Discovery: alto il rischio di morte

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xvalentino
00mercoledì 28 giugno 2006 11:21
La missione dello shuttle Discovery ha una possibilità su cento di concludersi con la morte degli astronauti. E' questa l'ultima stima shock della Nasa in vista del countdown del primo luglio dal Kennedy Space Center, in Florida. Secondo quanto riferito dagli esperti dell'agenzia Usa, la percentuale di rischio non sarebbe diversa da altre missioni del passato, ma questa volta il dato assume nuovi significati.


Il Discovery, infatti, si appresta al lancio nonostante il parere negativo di due alti dirigenti della Nasa. A preoccupare gli esperti, ancora una volta è la fragilità del rivestimento esterno dei serbatoi, già fatale nel 2003, quando il Columbia esplose al rientro nell'atmosfera, e ancora protagonista in negativo nel 2005, durante il primo test del nuvoo shuttle.

Il problema, stando ai due tecnici dell'agenzia addetti alla sicurezza che hanno espresso i loro dubbi durante il briefing finale per dare il via libera alla missione, non è stato ancora risolto del tutto, ma il capo della Nasa, Michael Griffin, si è assunto la responsabilità di avviare i preparativi per il lancio. "E' stata una decisione difficile, altamente tecnica, che ha tenuto conto di un gran numero di fattori per valutare i rischi", ha detto Griffin.

Della stessa opinione non sono invece altri esperti. Secondo Michael Stamatelatos, direttore della sicurezza alla Nasa, le possibilità della perdita della navetta sono ufficialmente di 1 a 100, ma in molti si chiedono se stavolta non possano essere anche superiori. Il tasso di rischio che la Nasa riconosce ufficialmente è comunque aumentato di molto: all'inizio del programma degli shuttle, prima che esplodesse il Challenger, veniva ottimisticamente calcolato in 1 su 7.000.

A gettare ulteriori ombre sui rischi del lancio c'è inoltre il repentino licenziamento di Charles Camarda, direttore degli ingegneri del Johnson Space Center della Nasa che è stato rimosso dalla squadra di lancio dello Shuttle Discovery dopo aver espresso il suo appoggio ai dubbi di Bryan O'Connor, il capo della sicurezza, e di Chris Scolese, l'ingegnere capo.

Gli unici a non avere dubbi sul successo della missione sembrano invece i sette membri dell'equipaggio, già arrivati a Cape Canaveral per i preparativi finali. "E' grande essere finalmente qui, dopo un così lungo addestramento, e dare un'occhiata alla rampa da cui partiremo", ha detto l'americano Mike Fossum. "Dopo anni e anni di preparazione, siamo finalmente vicini", ha aggiunto il tedesco Reiter, che resterà sulla Stazione Spaziale internazionale per sei mesi. Il fascino dello spazio fa dimenticare ogni pericolo.

www.tgcom.mediaset.it/tgtech/articoli/articolo316306.shtml
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