Daisy, la gatta cieca capace di cacciare e di orientarsi

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Akela il solitario
00lunedì 28 gennaio 2008 22:09
Daisy, la gatta cieca capace di cacciare e di orientarsi



Da www.lastampa.it/lazampa/

TEXAS
La resistenza dei gatti alle malattie, agli incidenti e la sua capacità di sopravvivere a cadute anche da notevoli altezze sono diventate proverbiali: di loro si dice proprio che abbiano sette vite e non una sola. E nei paesi anglosassoni queste vite "salgono" addirittura a nove: gli inglesi infatti dicono “to have nine lives as a cat” (avere nove vite come i gatti). Le storie che sembrano confermare i proverbi sono moltissime e tutte incredibili. Una di queste è quella di Daisy, ma con l'aggiunta di qualche aspetto che rende ancora più soprendente questa gatta.

Kathi Robinson aveva conosciuto questa gatta sette anni fa, quando all'età di circa cinque mesi giocava in una strada di fronte alla scuola in cui di l'insegnante texana lavorava. Due anni dopo, la gatta venne investita da un'auto proprio di fronte alla casa della signora Robinson che la trovò al bordo della strada in fin di vita e con serie ferite alla testa.

Il marito di Kathi non ci pensò due volte e la portò dal veterinario che la operò salvandole la vita e, dopo 17 giorni di degenza in ospedale, la gatta "battezzata" Daisy entrò a far parte della famiglia. Sin qui, una storia di strada come tante altre, ma con il lieto fine del salvataggio dell'animale. L'incidente non è però stato senza conseguenze: Daisy rimase praticamente cieca a causa del forte impatto alla testa.

E' la signora Robinson a raccontare al un giornale locale The Dallas Morning News la particolarità della sua Daisy: "Nel giorno della festa della Mamma, circa tre anni fa, ho aperto la porta e la mia Daisy mi stava aspettando con un uccello morto in bocca che aveva catturato".

Inaspettatamente, la mancanza della vista non sembra crearle grossi problemi: non solo è comunque una predatrice, ma non le capita mai di scontrarsi con una panca sul patio o contro gli alberi in giardino. Melissa, la figlia della signora Robinson, racconta: "Non mi ricordo che Daisy abbia impiegato molto tempo a orientarsi in casa appena tornata dall'ospedale dopo l'operazione".

La gatta si innervosisce solo quando gli ospiti decidono di prenderla in braccio e la signora Robinson crede che sia dovuto al senso di disorientamento che la gatta avverte. Ma anche in questo caso impiega poco a tranquilizzarsi e a diventare la preferita di tutti.
Akyaky
00mercoledì 30 gennaio 2008 12:58
Bellissima cosa [SM=x1368070] ma non è un caso isolato... tanti animali se la cavano benissimo senza vista o udito, o una zampa... al contrario di noi non si scoraggiano, non si danno per vinti. E vivono felicemente.
ciuteina
00mercoledì 30 gennaio 2008 16:24
Proprio così. Si adattano alle menomazioni molto meglio di noi.
Bisognerebbe spiegarlo a certi veterinari dalla "punturina facile"...
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