~SKaVeN~
00sabato 26 aprile 2003 22:19
Eravamo dei nomadi.
Io e la mia piccola comunità di goblin ci divertivamo a scorrazzare allegramente per terre sconosciute, alla ricerca di case da saccheggiare e uomini da spaventare. Il mio luogo di nascita mi è ignoto, i miei genitori ancor di più, nella razza goblin non si viveva in famiglie. Amavo terrorizzare gli umani nelle loro case o per le strade che collegavano diverse città, lì i mercanti erano pieni di cianfrusaglie e il più delle volte qualcosa ne ricavavamo.
Eravamo molto giovani, e non conoscevamo molte delle razze che abitavano la terra, che per noi era ancora di gran lunga sconosciuta. Finchè un giorno non ci imbattemmo in una carovana di strani umani, erano più bassi ed esili di quelli che avevamo visto fino a quel momento, orchi di sicuro non erano, hodgoblin nemmeno, erano troppo chiari e fin troppo puliti. Avevano orecchie a punta e capelli molto lisci, erano maestosi nel portamento. Eravamo lontani dal nostro accampamento, e in due quali eravamo a gustarci la parata non potevamo di certo assaltare quella carovana, erano anche ben armati. Tornammo al campo, e chiedemmo ai più vecchi del gruppo spiegazioni su quelle strane creature. Ci dissero che essi erano elfi, creature immortali, che insieme agli uomini erano le gli abitanti più antichi che esistessero sulla faccia della terra. Ero all'oscuro del fatto che la nostra intera razza discendesse da quelle creature, ma quei mezzi uomini non mi piacevano affatto. La sera io e un mio compagno prendemmo due cavalli per fare un'allegra sgroppata in cerca di ometti o bambini da spaventare. Dopo aver depredato numerosi viandanti, tornammo verso l'accampamento. Da lontano udimmo grida e vedemmo una grande colonna di fumo alzarsi dal nostro accampamento. Una volta arrivati, trovammo uno spettacolo agghiacciante: tutta la nostra tribù era stata sterminata. Un amico in fin di vita mi disse che erano stati gli elfi, e dentro di me crebbe una rabbia irrefrenabile, qualcosa che non avevo mai provato. Decisi di mettermi sulle orme degli elfi, sapevo che da solo non avrei potuto fare nulla, ma volli comunque seguirli. Dai vecchi avevo appreso la conoscenza della dinamite, così cominciai a fabbricarmi delle palle piene di esplosivo, di sicuro avrebbero fatto dei danni. Arrivai ad un piccolo borgo dove si era rifugiata la carovana di elfi dopo aver raso al suolo il nostro accampamento. Davanti alle porte potevo intravedere due sentinelle, mi feci vedere, una disse all'altra "Uccidi quel mostriciattolo puzzolente", questa mi seguì dentro la foresta. Mi girai, e la vidi: l'armatura splendeva al sole, e lo scudo era rifinito nei minimi particolari. Si avvicinava minacciosamente, sicuro di potermi finire con un colpo, ma da un sacchetto tirai fuori una di quelle palle esplosive, e gliela scagliai addosso: lo scudo cadde a terra in frantumi, l'elfo, sbalordito, indietreggiava. Ne tirai fuori un'altra e lo mirai in pieno ventre, per l'elfo fu l'ultima visione di questo mondo. Attirati dalle esplosioni, un gruppo di uomini con alcune bestie al loro seguito, si avvicinarono a me. Avevano uno strano simbolo addosso, finchè uno di essi si avvicinò e disse:"piccola orripilante creatura, la tua validità in campo è nulla, ma il tuo odio per gli elfi ci accomuna, e la tua arte con quelle strane palle è incredibile. Unisciti a noi, e sarai sazio di sangue elfico". Ero impaurito, ma tuttavia l'offerta mi allettava. "Chi siete voi?" gli chiesi "Sei dinanzi all'esercito del Caos, servi di Kain, portatori di morte e distruzione, e il nostro obiettivo è Elea". Gli uomini erano sempre stati miei nemici, ma questi non erano uomini normali, fra le loro schiere vedevo innumerevoli specie, orchi, bestie, non-morti, e così mi decisi, sapevo che sarei diventato un servo del dio del caos, ed essere servo di qualcuno non mi piaceva, ma l'odio per le orecchie a punta mi fece accettare la proposta. Sarei diventato un servo di Kain...
Sarei diventato un soldato del Caos.