Re:
dianamore, 04/01/2009 0.49:
mi riferisco alla Diana protettrice delle partorienti, le cui sacerdotesse vegliano il sacro fuoco e tramandavano i saperi della Grande Madre attraverso riti legati alla Natura ed alla fertilità---mi riferisco a diana nemorensis, derivante dalla greca Artemide detta cynthia...da cui prende nome Cynthianum, la città in cui attualmente vivo, nei pressi del lago di nemi, in cui sorgeva il più grande tempio dedicato alla Dea, delle dimensioni dell'attuale S. Pietro...in cui periodicamente è possibile vedere il prodigio della triplice luna...mi riferisco ad una conoscenza che nasce dal desiderio di Unire, in questo mondo, cio che è Separato...parlo di un'Energia sopita da risvegliare, di una energia che, ne positiva, ne negativa, se orientata con onestà ed amore, è in grado di curare noi stessi e l'intero pianeta.. perchè vale il principio della risonanza: così in alto, così in basso.Parlo dei rituali sacri che si svolgevano percorrendo i cuniculi sotterranei che univano i tre laghi: il lago di Diana (il principi materno e lunare), il lago di castelgandolfo (principio solare, il padre, maschile) in cui non a caso sorge la residenza papale e il lago di vallericcia (ora una valle) che rappresentava l'unione tra i due, il figlio, la creazione.
tu di cosa parli, quando ti riferisci a Diana?
Beh in questo caso non mi riferisco proprio a nulla dal momento che sto cercando di capire a cosa ti riferisca tu per risponderti in modo pertinente....se preferisci che ti dia una risposta una tanto al metro posso farlo, ma non è mia abitudine.
L'aspetto di Diana come levatrice certamente esiste, ma è motivato in maniera molto diversa da quello, ad esempio, di Iuno Lucina (che è madre in ogni senso). Diana vi sovraintende soprattutto come divinità legata ai momenti di passaggio (infatti spesso le giovani madri devono guardarsi dal suscitare la sua "invidia"): resta comunque una vergine e, in questo senso, è lontana dall'essere considerata una dea della fertilità.
Devi anche considerare che il concetto delle hieros gamos divine spesso non rappresenta strettamente un rito di fertilità, ma può derivare anche da un'unione "concettuale": la dicotomia sole-luna spesso rientra in questi casi. Diana era venerata dai romani in quanto punto di congiunzione (e, in questo caso, di unione) tra terra e cielo; ma questo rientra ancora nella sua funzione di colei che presiede i confini. Inoltre , nel mondo romano, l'unione con Diana conferisce la regalità (come dimostra la figura del suo sacerdote detto rex nemoriensis) e ha quindi una valenza del tutto simbolica che non ha molto a che vedere con l'amore che unisce.
Spulciando tra i vari culti dedicati a Diana troverai sicuramente un qualche accenno che possa far pensare alle caratteristiche della Dea come Grande Madre, però saranno più che altro varianti locali del culto (spesso causate dalla fusione con altre divinità preesistenti): Diana è, e rimane, dea vergine della caccia, della fanciullezza, dei boschi e di tutto ciò che si trova sul limitare; non a caso era spesso identificata con Ecate che con fertilità e maternità ha ben poco a che spartire.