Il calore corporeo delle bottiglie di Morandi

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vanni-merlin
00domenica 18 novembre 2007 11:39
Il calore corporeo delle bottiglie di Morandi

di Annalisa Serpilli

Sette stanze dedicate allo sviluppo della natura morta in italia negli ultimi cinquant'anni. Centoventi opere fra gli artisti principali della storia dell'arte contemporanea italiana: da Filippo de Pisis ad Alberto Burri, Afro, Fausto Melotti, da Lucio Fontana a Jannis Kounellis, da Renato Guttuso a Mimmo Rotella, da Piero Manzoni, a Michelangelo Pistoletto e Claudio Parmiggiani. E poi lui, Giorgio Morandi, il " pittore delle bottiglie", come alcuni lo chiamavano malignamente, è il cuore pulsante della mostra dal titolo "L'alibi dell'oggetto. Morandi e gli sviluppi della natura morta in Italia", a Lucca presso la Fondazione Ragghianti nel Complesso monumentale di San Micheletto. Del grande maestro sono esposte ben trentatre opere. Come spiega Marilena Pasquali, curatrice della mostra, la rassegna si basa sull'ipotesi critica che in Italia molti tra i più importanti artisti del XX secolo e di oggi dedichino un'attenzione particolare alla natura morta, sentita non come mero ‘genere' pittorico, troppo spesso fatalmente condannato all'inconsistenza decorativa, quanto piuttosto come terreno di ricerca sulla relazione tra le forme,una palestra di equilibrio e misura.
In Morandi la natura morta acquista altri significati. Attraverso i colli delle sue bottiglie e le pareti metafisiche delle sue cucine, chi guarda l'opera riesce ad entrare direttamente nell'animo del pittore. I suoi sono autoritratti. L'inconsistenza delle forme, l'assenza di materia e di peso degli oggetti, sono gli occhi trasparenti dell'artista che descrive il mondo per parlare della sua interiorità. E' questa la vertigine che si prova di fronte alle sue opere. E allora la natura morta non è più un sottogenere come nel Settecento né un genere decorativo per abbellire le case dei nobili. La natura morta con Morandi è la pittura stessa. Il mezzo più diretto ed eloquente per descrivere i propri stati d'animo a chi osserva i suoi dipinti.
Scrive Marilena Pasquali nel saggio inserito in catalogo: "Mie sono le sottolineature per accentrare l'attenzione su un carattere singolare e non abbastanza considerato dell'arte morandiana: la sua appartenenza alla sfera del possibile, della fisicità, dell'instabilità, proprio quando la ricerca costante dell'artista va nel senso della durata, della persistenza. Affascinante paradosso di un uomo del XX secolo che aspira alla chiarezza, alla luminosità pur vivendo tutti i dubbi e le ombre di un tempo inquieto."
Quella di Moranti è una speculazione tutta interiore. Analizza la consistenza, il ritmo, i contorni, i riflessi delicati e i toni frutto di una pazientissima meditazione. Nelle sue opere il tempo è fermo, gli oggetti hanno un loro "calore corporeo", acquistano una loro personalità.


Fino al 20 gennaio
Fondazione Raggianti
Complesso monumentale di San Micheletto
www.fondazionewww.fondazioneragghianti.it



da: www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Tempo%20libero%20e%20Cultura/2007/11/mostra-morandi.shtml?uuid=4a0a70ba-936e-11dc-9573-00000e251029&DocRulesView=Libero&ar...

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