IL FOGLIO: ERA QUELLO CHE AVREBBE DOVUTO FARE IL GOVERNO DI CENTRODESTRA

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INES TABUSSO
00domenica 2 luglio 2006 16:42

IL FOGLIO
1 luglio 2006
Dalla parte di Bersani
Il coraggio di un ministro che osa sfidare le corporazioni senza concertare

Era quello che avrebbe dovuto fare il
governo di centrodestra il giorno numero
uno del suo insediamento. Prova a
farlo un governo di centrosinistra, dando
una buona prova di coraggio. Le misure
proposte dal ministro Pierluigi Bersani –
che battono per concretezza ed efficacia
le misure tutte di cassa della manovrina
di correzione dei conti pubblici – sembrano
radicali: abolizione del divieto di
pubblicità e delle tariffe minime e massime
previste per gli studi professionali;
la soppressione del monopolio delle farmacie
riguardo alla vendita di farmaci di
banco che potranno essere venduti nei
supermercati (da un farmacista assunto),
la fine del regime di esclusiva per gli
agenti assicurativi (che in teoria comporterà
un’immediata iniezione di concorrenza
nel settore delle assicurazioni,
perché dovrebbe facilitare l’affermazione
sul mercato di prodotti più convenienti
promossi dagli agenti che diventeranno
plurimandatari: e infatti l’idea è
stata subito attaccata dagli assicuratori).
Infine gli interventi più simbolici: quello
che introduce elementi di liberalizzazione
per i taxi e un primo colpo alla rendita
di posizione dei notai esclusi dal passaggio
di proprietà per l’acquisto di
un’auto. Naturalmente è subito cominciato
un triste fuoco di sbarramento. La
reazione del rappresentante di Federfarma
– secondo il quale la decisione di
intervenire sulla liberalizzazione della
vendita dei farmaci sarebbe stata presa
“senza tener conto che era stato preannunciato
un tavolo di concertazione con
gli operatori” e il metodo smentirebbe la
volontà espressa dal governo “di voler
operare all’insegna della massima condivisione
degli obiettivi da parte delle
istituzioni e degli operatori” – fa di Bersani
quasi un piccolo Margaret Thatcher.
Nessuna concertazione, nessuna notizia
trapelata, anticipata, filtrata per sondare
l’opinione pubblica e precostituire il
terreno politico, sociale e pure psicologico
per uno stop preventivo. Invece,
operazione rapida e secca, peraltro in linea
con la storia di Bersani, due legislature
fa autore di una prima riforma di liberalizzazione
del commercio. Adesso ci
sarà la battaglia corporativa in difesa
delle rendite di posizione per indebolire
le misure prima che diventino legge. La
speranza è che i conservatori vengano
sconfitti.



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