Cannes, tra sesso e politica il primo film cinese su Tienanmen

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vanni-merlin
00giovedì 18 maggio 2006 23:08
Il Festival si lascia alle spalle la delusione "Codice da Vinci" e
apre ai film in concorso. Con Loach e "Summer Palace" di Lou Ye


Cannes, tra sesso e politica
il primo film cinese su Tienanmen

Le esperienze di una studentessa di provincia nella Pechino del 1989
Ma la pellicola non ha ancora ottenuto il visto delle autorità



CANNES - Dopo la sbornia - con annessa delusione - del Codice da Vinci, il Festival oggi apre ai film in concorso. In cui si passa dagli scenari fantathriller del kolossal di Ron Howard alla storia, quella vera: dall'ultimo Ken Loach (The Wind that Shakes the Barney, dramma ambientato nell'Irlanda del 1920) a un'assoluta novità, nel panorama cinematografico. E cioè un film cinese che affronta la vicenda di piazza Tienanmen. Si chiama Summer Palace, è diretto dal quarantenne Lou Ye, è sbarcato sulla Croisette senza aver ancora ottenuto il visto di censura dalle rigide autorità di Pechino.

Il titolo della pellicola - ambientata nel fatidico anno 1989 - fa riferimento al Palazzo d'Estate: edificio che sta accanto al quartiere universitario della capitale cinese e che, per il regista, è una sorta di punto di fuga delle sue memorie degli anni in cui, ancora studente, ha assistito in prima persona agli storici e drammatici eventi di piazza Tienanmen.

Per farli rivivere, Lou Ye costruisce un ampio affresco generazionale - coi protagonisti sospesi tra sesso, ricerca della felicità, passione politica; un po' sulla scia di "The Dreamers" di Bernardo Bertolucci, per fare un paragone illustre. Ma, perfino al di là della cifra stilistica, Summer Palace è di per sé un piccolo grande evento, visto che è il primo film cinese a parlare dei giorni di Tienanmen, finora tabù storico e culturale imposto dalle istituzioni alla generazione di cineasti cinesi.

Quanto alla trama, il film è una sorta di ritratto intimo di una ragazza di provincia, Yu Hong, che lascia la sua città nel nord della Cina per andare a studiare all'università di Pechino. Alle sue spalle un amore intenso, di fronte a lei la grande città, il quartiere universitario, il dormitorio che condivide con le nuove compagne. Il suo umore inquieto si risolve in una ricerca assoluta dell'amore attraverso il corpo, e la passione che la lega a un altro studente, Zhou Wei, diviene l'oggetto di un'ossessione vissuta con dolore e paura di perdita.

Intanto, tutto intorno, la realtà si muove, negli studenti si riflette il fermento di un paese in cerca di nuova libertà, Tienanmen è a un passo. Prima una speranza, poi - con l'arrivo dei militari - una ferita rimasta aperta fino a oggi, nella generazione dei quarantenni: quella cui appartiene il regista.

Insomma, un'opera importante. Presente a Cannes non casualmente: il film infatti è anche la prima coproduzione tra Francia e Cina. Le autorità di Pechino, però, ancora non si sono pronunciate sul famoso visto di censura (oltre al versante politico, ci sono anche le scene di sesso); e forse per questo in conferenza stampa il regista è particolarmente cauto. "Faccio qualsiasi taglio purché esca in Cina - dichiara - nel caso, sono d'accordo nel sopprimere tutte le scene che vogliono. Il mio è solo un film d'amore". Sarà ma visto dalla Croisette, ciò che resta impresso è proprio lo sfondo politico.


(18 maggio 2006)


da: www.repubblica.it/2006/04/sezioni/spettacoli_e_cultura/cannes2006/film-tienanmen/film-tienan...


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