Genova - Luca Cambiaso, maestro del '500 europeo

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00domenica 18 marzo 2007 00:26
Genova - Luca Cambiaso, maestro del '500 europeo

di Annalisa Serpilli


La mostra "Luca Cambiaso. Un maestro del Cinquecento europeo", in questi giorni a Genova, si apre con un autoritratto. L'artista si raffigura nell'atto di dipingere il padre Giovanni, spunto per evocare immediatamente gli anni trenta del Cinquecento e, dunque, l'imprescindibile lezione dei grandi maestri del secolo. Sullo sfondo, la proiezione degli affreschi realizzati insieme al padre Giovanni nel palazzo di Antonio Doria (oggi sede della Prefettura), escamotage per richiamare in mostra la grande fortuna di frescante dell'artista. Nelle prime sale di un evento espositivo che si sviluppa tra il prestigioso Palazzo Rosso e il Palazzo Ducale genovese, si trovano le tavole giovanili – tra cui spiccano l'Adorazione dei Magi della Sabauda e l'Adorazione dei pastori di Brera –, accanto a dipinti che presentano l'ambiente pittorico genovese in cui Cambiaso, console dell'arte della pittura nel 1550, opera. Protagonista è il tema della Verginecon il Bambino, continuamente frequentato nella produzione cambiasesca, e portato in mostra attraverso numerosi quadri, alcuni mai mostrati in Italia prima d'ora. Poi un'inedita scultura recentemente riscoperta, a testimonianza dell'attività scultorea dell'artista. Nel grande salone dell'Appartamento del Doge una decina di pale d'altare illustrano la fortuna della sua produzione religiosa: dipinti su tavola di grandissima qualità, dai colori vivaci, dalla materia pittorica stesa con piacevolezza e libertà di tocco: è qui che si possono trovare le inconfondibili sigle cambiasesche. Parallelamente, diverse tele di soggetto profano – fra le quali le magnifiche Venere e Adone di Parigi e Venere e Amore sul mare della Borghese – ricreano, in un ambiente raccolto, il gusto antiquariale e raffinato dell'artista e dei suoi committenti, proprietari dei grandi palazzi e delle ville alessiane che cominciavano a moltiplicarsi in città.
La mostra offre la possibilità di ripercorrere, alla luce dei più recenti studi, l'esperienza pittorica di un artista emblematico del secondo Cinquecento e la sua nota qualità di valentissimo disegnatore fino alla conclusione della sua attività alla corte spagnola di Filippo II. Un prestigioso incarico che conferma il ruolo di assoluto protagonista giocato dal Cambiaso nel panorama del tardo Cinquecento europeo.
L'iniziativa, cronologicamente successiva ai festeggiamenti dell'anniversario cambiasesco (1585-1985) di Moneglia, è concepita come ideale approfondimento dell'esposizione americana svoltasi ad Austin presso il Jack Blanton Museum of Art, ed è curata da Piero Boccardo, Franco Boggero, Clario Di Fabio, Lauro Magnani, con la collaborazione di Jonathan Bober. Grazie ad un'ampia selezione di opere, le scelte del pittore sono presentate in maniera completa, consentendo di seguirne l'itinerario artistico dall'esperienza giovanile fino alla partenza per la Spagna.
I duecento oggetti esposti tra dipinti, disegni, sculture, arazzi e miniature vantano provenienze da tutto il mondo, dal British Museum di Londra, al Museo del Prado di Madrid, fino al New Orleans Museum of Art negli Stati Uniti.
Centro del percorso è la sezione dedicata alla rievocazione delle sensibilità correggesche, tanto care al Cambiaso. A partire dalla straordinaria Madonna della chiesa della Cella e attraverso il Riposo dalla fuga in Egitto dell'Accademia e la tela del Battesimo della chiesa di Santa Chiara, è possibile comprendere quanto la pittura cambiasesca si sia ispirata alla lezione emiliana, sapendone ricavare un'interpretazione personale, ricca di colti rimandi e riflessi.
Notissima la Madonna della candela di Palazzo Bianco e la celeberrima tela con Cristo davanti a Caifa, opere che sottolineano la fortuna di questa produzione, apprezzata notevolmente anche nel XVII secolo, evocato ancora nelle stanze successive dedicate al soggetto dell'Ecce Homo e alla Carità, nella duplice interpretazione del Cambiaso e dello Strozzi. Nella Cappella del Doge a Palazzo Ducale, sono esposti cinque dipinti religiosi, segni della produzione più tarda, come la grande e drammatica tela della Deposizione per la chiesa di Santa Chiara, dove l'artista, attraverso una pittura rapida e semplificata, giunge ai vertici di una concentrata spiritualità e un'espressione patetica di grande efficacia. La mostra, ha necessariamente richiesto agli allestitori, gli architetti bresciani Giovanni Tortelli e Roberto Frassoni, l'attento studio del rapporto fra ambiente espositivo e opere d'arte, al fine di evidenziare le ampie suggestioni culturali che una così grande iniziativa scaturisce. A Palazzo Ducale la sequenza delle sezioni della mostra snoda nei difficili spazi dell'Appartamento del Doge con molto respiro, mantenendo coerentemente un taglio di grande rigore formale. Fondali a tutta altezza di un bellissimo colore petrolio, intersecati da setti autoportanti grigio perla, accolgono le opere pittoriche del Cambiaso e dei pittori coevi. L'esterno del palazzo anticipa il carattere della mostra con molta efficacia comunicativa: il loggiato, in particolare, mette in scena, riproducendoli a grande scala, alcuni protagonisti delle opere di Cambiaso in un intrigante dialogo con l'imponente architettura cinquecentesca. A palazzo Rosso l'allestimento, si fa più discreto, nel rispetto più assoluto degli interventi albiniani degli anni '60, senza però perdere coerenza con quanto accade negli Appartamenti. Insomma una mostra tutta da godere.



"Luca Cambiaso. Un maestro del Cinquecento europeo",
Appartamento del Doge, Palazzo Ducale
Sezione a Palazzo Rosso, fino all'8 luglio
A cura di Piero Boccardo, Franco Boggero, Clario Di Fabio, Lauro Magnani, con la collaborazione di Jonathan Bober
www.palazzoducale.genova.it




da: www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Tempo%20libero%20e%20Cultura/2007/03/cambiaso-genova.shtml?uuid=b931cdb4-d3b9-11db-808c-00000e25108c&DocRulesVie...

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