Gli uccelli nella morsa del clima che cambia. "A rischio decine di specie, anche in Italia"

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vanni-merlin
00mercoledì 15 novembre 2006 00:52
Rapporto del Wwf sugli effetti del riscaldamento globale tra i volatili di tutto il mondo
"Senza interventi in alcune aree potrebbe scomparire il 72 per cento della fauna"

Gli uccelli nella morsa del clima che cambia
"A rischio decine di specie, anche in Italia"

Nel nostro paese la pernice bianca è minacciata dalla scarsità di neve



ROMA - Se le oche del Campidoglio salvarono Roma dai Galli, qualche decina di uccelli potrebbe salvare il mondo dall'effetto serra. I volatili sono infatti tra le specie più sensibili ai cambiamenti climatici e possono funzionare da vere e proprie "spie" per agire prima che sia troppo tardi. A tracciare una mappa completa di come il riscaldamento globale li sta minacciando è il Wwf in uno studio che prende in esame più di 200 ricerche pubblicate su autorevoli riviste scientifiche che hanno analizzato l'impatto del riscaldamento globale sulle specie di uccelli nel mondo.

Il quadro che emerge da "Le specie di uccelli e i cambiamenti climatici: lo status globale", è già molto allarmante. Malgrado siano tra gli animali più rapidi e abili nell'adattarsi ai mutamenti dell'habitat, numerose specie di uccelli sono già a rischio di estinzione. A smentire gli scettici che invitano a non preoccuparsi perché il clima del pianeta è sempre stato variabile, è la repentinità dei cambiamenti, troppo rapidi per permettere agli animali di prendere le necessarie contromisure. Sbalzi che non sono più mossi solo dai cicli naturali ma anche (e soprattutto) dalle attività umane. L'improvvisa modifica dei delicati equilibri del sistema climatico, registrata negli ultimi decenni, non consente a molte specie di mettere in atto nel tempo necesario immediate strategie evolutive e di sopravvivenza.

"Gli uccelli sono sempre stati indicatori fondamentali dei cambiamenti ambientali, quasi una sorta di termometro dello stato ambientale del pianeta - afferma il direttore scientifico del Wwf Gianfranco Bologna - e questo rapporto conferma che essi costituiscono un vero e proprio campanello d'allarme rispetto ai cambiamenti del clima. Una robusta documentazione scientifica dimostra che i cambiamenti climatici stanno influenzando il comportamento degli uccelli. E' facile osservare, per esempio, che numerose specie non compiono più i loro spostamenti migratori e che le modificazioni climatiche, avendo importanti ripercussioni sulla dinamica naturale degli ecosistemi rendono gli uccelli completamente disorientati".

"Alcune specie - spiega ancora Bologna - si sono dimostrate estremamente sensibili, mostrando una precoce reattività al riscaldamento globale. Purtroppo si potrebbero verificare estinzioni di massa prima di quanto si pensi con effetti a cascata sugli interi ecosistemi e sulle catene alimentari che li caratterizzano".

Le specie maggiormente a rischio, secondo quanto accerta lo studio dell'associazione del panda, includono numerosi uccelli migratori, specie montane, insulari, delle zone umide e marine, oltre a quelle delle regioni artiche e antartiche. Il fenomeno non risparmia alcuna regione del mondo con alcune popolazioni che si sono ridotte anche del 90% ed altre ormai che incontrano serie difficoltà per la riproduzione. In Africa, per esempio, a causa delle gravi siccità sono a rischio la coloratissima upupa e l'aquila rapace; in nord Europa l'uria comune non trova più i pesci per nutrirsi a causa del riscaldamento dei mari; il pulcinella dai ciuffi perde la sua capacità riproduttiva in Canada; nel santuario naturale delle Galapagos, il pinguino delle Galapagos non trova cibo a sufficienza a causa dell'enfatizzarsi dei fenomeni climatici come il Niño.

I 3.000 esemplari di gru siberiane che ancora sopravvivono vedono il progressivo restringersi della tundra, loro habitat naturale, e lo stesso accade al pinguino imperatore dell'Antartico, dove il prolungamento del "periodo caldo" ha causato un assottigliamento dei ghiacci e quindi significative difficoltà per il suo ciclo vitale. Anche le nevi di alta quota delle Alpi, sempre più ridotte in estensione, stanno per perdere la pernice bianca, una specie che risente fortemente della riduzione delle aree innevate sia in Italia come nel nord Europa, dove frequenta zone di tundra.

Nel rapporto sono anche esaminate le proiezioni degli impatti futuri, incluso il rischio di estinzione: se il riscaldamento globale eccederà i 2 gradi rispetto ai livelli preindustriali (attualmente siamo a 0,[SM=g27989], il tasso di estinzione potrebbe essere del 38% in Europa e addirittura del 72% nell'Australia nord-orientale.

Per evitare questo scenario catastrofico, il Wwf ribadisce che è necessario produrre una rapida e significativa riduzione delle emissioni di gas serra. Al momento il summit internazionale sul clima, in corso a Nairobi, sta cercando senza grandi risultati di avviare la nuova trattativa per la seconda fase del Protocollo di Kyoto prevista per il dopo 2012 con percentuali di riduzione delle emissioni molto più significative delle attuali. Inoltre, sottolinea ancora l'associazione ambientalista, è importante rivedere le modalità degli interventi di conservazione e tutela, basati sulla protezione di specifiche aree ad elevata biodiversità, perché i cambiamenti del clima spingeranno gli uccelli in zone non protette.

(14 novembre 2006)


da: www.repubblica.it/2006/11/sezioni/ambiente/nairobi-conferenza/uccelli-minacciati/uccelli-minacci...

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