Può sembrare strano, ma mentre pensavo a La Storia Infinita ho intuito un significato affine a Il mago di Oz.
Premesso che La Storia Infinita è molto più bella
(sempre secondo me), vorrei pubblicare la recensione propria di questo nuovo libro anche se non so dove sia in questo momento (ho troppi libri in casa!)
Quindi provo semplicemente a spiegarvi l'assonanza fra i due.
Il mago di Oz narra le vicende fantastiche di una bambina, Dorothy.
Il suo viaggio può essere paragonato al viaggio onirico di Alice nel Paese delle Meraviglie, ma anche a qualcosa di ancora più reale, ovvero un viaggio di fantasia che le permetterà di non dimenticare mai più i suoi sogni. Come lo stesso accade a Bastian, il bambino della Storia Infinita, seppur i due racconti restino comunque distinti.
Dorothy, durante il Cammino, incontra personaggi unici e animali parlanti che la aiutano, e che rappresentano gli amici veri, ma anche i diversi punti del nostro istinto.
Affronta i pericoli pur di salvare i suoi amici e il loro regno, pur sapendo i rischi che corre, che non potrà più tornare a casa, intesa come luogo degli affetti e dell'anima, dove ella deve imparare a crescere per poi un giorno muoversi con più sicurezza e libertà nel mondo.
Alla fine, si accorge che il modo per far avverare il suo desiderio, ossia quello di tornare a casa, è sempre stato dentro di lei, doveva solo rendersene conto, doveva solo esserne consapevole.
Perchè noi quando vogliamo possiamo andare e tornare per quel luogo che si trova all'interno del nostro essere, sempre, facendo attenzione a non perderci per le labirintiche Vie, e cercando la chiave per custodirlo in segreto e con amore.
Dorothy scopre questa Verità. Tutti noi possiamo scoprirla.