I “gattofili” li considerano animali particolarmente belli tra tutti i loro colleghi felini, a dispetto della loro cattiva fama: i gatti neri infatti sono perseguitati dalla credenza popolare, vecchia di secoli, che li vuole portatori di cattiva sorte. Anche per loro, però, suona l’ora della riscossa: i mici neri hanno adesso una festa tutta per loro, una giornata tutta dedicata alla salvaguardia della loro identità e della loro incolumità, visto che ogni anno ne vengono sterminati circa sessantamila.
L’iniziativa è dell’Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente che, non a caso, ha indetto per il 17 novembre il primo “gatto nero day”. La data, come si intuisce facilmente, ha un suo preciso significato: il 17 novembre, soprattutto negli anni in cui cade di venerdì, è la giornata più “jellata” del calendario. Imbattersi in un gatto nero prorpio in questo giorno può far rizzare i capelli in testa dal raccapriccio a più di un superstizioso.
I simboli legati al 17 novembre sommano infatti le caratterizzazioni scaramantiche legate al mese di novembre, che si apre con la notte di Halloween, giorno in cui le uccisioni di felini color della notte raggiungono l'apice. Il numero 17. poi, è sinonimo di sfortuna perché, in epoca romana, il numero si scriveva utilizzando le lettere XVII, che anagrammate danno origine alla parola VIXI. passato remoto latino del verbo “Vivere”, e interpretato come “Ho vissuto”, “Sono morto”. Una frase chiaramente poco augurale, che contiene cioè un presagio di morte. Nel Medioevo si riteneva poi che i gatti o i galli neri fossero gli animali in cui si incarnava di preferenza il demonio per tornare sulla terra ed era spesso associato a riti satanici e di stregoneria.
Testimonial dell'iniziativa a favore dei gatti color caffé è il cantante Don Backy, che ha composto l'inno della giornata, “Signori si nasce ed io lo nacqui”, e la “gattara” d’eccezione Pamela Prati, oltre al pittore milanese Gero Urso, che il 17 novembre inaugura una mostra di quadri dedicata proprio ai gatti neri. In programma anche un raduno di felini a Roma e un pic-nic con i padroni a Milano, con tanto di consegna di “targhe antisfiga” a chi ha meglio difeso i diritti dei felini perseguitati.
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