RICHIESTA APPROVAZIONE CONOSCENZA LINGUA ELFICA
Premessa
Emerod, in base a quanto indicato nel BG, imparò a parlare la lingua quenya fin dalla tenera età di 4 anni... quando venne affidata al suo precettore, l'elfo silvano Paithan Quindiniar.
Di seguito sono riportate le role a prova di tale conoscenza.
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Automastering
In attesa di approvazione, postato sul sito dei master nell'apposita sezione con i tre asterischi (***)
Link: freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=8181683&
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Role n° 1
La role si è svolta presso la biblioteca di Barrington in data 19-10-2008 alle ore 13.30 con l'elfa Fanni.
Situazione luogo
Emerod passeggiava lungo le vie Barrington quando qualcosa le fa decidere di recarsi alla biblioteca seguita dal suo fedele e inseparabile canide.
Role
FANNI {Biblioteca}Spinge la porta massiccia, facendo poi scorrere la mano sotto il mantello verde. Il cappuccio calato le copre il viso, lasciando intravedere solamente alcune fattezze tipiche della sua razza. Il mento appuntito e il nasino dolce, fino alle orecchie, leggermente più lunghe rispetto a quelle umane. Mentre il falco aspetta sul tetto dell'edificio, ispezionando la gente ed i passanti, gli occhi smeraldini dell'elfa controllano gli scaffali oltre la prima sala. Indifferente, sale le scale, alzando leggermente i piedi, sembrava quasi che stesse volando tanto era l'eleganza del suo portamento. Notò subito la figura che sembrava aspettare qualcuno oltre la porta del salotto. Dirigendosi decisa verso gli scaffali più logori, afferrò un vecchio tomo, rilegato in cuoio, logoro e sudicio. *
I maldë parmar nar yai anúvani cenenna. * Pensa ridendo fra se e se. L'espressione in volto è sempre ineguale: una maschera imparziale statuaria e perfetta.
EMEROD [biblioteca] entrò nella biblioteca con passo felino onde evitar di disturbare lo studio di eventuali presenti. Con passo veloce si diresse nella sala di lettura ove vi erano gli scaffali dei libri e una volta lì, si guardò in giro notando la presenza di un'altra figura: un bellissimo elfo femmina che stava prendendo un vecchio tomo da uno scafale. Le si avvicino e in perfetto elfico la salutò “
Sid vobis vanimelda quendi. Elen síla lúmmen’ omentilmo. Ninya essë ná Emerod Naga Calliope. Es Emerod, an lë... Lenya essë mana ná, melin quendi?”.
FANNI {scaffale}Alza appena lo sguardo per osservare la ragazza che le sta di fronte. Indecisa se parlare o meno alla fine verbia *
Sid vobis hérinicë Emerod, quel ré…* Non aggiunge altro per qualche secondo, mentre velocemente ispeziona tutta la figura. *
Më, eldar… Ma poluvarlvë oiale harya aqua estel mi atani? Mankoi sina vendë quetë nin? Umë mára sercë imbë i menya liet.. nó sina hérinicë anta nin i noa lá haryaon morimaiter selmar, aranyë. * I pensieri volano leggeri nella sua mente, mentre sussurra a bassa voce *
Ninya essë ná Fanni Beatriz Agular, ninya heri…* Con un moto cortese s'abbassa il cappuccio, rivelando ancor più tutte le sue dolci fattezze.
EMEROD [biblioteca/scaffale] dal sussurro della giovane elfa ne comprese il nome: Fanni. La giovane Emerod verbiò “
Melin Fanni, cenen ya ëal ruck óni. Lá urúciel nin, nan mára. Merin carë nilmë ólë. Istal, ardanyassë, eldar ar atani ócuinar senda, haranye yá! ” e sorrise socchiudendo gli occhi.
FANNI {Scaffale}Non risponde a cotal domanda, ma riprende *
San’… Ma merel qua mi satya?* chinando leggermente il capo, osservando con aria impassibile gli occhi della giovane. Da sempre il suo sguardo inizialmente poteva sembrar arrogante, ma non per smania di dimostrarsi superiore, bensì poiché era una delle sue caratteristiche. L'eredita ricevuta dal padre, consisteva pur nell'orgoglio d'esser elfo; perciò non con cattiveria, ma come abitudine, osservava piena di se le persone.
EMEROD [biblioteca/scaffale] con quella giovane elfa si sentiva a suo agio e le riportò alla mente il suo caro precettore Paithan un elfo silvano di mezz'età. Fu ridestata da suo ricordo dalle parole della giovine elfa a cui rispose “Úqua satyao, melin quendi”. Fermò il suo verbiare, tossi per schiarissi la voce, sorrise dolcemente e poi proseguì “
Lissë heri quendi Fanni, ma ëal elyë sinomë ten cenda yárë quenderin parmar? I parma ya haryal lenya mássë… Mana ëas? Ma ná parma laireo? Istan i quenderin nóle, ninya ingólemo Paithan enge Taur’quessir ar nin enge vë anwa atar.” e volse lo sguardo alla giovane elfa in attesa di una sua risposta. Emerod amava molto parlare nella lingua elfica, lingua difficile ma dalle sonorità assai aggraziate.
FANNI {Scaffale}Aggrotta appena le sopracciglia, mentre ascolta il discorso della ragazza. Pensa nella sua mente *
Satya i care ya elda tirico atanen… orilqua mai sina elda ná Taur’quessir… më, Taur’quessir, nar sailaina lerinë onna taurion, mai lá rúr.* Ripensa alla sua libertà messa un po’ in crisi dal mondo appena scoperto...poi il suo pensiero va ad Olin il bel falco che proprio il giorno prima le aveva detto di volersene andare.. invece eccolo la, cosciente del fatto che troppo, avrebbe fatto. Ridestata dai suoi pensieri verbiò all’umana “
Haryanel Taur’quessir vë ingólemo… Satya sina care!”.
EMEROD [biblioteca/ scaffale] ascoltò il verbiare dell’elfa. Non comprendeva il motivo per cui fosse così strano avere per precettore un elfo, infondo nelle terre da cui proveniva era una cosa molto comune. Guardò l’elfa notando l'espressione accigliata delle giovane e verbiò “
Lissë quendi Fanni…Ma ëa qua ya umë? Ma ilqua vandë?”
FANNI {Scaffale}La domanda non la stupisce. Muta l’espressione del volto, un sorriso radioso le si apre in viso mentre verbia *
Nan erinqua reaninqua…*poi si fermò per un istante, per poi verbiare in lingua comune *
Hérinicë Emerod, bragol vanda mauya nin lelya alavë nómë. Nai quetë ólë ar auta len nanquenie maquetelyan. Tenná ento lye omenta. Sid vobis. * Con un inchino degno di rispetto, la saluta, uscendo dalla biblioteca.
EMEROD [biblioteca/scaffale] sorrise verso la giovane quendi e con un filo di voce verbiò “
Hantale hérinicë Fanni! Óni, lë ná olë nilda... Mára mesta an ni véla lë ento, ya rato nëa. Quel ré lissë quendi. Sid vobis.”. Appena la cara lady Fanni abbandonò la biblioteca, Emerod si ricordò di un impegno che la richiamava altrove, indì con passo veloce e fiero si diresse verso la porta della biblioteca ed anch'ella uscì dalla biblioteca.
TRADUZIONE FRASI
I maldë parmar nar yai anúvani cenenna
I libri migliori sono quelli più brutti alla vista
Sid vobis vanimelda quendi. Elen síla lúmmen’ omentilmo. Ninya essë ná Emerod Naga Calliope. Es Emerod ,len... Lenya essë mana ná, melin quendi?
Sid vobis bellissima elfa. Una stella brilla sull’ora del nostro incontro. Il mio nome è Emerod Naga Calliope. Solo Emerod, per voi… qual è il vostro nome, cara elfa?
Sid vobis hérinicë Emerod, quel ré…
Sid vobis lady Emerod, buon giorno...
Më, eldar… Ma poluvarlvë oiale harya aqua estel mi atani? Mankoi sina vendë quetë nin? Umë mára sercë imbë i menya liet.. nán sina hérinicë anta nin i noa lá haryaon morimaiter selmar, aranyë.
Noi, elfi… potremmo mai avere completamente fiducia negli umani? Perché questa fanciulla mi parla? Non c’è buon sangue fra le nostre due razze...ma questa ragazza mi dà l’idea di non avere cattive intenzioni contro di me.
Ninya essë ná Fanni Beatriz Agular, ninya heri…
Il mio nome è Fanny Beatriz Agular mia signora...
Melin Fanni, cenen ya ëal ruck óni. Lá urúciel nin, nan mára. Merin carë nilmë ólë. Istal, ardanyassë, eldar ar atani ócuinar senda, haranye yá.
Cara Fanni, vedo che siete diffidente contro me. Non abbiate paura, sono buona. Sapete, nel mio regno, elfi e umani convivono in pace, secoli or sono!
San’… Ma merel qua mi satya?
Dunque…Desiderate qualcosa in particolare?
Lissë heri quendi Fanni, ma ëal elyë sinomë ten cenda yárë quenderin parmar? I parma ya haryal lenya mássë… Mana ëas? Ma ná parma laireo? Istan i quenderin nóle, ninya ingólemo Paithan enge Taur’quessir ar nin enge vë anwa atar.
Dolce signora elfa Fanni, siete anche voi qui per leggere antichi libri elfici? Il libro che avete nella vostra mano… che cos’è? E’ un libro di poesia? Io conosco la cultura elfica, il mio precettore Paithan era un elfo silvano e per me era come un padre.
Satya i care ya elda tirico atanen… orilqua mai sina elda ná Taur’quessir… më, Taur’quessir, nar sailaina lerinë onna taurion, mai lá rúr.
Particolare il fatto che un elfo badi a un umano.. soprattutto se quest'elfo è un elfo silvano… Noi, elfi silvani, siamo considerati libere creature dei boschi, se non selvaggi.
Haryanel Taur’quessir vë ingólemo… Satya sina care!
Avere un elfo silvano come precettore… Particolare questo fatto.
Lissë quendi Fanni…Ma ëa qua ya umë? Ma ilqua vandë?
Dolce elfa Fanni…c'è qualcosa che non va? Tutto bene?
Nan erinqua reaninqua
Sono solo sorpresa...
Hérinicë Emerod, bragol vanda mauya nin lelya alavë nómë. Nai quetë ata ólë ar auta len nanquenie maquetelyan. Tenná ento lye omenta. Sid vobis.
Un impegno improvviso mi obbliga ad andare in diverso luogo. Spero di parlare ancora con voi e darvi risposta alle vostre domande. A quando ci rincontreremo. Sid vobis.
Hantale hérinicë Fanni! Óni, lë ná olë nilda… Mára mesta an ni véla lë ento, ya rato nëa. Quel ré lissë quendi. Sid vobis
Grazie lady Fanny! Con me siete molto cordiale… Addio fino a quando non ti rivedrò, che spero sia presto. Buona giornata dolce elfa. Sid vobis.
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Role n° 2
La role si è svolta presso il Sacro Tor in data 04-11-2008 alle ore 22.30 con l'elfo Palmarios (che sparisce mistriosamente) e l'elfo Khender.
Situazione luogo
Lady Shanac e Ser Danniud si trovano al Sacro Tor intenti nelle loro effusioni romantiche. Un'elfo si avvicina rimanendo in disparte ad osservarli, quando soppragiunge Emerod.
Role
EMEROD [sentiero] si stava avvicinando con passo calmo e lesto al sacro Tor. Già sentiva il tiepido zefiro soffiare tra i suoi cappelli. Arock zampettava accanto alla padrona. Era una bellissima serata, ideale per osservar le stelle.
PALMARIOS [sentiero] mano a mano che la meta si avvicinava una strana emozione lo colse, l'eccitazione del momento lo fece distrarre e non si accorse della presenza di altri se non quando i dolmen erano ormai prossimi. Notò un umano e una mezz'elfa intenti in una conversazione, mentre un'altra figura umana si stava avvicinando da un altro sentiero, Palmarios decise di restare in disparte ed osservare il procedere degli eventi.
SHANAC {dolmen} sorride ''ma no, io? come ti viene in mente?'' un'altra linguaccia mentre in lontananza sente altri passi, forse altri che vogliono contemplare la magia del luogo
DANNIUD (dolmen) si avvicina si toglie il cappuccio mostrando il viso , la osserva verbia” hai udito qualcosa ?”
EMEROD [dolmen] era giunta nelle vicinanze dell’entrata del Sacro Tor, quando sentì dei passi giunger dietro di lei. Eran passi molto leggeri, si voltò e vide un elfo. Per farlo sentire a suo agio, decise di volgersi a lui verbiando nella lingua elfica. Benché ella fosse un'umana, dalla sua bocca uscirono perfette sonorità elfiche ''
Sid vobis heru elda. Elen síla lúmmen’ omentielvo. Ninya essë nà Emerod. Lenya essë mana ná, heru elda?''.
PALMARIOS [dolmen] udendo le dolci melodie della propria lingua il timore di palmarios svanì, si diresse verso l'umana, deglutì un paio di volte e cercò di verbiare ma le parole non gli uscirono dalla bocca per la troppa timidezza.
SHANAC {dolmen}si volta or in direzione dei rumori, un verbiare in una lingua a lei sconosciuta, o quasi, acciglia gli occhi e verbia [mi pare elfico, c'è qualcuno laggiù] per quanto si sforzi ad ascoltare non riesce ad intendere il verbiare, suo padre non le aveva mai insegnato l'elfico.
DANNIUD (dolmen) verbia “ si mi e sembrato di udire qualcosa” il zefiro che soffiava tra i dolmen faceva udire dei strani suoni. China il capo e verbia “non hai capito nulla, comunque si odono anche dei passi di animale”.
EMEROD [dolmen] osservò l'elfo avvicinarsi, le pareva volesse far amicizia e non avendo ricevuto ancora risposta alla domanda precedente, verbiò nuovamente verso l'elfo “
Ninya essë ná Emerod, heru elda… Lenya essë mana ná?'' e attese nuovamente risposta dall’essere con le orecchie a punta.
PALMARIOS [dolmen] finalmente la voce uscì e disse balbettando ''
N.... Nan Palmarios ...''
SHANAC {dolmen} scuote il capo ''no, mio padre la conosceva, cosa logica essendo un elfo'' sorride, poi tende di nuovo le orecchie a punta e verbia ''si hai ragione. Il verbiare è donna, magari si tratta di lady Emerod che è giunta fin qui con Arock''.
DANNIUD (dolmen) verbia “attendiamo che si avvicinino !!”
PALMARIOS [dolmen] si frugò nelle tasche ed estrasse un paio di foccacine avvolte con una foglia, ne porse una a Emerod ed in elfico gli disse che un paio di bocconi l'avrebbero senz'altro fatto recuperare le forze.
EMEROD [sentiero] sorrise all'elfo da cui ottenne l’agoniata risposta. La giovane era felice di sentire quella voce così soave dalle dolci assonanze elfiche e disse ''
Tyáve, nan alassë istal, heru Palmarios. Ma ëal vinya Avalono?”
SHANAC {dolmen} ascolta ancora quel verbiare, per quanto non lo intende l'affascina comunque. Poi torna a rivolgersi a Danniud ''che avventure hai vissuto oggi?''
DANNIUD (dolmen) verbia “ti faccio vedere una magia, un giorno in una calda sera d’estate mi trovai in una radura ai piedi di un monte non sapendo dove mi trovavo , interrogai i miei amuleti” misi la mano nella sacca e li presi. Essi erano due ossa di pollo, quelle della coscia, un sasso di colore verde e uno di colore blu e delle conchiglie, li raccolsi nel palmo della mano destra e a meno di mezzo metro li fece cadere a terra per prevedere il futuro…” tacque momentaneamente per vedere l’espressione di lady Shanac, poi verbia “mi sono preso gioco di te” e sorride divertito.
EMEROD [sentiero] l'elfo non rispose alla domanda, come era apparso era sparito, indi riprese il passo giungendo al Sacro Tor ove trovò i suoi amici Lady Shanac e Ser Danniud. Lì salutò con un gran sorriso in volto ''Sid vobis amici!''
SHANAC {dolmen} accortasi che si stava burlando di lei, finge un'espressione offesa incrociando le braccia sotto il seno. Ma subito dopo torna a sorridere, proprio nel momento in cui giunge lady Emerod. Sempre sorridente la saluta ''Sid vobis lady Emerod, siete giunta proprio nel momento in cui la stavo facendo pagare al nostro caro Danniud, qui presente '' detto ciò con un balzo gli finisce addosso facendogli il solletico.
KHENDER [sentiero] un altro giovane elfo, durante questa tiepida nottata, era in cammino verso Tor, il suo passo procedeva svelto e deciso, quando finalmente giunse al termine del sentiero ove intravide i dolmen e percepì la forza magica che permeava quel luogo.
DANNIUD (dolmen) il cane di lady Emerod, Arock, si avvicina scodinzolando, avvicina il muso al viso di Danniud gli lecca , poi si mette un po’ in disparte e abbaia, poi si avvicina di nuovo e lecca il viso di Danniud, ora Danniud con le spalle a terra sorride e verbia “mi arrendo due contro uno non è leale” continua a sorridere divertito.
KHENDER [dolmen] altri erano intenti in strani ''rituali'' che all'apparenza nulla avevano a che fare con la magia, ma vista la giovane età dell'elfo e la sua modesta esperienza restò a guardare incuriosito l'evolversi degli eventi restando in disparte, come si addice ad un elfo ben educato come si riteneva.
EMEROD [dolmen] era felice di veder gli amici e verbiò ''lungo il sentiero ho trovato un 'elfo con cui ho comunicato in elfico ma come è apparso così è sparito. Strano non vi pare?'' attendendo la risposta degli amici si voltò verso il sentiero, notando un'ombra in disparte con le orecchie a punta. Forse l'elfo di prima e gli verbiò in elfico ''
Tulel sinomë, heru elda!”' poi si volse verso gli amici e tradusse ''Gli ho detto di venir qui se per voi non è un problema.'' e sorrise nuovamente.
SHANAC {dolmen} sorride, non ha capito nulla ma non fa niente, era ancora stesa su Danniud e verbia ''si certo, fallo accomodare''
DANNIUD ( dolmen) il cane saltella intorno ai due abbaiando, ora si avvicina a Danniud e poggia le zampe anteriori su Danniud come se volesse aiutare Shanac, ora non fa più resistenza sorride, osserva Emerod a cui verbia '' Sid vobis'', poi volge lo sguardo all'elfo verbiando '' Sid vobis''.
KHENDER [dolmen] ''Sid vobis'' rispose Khender sorridendo a Danniud, poi si volse verso lady Emerod e verbiò “
Quetel mára ninya lambë, melin hérinicë. Manen istal i quenya lambë?”.
EMEROD [dolmen] ascoltò il verbo dell'elfo e rispose in perfetto elfico “
Ninya Ingólemo Paithan enge Taur’quessir ar istien i quenya lambë son.” indi tradusse agli amici ''Gli ho detto che ho imparato l'elfico da Paithan il mio precettore.''. Si volse nuovamente all'elfo e verbiando gentilmente “
Tulel sinomë, haru elda. Lá urúciel nin!” e attese che l'elfo si avvicinasse.
SHANAC {dolmen} osserva curiosa nella direzione dei nuovi passi, chissà di chi si trattava. Non era ancora scesa da Danniud che stava ancora con le spalle a terra.
DANNIUD (dolmen) verbia” stai comoda, anche io “ sorride verbia” da qui si vede un bel panorama , in celo ci sono delle stelle con dei strani colori”
EMEROD [dolmen] per esser gentile verbiò all'elfo presentado i suoi due amici ''
I pereldar nà Lady Shanac ar i nèr nà Ser Danniud. Toi nantë ninya vorondili!'' poi osservò l'elfo e vide che non era quello di prima indi verbiò ''
Umel Heru Palmarios…” . Si fermò nel suo verbiare. Tossi per schiarir la voce e riprese con i soliti convenevoli di prima conoscenza “
Nan Emerod. Heru elda, lenya essë mana ná?''.
KHENDER [dolmen] l'elfo si avvicinò in modo da poter distinguere chiaramente Emerod, non c'era dubbio, lui aveva già visto quella persona, questo pensiero lo rese assente per un po' poi si riprese e disse ''conosco la vostra lingua, mylady, il mio nome è Khender''
SHANAC {dolmen} si volge a Danniud e verbia scherzando ''ma tu guardi me o le stelle?'' gli da un tenero bacio per poi tornare a guardare la figura che ora si sta mostrando.
DANNIUD ( dolmen) con un colpo di reni si libera facendo scendere Shanac, si alza, stende la mano a Shanac per farla alzare, poi la abbraccia e verbia” ora devo andare un lungo cammino mi attende “ volge lo sguardo ai nuovi arrivati e verbia “Sid ora devo andare” da un tenero bacio a Shanac e muove passo verso il sentiero volge lo sguardo a Shanac “ rimani, ci vediamo domani”.
EMEROD [dolmen] sentendo parlar l’elfo in umano esclamò ''
Heru elda Khender Quetel i lambë firya!'' tacque sbalordita e appena si riprese dallo stupore continuò il suo verbo “
Heru Khender, Manen haryal carë istao lambelma?Ma acúiniel imbë atani?Heru Khender, nyarë men…”
SHANAC {dolmen} saluta il nuovo arrivato ma purtroppo non può trattenersi molto poiché anche lei è molto stanca, verbia ''sid vobis e ben arrivato, perdonare la mia mancanza ma ora devo andare anch'io, spero di incontrarci in futuro, ma per ora buona notte'' sorridendo con un cenno saluta i presenti e segue Danniud per andare alla locanda.
KHENDER [dolmen] la guardò fissa negli occhi e le rispose ''Ho avuto il privilegio di conoscere diversi umani che mi hanno insegnato la vostra lingua, con loro ho solcato le fredde acque del nord in cerca del diamante di ghiaccio, ho affrontato le correnti del sud alla ricerca di piante esotiche, poi dopo il naufragio sono approdato in queste terre, questa è la mia storia.''
EMEROD [dolmen] sorride e verbia in lingua comune '' Capisco, viaggio avventuroso. Io invece provengo da un regno lontano dove uomini ed elfi convivono da secoli e il mio percettore, come vi ho detto, era un elfo. Son felice che siete qua. Amo la compagnia degli elfi e la loro lingua…
i quenya lambë!'' e fece un occhiolino al messere dalle orecchie a punta. Arock nel frattempo gironzolava annusando i dolmen.
KHENDER [dolmen] ''scusate l'ardire mia signora, potreste essermi d'aiuto nel risvegliare in me le arti magiche che da tempo sono sopite ?''
EMEROD [dolmen] rispose gentilmente ''mi spiace messere, ma io sono spadaccina e la magia non la conosco. S'è fatto tardi e vado a coricarmi.!
Quel undome, Heru elda Khender, melin vinya sermo. Namárië, Tenna’ ento lye omenta. Sid Vobis.'' Salutò l'amico è sparì nella notte.
KHENDER [dolmen] verbiò “
Chanden.Quel undome hérinicë Emrod. Tenn’enomentielva.” e osservò la giovane umana allontanarsi dal luogo. Poco dopo anch’egli riprese la strada per Avalon nella speranza di trovar qualcuno che potesse aiutarlo a risvegliare i suoi poteri sopiti.
TRADUZIONE FRASI
Sid vobis heru elda. Elen síla lúmmen’ omentielvo. Ninya essë nà Emerod. Lenya essë mana ná, heru elda?
Sid vobis signor elfo. Una stella brilla sull’ora del nostro incontro. Il mio nome è Emerod. Qual’è il vostro nome signor elfo?
Ninya essë ná Emerod, heru elda… Lenya essë mana ná?
Il mio nome è Emerod, signor elfo… Qual’è il vostro nome?
N.... Nan Palmarios ...
I…. Io sono Palmarios…
Tyáve, nan alassë istal, heru Palmarios. Ma ëal vinya Avalono?
Piacere, sono felice di conoscervi, signor Palmarios. Siete nuovo di Avalon?
Tulel sinomë, heru elda!Venite qui, signor elfo!
Quetel mára ninya lambë, melin hérinicë. Manen istal i quenya lambë?
Parlate bene la mia lingua, cara piccola lady. Come conoscete la lingua elfica?
Ninya Ingólemo Paithan enge Taur’quessir ar istien i quenya lambë son.
Il mio maestro Paithan era un elfo silvano e ho imparato la lingua elfica da lui.
Tulel sinomë, heru elda. Lá urúciel nin!
Venite qui, signor elfo. Non abbiate paura di me!
I pereldar nà Lady Shanac ar i nèr nà Ser Danniud. Toi nantë ninya vorondili!
La mezzelfa è Lady Shanac e l’uomo è Ser Danniud. Loro sono miei fedeli amici!
Umel Heru Palmarios…
Non siete signor Palmarios…
Nan Emerod. Heru elda, lenya essë mana ná?
Io sono Emerod, signor elfo. Qual è il vostro nome?
Heru elda Khender Quetel i lambë firya!
Signor elfo Khender parlate la lingua umana!
Heru Khender, Manen haryal carë istao lambelma?Ma acúiniel imbë atani?Heru Khender, nyarë men…
Signor Khender, come avete fatto a imparare la nostra lingua? Avete vissuto tra gli uomini? Signor Khender, raccontateci…
i quenya lambë
lingua elfica
Quel undome, Heru elda Khender, melin vinya sermo. Namárië, Tenna’ ento lye omenta
Buonanotte, signor elfo Khender, caro nuovo amico. Addio, fino a quando ci rincontreremo di nuovo.
Chanden. Quel undome hérinicë Emerod. Tenn’enomentielva
Comprendo. Buonanotte piccola lady Emerod. A quando ci rincontreremmo.
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Role n° 3
La role si è svolta presso la foresta di luce in data 16-12-2008 alle ore 22.30 con l'elfo Khender, nuovo amico di lady Emerod.
Situazione luogo
Emerod passeggia nella foresta di luce e un qualcosa la spinge ad anadare al laghetto delle bianche betulle, ove incontra il suo nuovo amico l'elfo Khender. Tra il fogliame un'altro elfo vaga.
Role
THALAN [ sentiero] alle spalle la massiccia forma delle mura della città... di fronte casa.. o meglio qualcosa che vorresti chiamar casa.. la foresta incombe silente. sembra in attesa.. .. lento il passo sull'erba fresca.. come ombra sfuma la tua sagoma sul tappeto verde.. sopra di te il cielo tappezzato di stelle.. respiri a pieni polmoni l'aria.. da sotto il cappuccio.. che al mondo ti cela.. guardi fremer la notte .. nero anche il manto che la veste cobalto copre tra le fronde.. sa di fresco il sottobosco.. e di vita .. il vento sussurra dolci note.. è quasi un incanto.. che per un attimo fa cader anche l muro che l cuore tuo pregna.. spalancando all'anima viva della terra i suoi orizzonti... il sentiero via via si inerpica tra gli alberi diventando ora più battuto.. un letto di fiume forse.. la candida mancina sfiora i cespugli in fiore.. la notte parla e tu .. ascolti.
EMEROD [sentiero] camminava con passo silente e tranquillo lungo il sentiero che l'avrebbe condotta alla radura della fonte sacra. Con lei, il suo caro Arock, il suo fedel canide, che la seguiva ovunque ella andasse. Passo dopo passo si avvicinava alla radura. Ogni tanto l'occhio cadeva sul ruscello che scorreva accanto al sentiero percorso. Quella notte la luna splendeva nel cielo scuro e alcuni pensieri vagavano nella sua mente. Sempre più si avvicinava all'entrata della radura, mentre un lieve venticello muoveva le fronde dei bellissimi alberi.
KHENDER [laghetto delle betulle bianche] ormai la riva è raggiunta, alberi dal bianco tronco ne incorniciano i contorni, un semicerchio color argento si riflette sulle sulle acque rese scure dalle tenebre, il clima mite è una tentazione a cui non sa e non vuole resistere, scorge un punto ove il tronco è molto vicino alla riva, si siede appoggiando la schiena al solido tronco, ... via un calzare, poi via l'altro, qualche risvolto al bordo dei pantaloni …. tutto ora e pronto, ora finalmente liberi i piedi scivolano nelle scure acque.
THALAN [sentiero- foresta] tra le fronde, il passo muovi.. ogni tanto volgendoti indietro a controllar che alcuno non ti segua.. ma la notte è vagabonda e solitaria.. soddisfatto avanzi.. ti fa compagno il sussurro della brezza.. ogni tanto s'ode un verso da qualche parte.. da un ramo uno scoiattolo osserva il tuo silente passaggio.. nessun rumore.. solo i fruscio della veste sulle fronde.. ora il sentiero piega giù verso sinistra.. e sembra inoltrarsi…sempre più nella vegetazione.. mondo nuovo scopri.. e occhi sinceri vorresti sfiorar a mente ogni cosa.. ma la via sotto di te corre.. anche se l passo è lento.. come a voler metter bene a mente tutto.. mentre discende il sentiero, il verde sembra a tratti crear spazi di cielo e divenir meno rada.. di fronte a te lontano un luccichio.. le cristalline dei Primi a te portano a te un rilucere diamantino di acque… sorridi o meglio.. carne e sangue non più bocca la tua.. smorfia simil a riso afferma.. avanzi.. ora la via si apre di fronte a te un quieto frusciar di onde.. passo dopo passo lasci dietro di te il sicuro della foresta per scoprir ora quel nuovo angolo di mondo..
EMEROD [sentiero] era quasi giunta alla radura quando dinnanzi a lei il sentiero si dirama in due direzioni, una l'avrebbe condotta alla radura, l'altra al laghetto lì vicino, a pochi passi da lei. Qualcosa le fece decidere di andar al laghetto. In poco giunse al laghetto. Lì notò una presenza a lei famigliare. Osservò quel ombra dalle lunghe orecchie a punta seduta sul tronco vicino al laghetto. Si fermò, mentre Arock festoso corse verso il messere. Sembrava che Arock lo conoscesse. Si avvicinò di più al messere, che scoprì esser Ser Khender, indì verbiò: “
Sid vobis. Quel andúnë vanimelda heru elda Khender. Elen síla lúmmen' omentilmo, melin sermo. Írë ceninyel, nan alassë. Manen ëaccë? Nyë, ilqua vandë!” e sorrise dolcemente all'elfo dai lunghi capelli biondi che d'innanzi a lei stava.
KHENDER [laghetto dalle bianche] immerso nella natura, udiva il dolce mormorare delle betulle agitate dalla lieve brezza quando dal sentiero un rumore di passi in avvicinamento, volse il capo e poco avanti scorse Arock corrergli festoso incontro, indi poco dietro la sua padrona, che lo salutò “
Mae govannen Emerod, Elen síla lúmenn’ omentilmo” poi mentre le vermiglie disegnavano un sorriso sul viso con la ditta le fece segno di accomodarsi al suo fianco “
Melda sermë Emerod,estal sinomë” mentre il canide si sistemava sulle di lui cosce pronto a ricever affettuose attenzioni.
THALAN [pressi lago delle betulle] L'erba sfiora dolcemente le tue vesti quasi come se madre stesse accarezzandoti. discendi leggero verso la riva.. e il cappuccio fai scivolar sulle spalle mettendo alla luna il bianco volto che al mondo il tuo brutale segreto cela. dalla maschera bianca le iridi cristallo vann dritte al chiarore delle acque.. com'è bella la notte.. ad un tratto acuto l senso ti porta voci non conosciute.. ti accigli un poco.. la natal lingua come melodia di fate.. alle tue orecchie.. Elfi.. pensi.. forse pure areldar.. senza dar troppo a te attento.. raggiungi silente le due figure.. e poco discosto ti metti..
EMEROD [laghetto dalle bianche betulle] si avvicinò al caro amico elfo, si levò gli stivali, che appoggiò accanto al ceppo di un albero, e prese posto accanto all'amico, immergendo i piedi della fresca acqua del laghetto e verbiò sorridendo all’elfo di bellezza divina “
Melin lissë Khender, Ma tyë ná erinqua sinomë? Ma haryaccë sanweli?” e attese risposta dall'amico il cui viso le pareva non del tutto tranquillo.
KHENDER [laghetto dalle bianche betulle] la mano lenta accarezzava il pelo del canide quando d'un tratto i muscoli del collo si tesero le orecchie attente a scrutare il più insignificante rumore [skill di razza doti comunicative] quando la creatura di luce inviò telepaticamente ad Arock questo messaggio “
Uuma dela arock, usquenó” indi lentamente girò il capo in direzione del sentiero, l'animale ora si reggeva sulle proprie zampe pronto ad agire, accarezzandolo poteva sentirne lo stato d'ansia, indi con lo sguardo ed i sensi tutti concentrati sull'imbocco del sentiero, sussurrò all'amica “
Á Dina!”.
EMEROD [laghetto dalle bianche betulle] osservò il strano comportamento dell'amico che le aveva detto di tacere. Si guardò attorno velocemente, ma non vide nulla. Posò il suo sguardo su Ser Khender e sottovoce, con voce ferma e priva di timore verbiò “
Khender, mana haryaccë?” poi rimase in silenzio per qualche istante poi verbiò nuovamente “
Manie?” e poi non proferì più parola in attesa della risposta del messere.
KHENDER [laghetto dalle bianche betulle] la mano dritta corse sulle morbide vermiglia della dama cercando di indurla al silenzio, ora quel odore era svanito, anche Arock non lo avvertiva più e, con le orecchie basse si era nuovamente accucciato, sulle cosce della creatura di luce, che restò allarmata ancora per qualche secondo, muovendo il capo, strizzando gli occhi ed annusando insistentemente l'aria alla ricerca di qualcosa ... ma ora sembrava che tutto fosse tornato come poco prima, non ancor del tutto convinto che il pericolo, se di pericolo si fosse trattato, fosse ormai scongiurato, volse il viso vero la dama, allontanò un poco la mano dalle provocanti vermiglie ed in comune le disse “quando vi dico di non parlare voi dovete rimaner in silenzio, un motivo c’è.”
EMEROD [laghetto delle bianche betulle] rimase ferma, dal gesto protettivo dell'elfo comprese che qualcosa non andava e rimase in silenzio. I suoi occhi si mossero su Arock il quale sembrava tranquillo. Poco dopo sentì il verbiare comune dell'amico e al termine del suo loquire, verbiò a sua volta “
Melin Khender.. nyë ista ta ya quetat. Hantale, lissë sermo!'' e guardò fisso l'amico negli occhi per un attimo, con lui si sentiva sempre al sicuro. Seduta sul tronco iniziò a muover candidamente i piedi leggiadri nell'acqua. Arock si tuffò nel laghetto per giocherellar con i pesci che in esso dimoravano. Emerod sorrise a veder il povero Arock cercar di acchiappare quei pesci dispettosi, immergendo completamente il muso nell'acqua e verbiò con gentilezza all'elfo “
Khender, á tirë Arock.'' si fermò un attimo per poi riprendere “
Cáras anwavë lala!” e fece una risata molto dolce portandosi la mano davanti alla bocca.
KHENDER [laghetto dalle bianche betulle] il canide con un balzo finì in acqua bagnando con gli schizzi i due, mandritta tornò ad appoggiarsi sul terreno mentre l'attenzione venne attratta dalle movenze di Arock, per qualche istante i pensieri che gli rammentavano quale fosse il suo compito, erano lontani da quel luogo e la di lui mente trovò finalmente pace. Verbiò sorridendo in risposta alla lady “
Tancave! Anwa, Arock cára lala.” Poi il suo sguardo si posò di nuovo sull'amica, uno sguardo dolce come il miele d'acacia, trasparente come l'acqua di sorgente, uno sguardo che ti penetra, che ti scorge l'anima e l'interroga.
EMEROD [laghetto dalle bianche betulle] notò lo sguardo dolce che Ser Khender aveva appoggiato sulla di lei figura, non ebbe reazioni palesi, ma verbiò ''
Melin Khender, mana nyarat nin vinyan?”taque per un attimo e poi riprese “
Epe, nyë amáquetiet manen ëaccë… nán lá aquetiet nin úqua…” e attese ansiosa il verbiare del caro amico elfo.
KHENDER [laghetto dalle bianche betulle] la fonte si corrugò per un momento, “
Márie… Io sto bene,
Hantale,e voi, dall'aspetto si direbbe che siate in splendida forma''.
EMEROD [laghetto dalle bianche betulle] notò il corrugamento della fronte dell'amico che la turbò e verbiò, senza badar alla lingua usata, '' Che vi prende Khender? Non è normale per un elfo corrugare la fronte...'' e poi tacque in attesa del verbo del messere.
KHENDER [laghetto dalle bianche betulle] di nuovo con lo sguardo cercò di scavare nell'anima della dama per capire se potesse fidarsi o meno di lei, non che la missione affidatagli dal reggente fosse pericolosa o riguardasse segreti del regno, ma quelle strane parole pronunciate quasi per caso, quel dire e non dire, ma soprattutto quella figura in ombra, c'era qualcosa di inquietante ma non riusciva venirne a capo, dalle sue vermiglia uscirono queste parole “al momento mi è stato affidato un compito molto gravoso da onorare, tutto qui”.
EMEROD [laghetto dalle bianche betulle] ascoltò l'amico e incautamente si fece sopraffare dalla curiosità e verbiò “
Mana mauya cen metya aranen?” e volse lo sguardo all'elfo incrociando lo sguardo del medesimo rimanendo in silenzio in attesa di risposta.
KHENDER [laghetto dalle bianche betulle] il di lui capo si avvicinò all'orecchio della dama indi le sussurrò in che consisteva la missione affidatagli dal reggente, senza ometter nessun particolare.
EMEROD [laghetto dalle bianche betulle] sorrise dolcemente e verbiò “
Nan alassë cen, melin Khender. Spero riusciate a raelizzare il vostro progetto!'' Volse poi lo sguardo su Arock che era uscito già da un po' dall'acqua fredda del laghetto e si era messo a dormire sotto ad un albero in attesa di rientrare alla locanda.
KHENDER [laghetto dalle bianche betulle] sorrise e verbiò in lingua comune ''credo che questa notte non rientrerò alla locanda, passero la notte sulla riva di questo lago''.
EMEROD [laghetto dalle bianche betulle] volse lo sguardo al cielo e si accorse che l'ora era tarda. Si alzò dal tronco e asciugati i piedi rimise gli stivali poi verbia al cane “
Lelyalvë Arock!” il cane si alzò subito in piedi pronto per seguir la padrona. La giovine si volse all'elfo verbiando “
Melda vorondil Khender, auta i lómë! An nyë ná i lúmë lelya. Quel undome ninya lissë sermo. Mára mesta an ni véla tyë ento, ya rato nëa. Sid vobis” poi si volse e con passo leggiadro ma stanco sparì lungo il sentiero che dalla foresta portava fino alla locanda.
KHENDER [laghetto dalle bianche betulle] con un movimento del braccio salutò l'amica mentre velocemente spariva tra le ombre della notte.
TRADUZIONE FRASI
Sid vobis. Quel andúnë vanimelda heru elda Khender. Elen síla lúmmen' omentilmo, melin sermo. Írë ceninyel, nan alassë. Manen ëaccë? Nyë, ilqua vandë!
Sid vobis. Buona sera bellissimo signor elfo Khender. Una stella brilla sull’ora del nostro incontro, caro amico. Quando vi vedo, sono felice. Come state? Io, tutto bene!
Mae govannen Emerod, Elen síla lúmenn’ omentilmo.
Ben trovata Emerod, una stella brilla sull’ora del nostro incontro.
Melda sermë Emerod, estal sinomë
Cara amica Emerod, riposate qui.
Melin lissë Khender, Ma tyë ná erinqua sinomë? Ma haryaccë sanweli?
Caro dolce Khender, tu sei solo qui? hai pensieri?
Uuma dela arock, usquenó
Non preoccuparti, austero.
Á Dina!
Zitta!
Khender, mana haryaccë?
Khender, che cos’hai?
Manie?
Cosa succede?
Melin Khender.. nyë ista ta ya quetat. Hantale, lissë sermo!
Caro Khender… comprendo quello che dici. Grazie, dolce amico!
Khender, á tirë Arock
Khender, guarda Arock
Cáras anwavë lala!
Fa veramente ridere!
Tancave! Anwa, Arock cára lala
Certamente! Vero, Arock fa ridere.
Melin Khender, mana nyarat nin vinyan?
Caro Khender, che cosa mi racconti di nuovo?
Epe, nyë amáquetiet manen ëaccë… nán lá aquetiet nin úqua…
Prima, ti ho chiesto come stai… ma non mi hai risposto nulla…
Márie… Io sto bene, Hantale.
Tutto va bene… Io sto bene, Grazie.
Mana mauya cen metyai aranen?
Che cosa sei obbligato a compiere per il re?
Nan alassë cen, melin Khender.
Sono felice per te, caro Khender.
Lelyalvë Arock!
Andiamo Arock!
Melda vorondil Khender, auta i lómë! An nyë ná i lúmë lelya. Quel undome ninya lissë sermo. Mára mesta an ni véla tyë ento, ya rato nëa. Sid vobis
Caro fedele amico Khender, la notte sta per finire! Per me è ora di andare. Buona notte mio dolce amico. Addio fino a quando non ti rivedrò, spero sia presto. Sid vobis.
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Emerod Naga Calliope
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