IL CASO CASTELLANO: INDAGATO PER MILLANTATO CREDITO

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
INES TABUSSO
00giovedì 22 dicembre 2005 22:19
CORRIERE DELLA SERA
22 dicembre 2005
Indagato il giudice delle rassicurazioni: millantato credito
il caso Castellano

ROMA - E’ finito sotto inchiesta il giudice che parlava con Giovanni Consorte, il presidente di Unipol il quale riferiva il contenuto di quei colloqui ad altri interlocutori nel corso di telefonate intercettate dalla Guardia di finanza. Francesco Castellano, oggi presidente del tribunale di sorveglianza di Milano e già presidente della prima sezione penale, è indagato dalla Procura di Perugia per millantato credito. Un’ipotesi di reato suggerita dai magistrati romani quando hanno trasmesso il fascicolo ai loro colleghi umbri, per verificare se non fossero appunto millanterie le presunte rassicurazioni fornite dal giudice a Consorte sull’inchiesta relativa alla scalata di Unipol alla Banca nazionale del lavoro. La competenza è di Perugia perché le «toghe» della capitale, titolari del procedimento Unipol-Bnl, sarebbero la parte lesa dell’eventuale reato. Entro la fine di dicembre si dovrebbe compiere il primo passo «visibile» dell’inchiesta, cioè l’interrogatorio di Castellano assistito da un avvocato. Nel frattempo anche il Consiglio superiore della magistratura procede nella sue verifiche su ruoli e comportamenti dei magistrati coinvolti in questa vicenda.
L’indagine sulla presunta e ipotetica «talpa» è un’importante e delicata costola di quella romana in cui è indagato proprio Consorte, che in precedenza era considerato dalla Procura un semplice testimone. Ma tutto nasce a Milano. Nelle telefonate intercettate quest’estate - disposte nell’ambito dell’inchiesta sul tentato acquisto della Banca Antonveneta - Castellano chiamava Consorte e Consorte riferiva successivamente ad altre persone i contenuti di quei colloqui. Dalle conversazioni si dedurrebbe che il giudice prospettasse esiti tranquillizzanti per il presidente di Unipol circa il procedimento avviato a Roma dopo la denuncia del Banco di Bilbao, anch’esso interessato all’acquisizione della Bnl. Facendo intendere a Consorte di aver attinto le informazioni proprio dai suoi colleghi della capitale. Magari in cambio di qualche eventuale «utilità», hanno scritto i magistrati romani trasmettendo gli atti a Perugia. Citando espressamente l’articolo 346 del codice penale, che punisce «chiunque, millantando credito presso un pubblico ufficiale, riceve o fa dare o fa promettere, a sé o ad altri, denaro o altra utilità come prezzo della propria mediazione verso il pubblico ufficiale».
In una memoria difensiva inviata al ministero della Giustizia (titolare dell’azione disciplinare) dopo la divulgazione estiva delle notizie sulle intercettazioni, Castellano ha spiegato di conoscere Consorte da tempo, e di aver parlato con lui anche dell’intenzione dell’Unipol di comprare la Bnl. E di avergli detto, genericamente e senza altri intenti, che se avesse rispettato la «trasparenza» non avrebbe avuto nulla da temere. Il giudice ha anche ricordato di aver incontrato per tutt’altri motivi, nello stesso lasso di tempo, il suo collega di «militanza correntizia» (entrambi appartengono a Unità per la costituzione, il gruppo maggioritario e «centrista» dell’Associazione magistrati) Achille Toro, procuratore aggiunto di Roma nonché titolare dell’indagine sulla scalata alla Bnl; di avergli raccontato il suo colloquio con Consorte e i propri accenni alla necessità di conservare la trasparenza, peraltro condivisi dallo stesso Toro.
Tutto qui, sostiene Castellano. Niente di illecito e soprattutto nessuna rivelazione, secondo il giudice che un anno fa presiedeva il tribunale che dichiarò prescritta, grazie alle concessioni delle attenuanti generiche, la corruzione attribuita a Silvio Berlusconi e lo assolse da un altro reato. A proposito dei suoi rapporti con Consorte, Castellano ha spiegato in un’intervista al Corriere : «Da anni siamo amici di comuni amici a Bologna... Gli ho dato consigli come avrei fatto doverosamente con qualsiasi cittadino... Probabilmente posso avergli detto che i magistrati della Procura di Roma, come peraltro quelli di Milano, sono tutti ottimi magistrati». Ora dovrà ripetere le sue giustificazioni, da indagato con un difensore di fiducia al fianco, ai colleghi di Perugia.

Giovanni Bianconi
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 09:59.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com