Marco Mencarelli (allenatore del Club Italia e della Nazionale Juniores femminile)
da Pallavoliamo.it:
"Ci sono ovviamente delle
differenze tra maschile e femminile, quella più grande sta nella preparazione fisica e nella gestione della componente agonistica: il gioco maschile non può fare a meno della forza, mentre le ragazze sono più metodiche e credo che abbiamo maggiore disciplina; trovano una grandissima motivazione nella perfetta esecuzione del gesto, nel controllo della palla, e per questo si esercitano più volentieri in questo... trovano però meno spinta nell'affrontare un periodo di lavoro duro per lo sviluppo della forza.
La
differenza tra adulti e ragazzi sta invece nel concetto di autonomia: sono un cultore dell'autonomia, che vedo al centro di ogni processo formativo.
Gli adulti devono trarre da un'autonomia già acquisita la maggiore efficacia, da parte dell'allenatore si tratta semplicemente di gestirla;
nei confronti dei giovani, si deve arrivare invece
prima di tutto alla consapevolezza dei propri punti di forza, senza la quale non si può raggiungere l'eccellenza sportiva, che non consiste nel compensare le carenze, ma soprattutto nell'enfatizzare ciò che può rendere grande e unico un atleta.
In questo le giovani vanno aiutate, prima di tutto a comprendere loro stesse.
Tutto questo, avviene in palestra: uno dei punti fermi che mi sono dovuto imporre, soprattutto da quando alleno il Club Italia, è la netta separazione tra la vita dentro, e la vita fuori dalla palestra. In un contesto collegiale, non sono molto propenso a farmi coinvolgere dalle ragazze: uno dei miei doveri è quello di avere un giudizio equilibrato sulle ragazze che alleno, e non voglio rischiare di condizionarlo con elementi appartenenti alla sfera relazionale o personale.
Questo non significa che io manchi di attenzione rispetto alle problematiche che possono emergere durante l'anno, ma dal mio punto di vista, l'aspetto sportivo è ciò intorno a cui ruota tutta la quotidianità dell'atleta.
Credo che le ragazze che ho allenato abbiano compreso questo mio modo di fare, anche perché non sono un allenatore freddo e distaccato: nella gestione dell'allenamento e della partita mi lascio coinvolgere, e credo nel coinvolgimento e nella condivisione in campo e in palestra."