GIUSTIZIA: IL LODO ALFANO E' LEGGE

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00martedì 22 luglio 2008 23:23

di Anna Laura Bussa

ROMA - Il Lodo Alfano diventa legge: il Ddl del governo, che sospende i processi per le quattro più alte cariche dello Stato fino alla fine del loro mandato, passa al Senato con 171 'si', 128 'no' e sei astenuti. E solo dopo 20 giorni che è stato firmato dal Capo dello Stato una volta ottenuto il via libera del Consiglio dei ministri. L'opposizione protesta, e il leader dell'Idv Antonio Di Pietro prepara un referendum per abrogarlo.

Mentre la maggioranza difende il testo. Il governo, per parte sua, serra le fila e rincara la dose annunciando, con il ministro della Giustizia Angelino Alfano, che da settembre comincerà un altro 'tour de force' sullo stesso fronte: una riforma a 360 gradi "che cambierà il volto del sistema giudiziario" in Italia. Il Lodo Alfano e il decreto sicurezza, approvato nel primo pomeriggio dalle commissioni Giustizia e Affari Costituzionali di Palazzo Madama, solo solo, insomma, il primo passo. "A settembre - avverte il presidente della commissione Giustizia Filippo Berselli - si dovrà fare la vera riforma della Giustizia, quella improcrastinabile, annunciata dal presidente del Consiglio Berlusconi".

E sarà il momento 'clou' per portare a termine un progetto che l'attuale maggioranza ha in mente almeno dal 2001. Per questo 'appuntamento legislativo', però, il centrodestra confida nella possibilità di un dialogo con la minoranza: un dialogo che sul Lodo Alfano non c'é stato. Come afferma il vicepresidente del Senato Vannino Chiti che parla di "provvedimento unilaterale" accusando Lega e Pdl di aver messo l'opposizione "di fronte al fatto compiuto". La maggioranza, é poi il rilievo di Gerardo D'Ambrosio (Pd), ha approvato "un privilegio" senza tenere "in alcuna considerazione" le proposte, i rilievi e gli emendamenti" del centrosinistra. Anche il capogruppo dell'Idv Felice Belisario lamenta il fatto di come si sia arrivati ad approvare un testo così "sbagliato e incostituzionale" ("un aborto giuridico e politico") a tempi di record e senza ascoltare i rilievi della minoranza. Quindi attacca a testa bassa il premier, assente dall'emiciclo, chiamandolo con il numero di tessera della P2: il "1816".

'Citazione' che manda su tutte le furie i senatori del Pdl e della Lega che prima reagiscono gridando "ridateci la scatola da scarpe!" (riferendosi all'accusa mossa a Di Pietro e dalla quale venne prosciolto di aver preso soldi dentro una scatola da scarpe ndr) e poi con un coro di 'Buuh!' e di proteste, in un clima sempre più arroventato. Ma il silenzio cala quando parla il presidente dei senatori del Pd Anna Finocchiaro contesta il ddl e critica la volontà politica della maggioranza di eliminare ogni limite al potere di governo di Silvio Berlusconi: limiti previsti apposta dalla Costituzione per garantire l'equilibrio tra i poteri. Quando però conclude, osservando che il Parlamento non è "più libero" di votare come crede, il silenzio si interrompe. E lascia posto agli applausi dei senatori dell' opposizione che in piedi le tributano un caloroso omaggio. Scatena, invece, gli entusiasmi del centrodestra l'intervento del capogruppo del Pdl Maurizio Gasparri che rivendica di votare il testo "con orgoglio", tra una citazione di Cesare Salvi e una di Giovanni Falcone. E conferma che a settembre ci dovrà essere una riforma complessiva della giustizia anche per dire basta "al suo uso politico". L'Aula, che in mattinata boccia senza colpo ferire i 58 emendamenti del centrosinistra, approva in diretta Tv il testo ribattezzato da Felice Casson (Pd) 'Lodo Berlusconi' con 171 voti a favore, 128 contro e sei astenuti tra cui Emilio Colombo. Anche la Lega esulta per il risultato, ma ribadisce, attraverso il vicepresidente del gruppo Lorenzo Bodega, che alla "lettera 'A' resta il federalismo fiscale, mentre la riforma della Giustizia è solo alla lettera 'G'...".

LODO-SPRINT IN PARLAMENTO, 25 GIORNI PER L'OK
Venticinque giorni: tanti ne sono bastati al Parlamento per far diventare legge il lodo Alfano, il provvedimento definitivamente approvato oggi nell'Aula del Senato che dispone la sospensione dei processi penali nei confronti del presidente della Repubblica, dei presidenti delle due Camere e del presidente del Consiglio fino alla cessazione della carica. L'approvazione è arrivata in un tempo decisamente breve rispetto alla media parlamentare. Tuttavia, non si tratta di un record.

La scorsa legislatura, il disegno di legge del governo per il rifinanziamento delle missioni militari all'estero per il secondo semestre 2006 venne definitivamente approvato 23 giorni dopo l'arrivo in Parlamento: il sì definitivo arrivò al Senato con un voto di fiducia al quale non partecipò la Cdl. Il lodo Alfano è stato varato dal Consiglio dei ministri il 27 giugno. La presentazione del disegno di legge è stata autorizzata dal capo dello Stato il 2 luglio. L'esame in commissione è iniziato alla Camera l'8 luglio per concludersi nella stessa giornata.

Il giorno seguente, 9 luglio, il testo è stato posto all'ordine del giorno dei lavori dell'aula, che lo ha approvato 24 ore dopo, il 10 luglio. Le opposizioni hanno contestato la presidenza per aver anticipato l'esame del testo, malgrado in conferenza dei Capigruppo non si fosse raggiunta l'unanimità; ma in un lungo 'speech' in Aula, Gianfranco Fini ha assicurato di aver rispettato tanto il regolamento quanto la prassi. Immediato il passaggio in Senato: a Palazzo Madama, il testo del lodo Alfano è stato esaminato in due giorni dalla commissione, dal 15 al 17 luglio. Ieri è approdato in Aula per il voto sulle pregiudiziali, e questa sera è stato approvato in via definitiva.
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00martedì 22 luglio 2008 23:24
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