava Kensington.
In quel momento un ruolo molto importante nella nuova vita di Brian era rappresentato da Chrissy. La loro amicizia era diventata amore. Questa relazione romantica andò ben oltre le esperienze che Brian aveva avuto, al punto che non poteva pensare di vivere senza di lei. Poter contare su una stimolante nonché stabile relazione fu per lui un appoggio fondamentale per perseguire le sue aspirazioni.
Una di queste per gli Smile era di assicurarsi un grande concerto. Erano passati circa tre mesi dal loro debutto come gruppo di supporto dei Pink Floyd, e benché fossero apparsi poco tempo in cartellone con i T-Rex e con i Family, non era successo niente. Successivamente, nel mese di febbraio, ottennero un nuovo ingaggio come gruppo spalla degli Yes al Richmond Atletic Club e furono invitati a prendere parte al concerto di beneficenza organizzato presso l’Imperiale College per aiutare le Ragazze Madri e i loro Figli presso la Halbert Hall.
Il cartellone degli artisti presso l’Albert Hall comprendeva i Free, Joe Cocker e la Bonzo Dog Doo Dah Band. May restò piacevolmente compiaciuto di notare che, invece di essere citati in fondo al cartellone, come si aspettavano, il loro nome figurava sopra quello dei Free, rappresentati dal loro chitarrista Paul Kossof e dal loro vocalist Paul Rodgers. Questo evento fu presentato dal Dj John Peel che, durante la sua trasmissione notturna alla radio, era il paladino di molte band semisconosciute sia Inglesi che Americane che non avevano nessuno altro che dedicava loro un po’ di tempo. All’inizio della serata andò tutto storto. Dopo che gli Smile furono annunciati alla Albert Hall, Brian e Tim corsero sul palco. Tim aveva il cavo della sua chitarra troppo corto e se ne accorse sono al primo accordo quando il cavo si staccò dalla presa di corrente. Ci fu un silenzio imbarazzante. E, come ciliegina sulla torta, chissà perché aveva scelto di suonare a questo concerto senza le scarpe e come risultato si ritrovò i piedi pieni di schegge di legno. Tuttavia, alla fine, gli Smile furono contenti della loro esibizione ed ebbero anche la soddisfazione di ricevere la loro prima recensione da parte di un giornalista che li definì “ Il gruppo musicale più rumoroso del mondo”. Purtroppo fu davvero un peccato che il giornalista si fosse dimenticato di citare il loro nome. Imperterriti gli Smile, nelle settimane successive, non fecero altro che ricordare la loro apparizione a quel concerto parlandone in continuazione anche con i loro amici. In quel circolo di amici Tim aveva introdotto anche un giovane dall’aspetto piuttosto singolare che si chiamava Freddie Bulsara.
queenoverall
00giovedì 15 novembre 2007 22:35
poco fa stavo ascoltando Innuendo (l'album) e quando è arrivata I Can't Live With You ho riflettuto un attimo sul fatto che la canzone parla della fine del matrimonio di Brian con Chrissy...
leggendo l'ultimo pezzo di traduzione ho notato una cosa interessante, nel punto in cui dice:

Questa relazione romantica andò ben oltre le esperienze che Brian aveva avuto, al punto che non poteva pensare di vivere senza di lei.

infatti nel testo di I Can't Live With You dice anche ''but I can't live without you'' (''non posso vivere senza di te'')...riprendendo quindi un sentimento che aveva già nel lontano 1968... [SM=g27817]
è interessante quanto Chrissy sia stata importante per lui e per la sua musica, in quanto lo ha ''spinto'' a credere in lui e nell'andare avanti a suonare...

per chi non sapesse che faccia ha questa Chrissy vi posto una foto [SM=g27827]




P.S. che bello....per una volta spettegoliamo un pò su Brian invece che su Freddie... [SM=g27828]
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 20:40.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com