India

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Grampasso (il Ramingo)
00giovedì 12 luglio 2007 11:14
Sin dal V° secolo a.C. l'inferiorità femminile era codificata in India nella raccolta di leggi nota come "Il codice di Manu", secondo il quale la donna dalla nascita alla morte doveva restare sotto tutela del padre, del marito o dei figli maschi, che potevano disporne a piacimento, con il solo obbligo del mantenimento. La tradizione indù prevede che la sposa sia completamente sottomessa alla famiglia del marito, sulla pira del quale doveva immolarsi in caso di morte dello stesso, nella tristemente celebre cerimonia nota come Sati. In alcuni dialetti e lingue indiane la parola "vedova" e quella indicante "donna di malaffare" sono coincidenti, a sancire il disprezzo in cui era tenuta colei che non si sottoponeva al suicidio rituale volontario.

I primi cambiamenti a favore della condizione femminile si ebbero con la colonizzazione inglese, che proibirono la Sati e l'infanticidio femminile, riconoscendo alle vedove i diritti di sucessione e le seconde nozze. Ma gli antichi princìpi indù, le consuetudini locali e le istituzioni giuridiche inglesi continuarono a coesistere in assenza di una costituzione laica uniforme nel paese. All'inizio del XX° secolo le donne indiane delle classi medie cominciarono a riunirsi in associazioni femminili che lottarono per il diritto al voto, ottenuto nel 1931, con l'appoggio di Gandhi.

Nel 1955 fu proibita la poligamia, fino ad allora largamente diffusa anche tra gli indù, ed oggi permessa solo per i cittadini musulmani. In seguito si vietò la pratica deplorevole della dote richiesta alla famiglia della sposa, causa di maltrattamenti ed uxoricidi nel caso di famiglie insolventi. Ma dal rapporto commissionato dal governo indiano nel 1975 apparve che, dall' indipendenza del 1947 a quell'anno, la condizione femminile in India non era migliorata affatto. Nonostante i movimenti femministi degli anni Ottanta, la ratifica nel 1993 della Convenzione delle Nazioni Unite sull' eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne, Amnesty International denuncia il persistere di tali discriminazioni all'interno della famiglia e della società.

Le bambine non vengono nutrite nè curate come i figli maschi, le donne vengono sfruttate nelle attività domestiche e percepiscono salari inferiori agli uomini, svolgono lavori durissimi e viaggiando in India, si ha spesso l'impressione che lavorino solo loro. A volte subiscono torture sessuali e stupri da parte delle stesse forze dell' ordine, la prassi dotale non è venuta meno ed il 99 % degli aborti a Bombay riguarda feti di sesso femminile. Le figlie sono considerate un peso per la famiglia e nelle aree rurali del sud spesso è la nonna paterna che si incarica di avvelenare la neonata, mai registrata all' anagrafe. I templi sono stracolmi di vedove di tutte le età, cacciate dalla famiglia del marito defunto, a cui i figli appartengono e respinte da quella natale, che si guadagnano uno scarso piatto di riso a cambio di giornate intere spese a recitare mantra in suffragio o per conto di ricchi fedeli lontani, o che semplicemente vivono di elemosina.

Sono innumerevoli i casi di omicidio o di lesioni gravissime ai danni di spose la cui famiglia non soddisfa le richieste economiche del marito e dei suoceri. Il metodo classico è dar fuoco alla malcapitata, dichiarando che il sari ha preso fuoco accidentalmente mentre la donna cucinava. Dal 1999 una commissione parlamentare si incarica di investigare ed imporre alla magistratura e alle forze di polizia, spesso complici o acquiscenti di fronte alle estorsioni coniugali, i suicidi forzati o gli uxoricidi, un maggior rigore. Naturalmente tra le caste colte queste discriminazioni sono più rare e la varietà culturale indiana porta oggi Sonia Gandhi, vedova e straniera, a guidare il principale partito politico indiano, come ieri sua suocera Indira Gandhi. Molte donne delle classi basse invece trovano nuova libertà e autodeterminazione convertendosi alla religione cristiana, jainista o buddhista e addirittura abbracciando la vita monacale. Paradossalmente i voti religiosi appaiono a molte come la promessa di una vita libera da oppressioni.

Fonte: Storia delle religioni. India. Ed. Laterza
Evil-Rouge
00giovedì 12 luglio 2007 11:54
Io il "codice di Manu" non lo conosco.......Ho studiato però il "quesito della Susy" e il corvetto mi ha detto che ora le cose li sono diverse.
Grampasso (il Ramingo)
00giovedì 12 luglio 2007 12:17
c'erano degli eccessi, ma non era tutto da buttar via...
Grampasso (il Ramingo)
00giovedì 12 luglio 2007 12:19
Re:

Scritto da: Evil-Rouge 12/07/2007 11.54
Io il "codice di Manu" non lo conosco.......Ho studiato però il "quesito della Susy" e il corvetto mi ha detto che ora le cose li sono diverse.


sai che mi sono accorto solo ora della pagina Google che hai in firma? [SM=x132023] [SM=x132023] [SM=x132023]
AmoN7
00giovedì 12 luglio 2007 12:20
quale firma?

[SM=g27833]
Grampasso (il Ramingo)
00giovedì 12 luglio 2007 12:38
Re:

Scritto da: AmoN7 12/07/2007 12.20
quale firma?

[SM=g27833]


ma... [SM=x132027]
Desperate Cry
00giovedì 12 luglio 2007 12:50
No, veramente, quale firma?
Evil-Rouge
00giovedì 12 luglio 2007 13:44
Re:

Scritto da: AmoN7 12/07/2007 12.20
quale firma?

[SM=g27833]



Democratico Amon......almeno lasciami il Gesu Ikea.
AmoN7
00giovedì 12 luglio 2007 20:09
[SM=x132020]

cmq non posso bannare solo una parte della firma... quindi ora te la ripristino.
AmoN7
00giovedì 12 luglio 2007 20:21
In ogni caso vorrei ricordarti che:

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