CALIPARI: PENTAGONO, PER NOI CASO GIA' CHIUSO

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MaTheo!
00mercoledì 7 febbraio 2007 18:42


WASHINGTON - Per il ministero della Difesa americano, restano valide le conclusioni dell'inchiesta militare sulla morte di Nicola Calipari, in base alle quali ''non era richiesta alcuna altra azione'' contro i soldati del checkpoint di Baghdad: e' la risposta del Pentagono alla decisione del Gup di Roma Sante Spinaci di rinviare a giudizio il soldato americano Mario Luis Lozano.

''Il nostro governo ha espresso a suo tempo le proprie condoglianze, che ribadiamo, per una morte tragica'', ha detto all'Ansa un portavoce del Pentagono, il comandante di Marina Joe Carpenter. ''Tuttavia - ha aggiunto Carpenter - noi restiamo ai risultati dell'inchiesta che fu condotta dalle forze della Coalizione nel 2005, incluse le conclusioni ufficiali che sottolineavano che nessuna ulteriore azione era richiesta contro i soldati di quel checkpoint''.

Il Pentagono giudica ''non utile'' aggiungere ulteriori commenti alla vicenda, ha spiegato il portavoce, trattandosi di un caso legale in corso. Il ministero della Difesa americano ha ricordato che spettera' ad altri ''elementi del governo statunitense, in particolare il Dipartimento di Stato, discuterne con le autorita' appropriate in Italia''. In casi internazionali che riguardano militari americani, sono il ministero della Giustizia e il Dipartimento di Stato a farsi carico dell'assistenza ai soldati coinvolti. Il Pentagono, ha ricordato Carpenter, ''non ha mai intenzionalmente reso nota l'identita''' dei militari del checkpoint dove il 4 marzo 2005 fu ucciso Calipari, e per questo non discute lo stato di servizio attuale di Lozano. ''Non diamo informazioni su singoli individui'', ha detto il portavoce.



LOZANO A PROCESSO, VIOLO' REGOLE DI INGAGGIO
Si fara' il processo a Mario Lozano, il soldato Usa che da un check point sulla Irish Route, a Baghdad, sparo' sull' auto dove si trovava Giuliana Sgrena, appena liberata, ed uccise il funzionario del Sismi Nicola Calipari violando ''macroscopicamente le basilari regole di ingaggio''. Il gup di Roma Sante Spinaci ha rinviato a giudizio il militare ed ha stabilito non solo che quello di Calipari fu ''un delitto oggettivamente politico'', ma soprattutto che la giurisdizione italiana ha competenza a giudicare Lozano a dispetto di quanti, invocando l' articolo 10 del codice penale (presenza in Italia dello straniero che abbia commesso reati all' estero ai danni di nostri connazionali), rivendicavano lo stato di improcedibilita' da parte della magistratura.

I pm Franco Ionta, Pietro Saviotti ed Erminio Amelio, a loro volta, si erano appellati ad una aggravante, l' ''offesa arrecata agli interessi dello Stato'', che, di fatto, consente di superare i paletti posti dall' articolo 10. Dunque, a partire dal 17 aprile prossimo, una Corte di assise di Roma, la terza, sara' chiamata a pronunciarsi sulle accuse di omicidio volontario e di duplice tentato omicidio (Sgrena e l' autista Andrea Carpani) rivolte al militare americano. Finora Lozano, e le autorita' del suo Paese, hanno ignorato tutte le iniziative prese dalla magistratura romana sul caso Calipari e anche oggi il Pentagono ha ribadito che per il ministero della Difesa americano ''il caso e' chiuso''. Quasi certamente Lozano disertera' il processo dove, in veste di responsabile civile, sara' citato il Dipartimento della Difesa americano. ''Sono molto soddisfatta di questo primo passo verso la verita' - ha commentato la senatrice Rosa Villecco, vedova di Calipari - mi sembra che la fiducia che ho sempre dimostrato nella magistratura trovi un' ulteriore conferma''.

Chi non si aspettava il rinvio a giudizio e' stato il difensore di Lozano, l' avvocato d' ufficio Fabrizio Cardinali. ''C'erano le condizioni - ha aggiunto - per giungere ad una sentenza assolutoria soprattutto perche' era certa l' esimente per il mio assistito dell' avere agito nell' adempimento di un dovere. Soprattutto, di un dovere che derivava da un ordine di un suo superiore di grado''. ''Noi volevamo il processo e quindi sono soddisfatta -e' stato invece il commento della Sgrena - non voglio, pero', un capro espiatorio in Lozano''. Per il pm Ionta e' ''giusto e giudiziariamente corretto che la morte di Calipari venga ricostruita nella sua dinamica e nelle eventuali responsabilita' dinanzi ad una corte d'assise, luogo deputato alla ricerca piu' attendibile e completa del vero''.

Nelle sei pagine di ordinanza di rinvio a giudizio il gup Spinaci parla di violazione delle regole di ingaggio da parte del soldato per aver aperto il fuoco ''in contemporanea all' accensione della luce'' sulla Toyota diretta all' aeroporto di Baghdad. ''La condotta di Mario Lozano - scrive il gup - appare sorretta da un dolo diretto finalizzato a raggiungere l' obiettivo di bloccare l'autovettura anche mediante il ferimento o la morte dei suoi occupanti quasi certamente previsti o, alternativamente, voluti''. Il gup, inoltre, fa riferimento ad un inquinamento probatorio legato alla distruzione dei ''diari dei servizi (del check point Usa) di quella sera'' e di inattendibilita' delle testimonianze dei militari americani. Nell' ordinanza si precisa inoltre che ''la Toyota Corolla con a bordo Calipari viaggiava a 40/45 chilometri orari all' arrivo al check-point la cui esistenza non era stata comunicata e che era stato organizzato per il passaggio di Nicholas Negroponte''.

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non diciamo niente, altrimenti poi ci scrivono gli ambasciatori di 6 nazioni...

[SM=x100090] [SM=x100098]



King Hunter7
00mercoledì 7 febbraio 2007 18:59
Per loro il caso è chiuso solo perchè ha sbagliato obbiettivo (Calipari e non la Sgrena) altrimenti
1) sarebbe stato chiuso dopo 5 minuti
2) il soldato sarebbe stato promosso a Generale in quei 5 minuti...

E poi si parla di Democrazia Mondiale, quando esiste uno stato che comanda gli altri... [SM=x100075]
PUAH!!!
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