La Guerra era anche questo?

Amedeo1890
00mercoledì 18 aprile 2012 19:54
Per raccontare qualsiasi cosa che non è conseguentemente collegato alla guerra ma ugualmente inerente...Proprio il titolo del topic racconta questo....storie di vita di tutti i giorni....

Comincio con questo documento:
Ho omesso nomi e località per correttezza...poi capirete il perchè...

“Dal 119° Reggimento Fanteria, ufficio Comando. All'Illustrissimo Signor Sindaco di...
Al soldato di questo Reggimento ….. giungono dal padre lettere che poco opportunamente e senza pietà gli denunciano l'infedeltà della moglie. Poco opportunamente e senza pietà perchè nulla potendo fare un soldato dal Fronte per ricondurre la moglie infedele sulla diritta via, tali notizie dolorose non servono ad altro che ad amareggiargli la vita ed a deprimergli quelle energie che egli deve dare intatte alla Patria. Mi risulta infatti che detto soldato trovasi in uno stato d'animo compassionevole, tale da non permettergli di compiere con la consueta serenità e coscienza il suo servizio. Mi rivolgo pertanto alla di lei cortesia perchè voglia far intendere a detto padre come egli abbia recato senza scopo e perniciosamente tanto dolore al figliuolo, e come sarebbe desiderabile che al disgraziato giungessero d'ora innanzi notizie che gli sollevino l'animo dall'abbattimento in cui trovasi. Il Colonnello Comandante del Reggimento Guarnieri, 3 Maggio 1916”.
Sonia_1980
00mercoledì 18 aprile 2012 21:04
Un po' come ne "La grande guerra" dove il parroco di paese comunica al graduato al fronte che la fidanzata del soldato (analfabeta) sta per sposarsi con un altro più maturo e benestante...e questi per compassione s'inventa la lettera di sana pianta....quante ne deve esser accadute...
falisca.
00mercoledì 18 aprile 2012 21:44
La figura del sindaco era molto inportante allora, anello di congiunzione fra il popolo e le istituzioni, ad un certo punto della GG quando iniziarono sommosse e moti antimilitaristi, scioperi e sabotaggi venne emanata questa circolare ai sindaci (dal web):


Poiché lo avevano accusato di debolezza, l'on. ORLANDO volle stringere i freni: sciolse consigli comunali, destituì i sindaci disfattisti, fece procedere a perquisizioni, ad arresti, a processi. Il 16 settembre, il giornale interventista "Fronte interno" aveva pubblicato, commentandola aspramente, una circolare del segretario del Partito Ufficiale Socialista, COSTANTINO LAZZARI, diretta ai sindaci dei comuni socialisti per chiedere il loro parere sui mezzi da usarsi per costringere il Governo ad affrettare la pace. I mezzi; secondo il Lazzari, potevano essere due: provocare la destituzione in massa dei Consigli comunali mediante una generale ed uguale mobilitazione politica; rassegnare senza discussione ed eccezioni le dimissioni dei sindaci e dei Consigli, dietro una parola d'ordine.
"Un partito come il nostro - veniva detto nella circolare - deve tener fede con onore e fermezza alla parola data. I Comuni sono, senza fallo, un mezzo politico potentissimo per la diretta influenza che hanno sulle popolazioni; ebbene, quelli da noi conquistati devono servire, con un concorde e solidale atto di protesta e di resistenza, a far trionfare la nostra tesi "prima dell'inverno la pace".
Il Governò denunciò LAZZARI al procuratore del Re; ma l'autorità giudiziaria dichiarò non esservi luogo a procedere perché le leggi non prevedevano quel reato. Allora, proposto dal guardasigilli Sacchi, fu emanato (4 ottobre) il seguente decreto luogotenenziale.

I DECRETI SACCHI - APATIA DEL PAESE

"Chiunque con qualsiasi mezzo commette o istiga a commettere un fatto che può deprimere lo spirito pubblico o altrimenti diminuire la resistenza del Paese o recar pregiudizio agli interessi connessi con la guerra e con la situazione interna o internazionale dello Stato, quando tale atto non costituisca altro reato previsto ed espresso dalla legge, sarà punito con la reclusione fino a cinque anni e con la multa sino a lire cinquemila; nei casi di maggiore gravità la reclusione potrà estendersi fino a dieci anni e la multa fino a lire diecimila. Non è mai applicabile la sospensione condizionale prevista dagli articoli 423 e 424 del Codice di Procedura Penale".

Secondo un altro decreto (8 ottobre) i sindaci, gli assessori, e i consiglieri comunali, i quali senza legittimi motivi o con dolose omissioni, durante la guerra, rendessero necessario lo scioglimento dei Consigli, erano tenuti responsabili in solido e in proprio delle spese sostenute dai Comuni per la straordinaria gestione, senza pregiudizio d'altre eventuali responsabilità sia di natura penale che patrimoniale.
Altri decreti luogotenenziali furono emessi in quei giorni con i quali venivano dichiarati in stato di guerra i territori di Torino, Alessandria, Genova, che con Piacenza furono messi sotto il comando del generale RAGNI. Anche i territori di Messina e di Reggio Calabria, dove l'agitazione causata dalla penuria dei viveri e dai non ancora riparati danni del terremoto non era poca, furono dichiarati in stato di guerra.

Le fucilate dal Carso, si spostavano ora nelle città della penisola; e come vedremo più avanti, anche in Parlamento non si scherzava su chi mirare.

La "reazione del Governo", com'era chiamato il nuovo indirizzo di politica interna dai socialisti, fu ovviamente fiancheggiata dagli interventisti, che intensificarono la propaganda di guerra allo scopo di infondere nelle masse la necessità dei sacrifici, della resistenza e della disciplina.
Ma l'opera degli interventisti non riuscì a rialzare molto il morale del Paese, scosso dal disagio alimentare e dall'alto costo della vita, impressionato dalla lunghezza e dai lutti della guerra in modo tale da non gioire nemmeno più per alcune vittorie dell'esercito, avvelenato dal disfattismo e spossato dalle fatiche e dagli stenti.
"Lutti, aggravi, restrizioni, pericoli si susseguivano e sovrapponevano. Col richiamo dei riformati per statura dal 1876 al 1888 (luglio), con la diminuzione delle imperfezioni d'inabilità e col richiamo dei riformati dal 1874 al 1896 (agosto), tutti gli appena validi prestavano servizio militare.
Per lo scarseggiare della carta, i giornali dovettero subire il controllo governativo, ridurre i formati e il numero delle pagine e delle edizioni (agosto). Dal 10 ottobre fu proibito la circolazione delle automobili private.
"Triste effetto produsse il ritiro delle monete d'argento, sostituite da buoni di cassa di una e due lire (5 ottobre). L'11 ottobre fu obbligatorio il "razionamento" del grano, farina di grano e pane; e, anche del granturco, farina di granturco, riso, segale e orzo nei comuni in cui costituivano l'alimento principale; proibita la vendita dei biscotti.


FlorianDimai
00giovedì 19 aprile 2012 08:41
Avviso affisso dal Sindaco di Cortina (giugno 1915):

La guerra che sta per invadere il nostro paese, viene combattuta da truppe regolari, non dalla popolazione. La nostra salvezza e dei nostri beni dipende solo dalla ragionevolezza e dal modo di comportarsi verso le truppe regolari. Astenetevi da qualsiasi ostilità, ogni azione a voi ostile denunciatela fiduciosi a questo ufficio. Raccomando la massima calma.
Il capo comune Demai


Ciao fioi

Estor delle Paludi
00giovedì 19 aprile 2012 09:27
Re:
Amedeo1890, 18/04/2012 19.54:

....storie di vita di tutti i giorni....




Francesco, classe 1882, 82° reggimento fanteria
Lettera al cugino Amerigo

Vi prego di tenermi informato di tutto quello che accade a danno mio, e se mia madre si privasse di cervello di sortire di mia casa ancora una volta, col mio ordine voi chiuderete le porte e guardate che non cavassero un chiodo dal muro, avete capito?
Prego di farmi sapere su chi entra in casa mia a trovare mia madre per poi pelarla…
Dirai a mia madre che la signora figlia con i suoi conti mi a fatto pagare le tasse della robba sua… e ci darai a conoscere quanto la vigliacca come il suo fratello con i loro ricevuti mi fanno pagare sempre due volte…
dici pure che mi anno fatto pagare per la corona del povero mio padre, se ancora a questa corona se ne potesse servire sta XXXXX di mia sorella, disonoratrice della nostra famiglia. Saluti a tutti voi.
(lucio54)
00giovedì 19 aprile 2012 09:38
Questa discussione mi fa venire in mente una canzone di Massimo Bubola dal suo cd "di guerra" - Quel lungo treno...
Il soldato torna dalla licenza, sogna di abbracciare la moglie. Quando arriva a casa la figlia in culla piange, la moglie gli si para davanti discinta, lo bacia mentre l'amante, nascosto, gli spara. Viene sepolto in giardino da dove racconta tutta la storia.
E anche questa: ben sepolto nell'archivio dei Musei provinciali di Gorizia, padrone del locale museo della guerra, le lettere dell'ufficiale caduto alla sua amante nonché le risposte di lei, che per ovvie ragioni non vennero consegnate alla famiglia...
Amedeo1890
00giovedì 19 aprile 2012 11:18
Che storie....
Talvolta non ci si pensa ma i soldati al fronte avevano sicuramente la mente occupata sulla guerra (per sopravvivere), ma talvolta anche il pensiero a casa non dava conforto, anzi...In tanti avranno sicuramente avuto molte preoccupazioni o situazioni familiari difficili....Come se non bastasse tutto il resto!!!In quanti, al giorno d'oggi, riuscirebbero a reggere???Eppure, c'è chi è andato avanti....Chi, nonostante abbia visto e subìto grandi tragedie, portandosi dietro cicatrici che mai sarebbero guarite...è andato avanti....

Come la storia di un contadino al fronte. Scampato alla guerra, dopo aver visto tutto ciò che mai si vorrebe vedere, è tornato a casa, non vedendo l'ora di riabbracciare la sua famiglia....E si è trovato davanti una situazione che non si vorrebbe augurare al peggior nemico: nella stanza da letto, uno accanto all'altro, i 4 figlioletti morti di Spagnola e la madre impazzita (letteralmente)dal dolore....
luigi(1959)
00venerdì 11 maggio 2012 17:27
Parecchi miei compaesani, che allo scoppio del 1° conflitto mondiale lavoravano oltre confine, vennero fatti passare per "austriacanti" e furono praticamente accusati di collaborazionismo con il nemico. Persino il parroco del paese, ai tempi, per le sue moratorie contro la guerra, fu esiliato. Mah... [SM=g7361]
Kranebet
00venerdì 11 maggio 2012 19:28
luigi(1959), 11/05/2012 17.27:

Parecchi miei compaesani, che allo scoppio del 1° conflitto mondiale lavoravano oltre confine, vennero fatti passare per "austriacanti" e furono praticamente accusati di collaborazionismo con il nemico. Persino il parroco del paese, ai tempi, per le sue moratorie contro la guerra, fu esiliato. Mah... [SM=g7361]



Di storie del genere, l'altopiano di Asiago ne è zeppo ... il profugato ... gli austriacanti ... gli sputi in faccia al loro passaggio in pianura ...
nello69
00venerdì 11 maggio 2012 19:45
Noi rapportati a quelle generazioni siamo proprio "nulla"
.

Il famoso fronte interno...quanto ci sarebbe da sapere.
Kranebet
00venerdì 11 maggio 2012 19:58
Tanto per riallacciarmi al discorso di prima ...

La popolazione altopianese, più o meno dispersa e raminga, iniziò così una lunga odissea durata ben 34 mesi, con un sussidio economico modesto per non dire irrisorio, accolta talvolta calorosamente, talvolta con diffidenza, talvolta addirittura con manifestazioni di odio e di persecuzione a causa della lingua comunemente parlata dagli altopianesi di allora, il cimbro, assai simile al tedesco e che lasciava supporre, oltre all’affinità di stirpe germanica, anche un’implicita complicità con il nemico. Scriveva in quei giorni Benito Mussolini, sul giornale “Il Popolo d’Italia”: “… Sputategli in viso … a quei tedeschi nostrani, italiani solo di nascita …”. Al transitare delle colonne di profughi lungo le strade dei paesi in pianura si sentiva dire “… Passano gli austriacanti! …”, una frase umiliante che simboleggiava il senso delle critiche rivolte agli altopianesi per via della loro parlata cimbra, agli occhi dei più marchio della simpatia per il nemico, la prova di essere traditori.
A riprova di ciò basti citare, fra i tanti, l’esempio del caso accaduto ad una famiglia di profughi rifugiatasi nella provincia padovana. Un giorno, mentre due altopianesi discorrevano tra loro, vennero a scambiarsi anche alcune frasi in cimbro. Essi vennero prontamente denunciati dalla famiglia ospitante e tratti in arresto dai carabinieri. Uno venne liberato dopo alcuni giorni e spedito al fronte; l’altro venne imprigionato fino a quando, grazie all’insistenza della moglie e, pare, all’intercessione del clero, venne liberato.
Fu in questa situazione che il vescovo di Padova fu tra i primi a denunciare l’indifferenza e la mancanza di solidarietà e di accoglienza subita dai profughi durante il loro peregrinare per le varie regioni d’Italia. In una missiva del 19 giugno egli denunciò a papa Benedetto XV che poco o nulla veniva fatto per le popolazioni dell’Altopiano, e che l’autorità civile si impegnava soltanto “… al procurare noie ai cattolici e l’internamento di qualche sacerdote …”.
Vennero ripetutamente lamentate la lentezza e la disorganizzazione dell’autorità civile e militare nella sistemazione dei profughi, dal momento che non solo intere popolazioni, ma anche singoli gruppi familiari vennero smembrati, per essere destinati in località diverse.
Una volta giunti a destinazione, i profughi altopianesi dovettero subire il disprezzo e le angherie di talune popolazioni ospitanti. Vennero bruciate le case in cui si trovavano, molti di essi vennero additati come responsabili di danni ed incidenti, spesso provocati di proposito, che comportarono condanne e punizioni a loro carico. Poi, con il tempo, l’atteggiamento cambiò; si assistette ad una completa integrazione degli ospitati con gli ospitanti, tant’è che, alla fine della guerra, molti altopianesi rimasero nei paesi e nelle città di accoglienza.
luigi(1959)
00venerdì 11 maggio 2012 21:56
Dal mio paese (montagne del Friuli al confine con La Slovenia), molti profughi si diressero verso l'Italia Centrale. I resti di mia bisnonna materna e di una prozia sono ancora a Bagni di Montecatini,. Al bisnonno (sessantenne), rimasto a guardia della casa, nel febbraio del 1919 comunicarono la dipartita della moglie e di una figlia, nel giro di una settimana, causa la "spagnola". Due mesi dopo altra notizia funesta: nell'ospedale civico di Finale Emilia spirava il figlio, soldato del Regio Esercito Italiano.

Leo_69
00domenica 13 maggio 2012 23:04
Di casi come quelli citati in questa discussione purtroppo ne successero a migliaia in tutto il paese. Posso citare, ad esempio, alcuni di essi trovati di recente nel corso di una mia ricerca, come quello di un soldato richiamato nella Territoriale all'età di 36 anni. Padre di quattro figli, scrisse al Sindaco - in un italiano sgrammaticato e poco comprensibile - pregandolo di controllare lo stato di sua moglie, donna che già aveva avuto problemi psichiatrici e che "non stava molto bene" al momento del suo arruolamento. Non ho trovato la risposta del Sindaco, ma nel libro cronistorico della parrocchia del soldato, non molti mesi dopo il parroco annotava di come la donna fosse stata ricoverata al manicomio e i quattro figli affidati a un ente religioso... Oppure il caso di un altro soldato il quale, tornando a casa in licenza a pochi giorni dalla nascita dell'ultima figlia (e, forse, a questo motivo era legata la licenza), poco prima di arrivare in paese, non si sa perché, si impiccò a un albero...

Casi umani, problemi familiari e psicologici esistiti dappertutto e in tutte le epoche. Ma problemi che il conflitto in corso contribuì a far senza dubbio esasperare.

Leonardo.
Amedeo1890
00lunedì 14 maggio 2012 14:23
Grazie Leo!!!
Sai per caso se il militare che si è suicidato, sia stato considerato un caduto in guerra????Sto facendo ricerche in questo ambito e mi piacerebbe avere più materiale (cioè storie) su cui fare confronti....

P.S.
Un piccolo [SM=g2469954]
Ti mando una mail con la foto del Magnaboschi.... [SM=g7349]
Kranebet
00lunedì 14 maggio 2012 14:35
Eh già ... nel dubbio ... sempre di Magnaboschi si tratta ... [SM=g7346]
Amedeo1890
00lunedì 14 maggio 2012 21:08
[SM=g7346] [SM=g7346]
Dati e Fatti
00sabato 17 novembre 2012 12:02
Poveretti... Anche mio nonno, nel suo diario di prigionia, dice spesso di essere tormentato dal dubbio (di cui si vergogna) sulla fedeltà della giovane moglie a casa, addirittura spesso sogna la notte di venire tradito.
Nelle loro condizioni, un pensiero comprensibile, specie considerando i frequenti silenzi epistolari.
Amedeo1890
00sabato 17 novembre 2012 16:45
Re:
Dati e Fatti, 17/11/2012 12:02:

Poveretti... Anche mio nonno, nel suo diario di prigionia, dice spesso di essere tormentato dal dubbio (di cui si vergogna) sulla fedeltà della giovane moglie a casa, addirittura spesso sogna la notte di venire tradito.
Nelle loro condizioni, un pensiero comprensibile, specie considerando i frequenti silenzi epistolari.




Ciao..grazie del post....
Sul mio sito ho creato una sezione dedicata alla prigionia...mi piacerebbe trascrivervi le testimonianze dirette di chi è stato in prigionia ed ho letto che tuo nonno scriveva qualcosina a riguardo....ti andrebbe di scrivere qui qualche riga del diario???sarebbe proprio una testimonianza "vissuta"....su come vivenao "tutti i giorni" nei campi, lo stato d'animo, il cibo, ecc....
Grazie
Silvia
Dati e Fatti
00domenica 18 novembre 2012 16:41
Re: Re:
Amedeo1890, 17/11/2012 16:45:




Ciao..grazie del post....
Sul mio sito ho creato una sezione dedicata alla prigionia...mi piacerebbe trascrivervi le testimonianze dirette di chi è stato in prigionia ed ho letto che tuo nonno scriveva qualcosina a riguardo....ti andrebbe di scrivere qui qualche riga del diario???sarebbe proprio una testimonianza "vissuta"....su come vivenao "tutti i giorni" nei campi, lo stato d'animo, il cibo, ecc....
Grazie
Silvia



Ciao, grazie a te. Certo che scrivo volentieri qualcosa sul tuo sito, dimmi solo come devo fare.
Dati e Fatti
00domenica 18 novembre 2012 18:07
Re: Re:
Amedeo1890, 17/11/2012 16:45:




Ciao..grazie del post....
Sul mio sito ho creato una sezione dedicata alla prigionia...mi piacerebbe trascrivervi le testimonianze dirette di chi è stato in prigionia ed ho letto che tuo nonno scriveva qualcosina a riguardo....ti andrebbe di scrivere qui qualche riga del diario???sarebbe proprio una testimonianza "vissuta"....su come vivenao "tutti i giorni" nei campi, lo stato d'animo, il cibo, ecc....
Grazie
Silvia




Acc... forse intendevi dire di scrivere "qui", cioè sul forum, qualcosa tratto dal diario di mio nonno?
Si certo, non c'è problema, appena ho un attimo di tempo provvedo subito!
Amedeo1890
00domenica 18 novembre 2012 18:51
Sì qui sul forum, così rimane anche in questa stanza come testimonianza...poi, se sei d'accordo, la metterei anche sul mio sito nella sezione della prigionia, come ti avevo descritto prima....
Grazie mille!!!

Silvia
Dati e Fatti
00lunedì 19 novembre 2012 08:44
Re:
Amedeo1890, 18/11/2012 18:51:

Sì qui sul forum, così rimane anche in questa stanza come testimonianza...poi, se sei d'accordo, la metterei anche sul mio sito nella sezione della prigionia, come ti avevo descritto prima....
Grazie mille!!!

Silvia




OK allora farò così, aprirò una discussione - magari in "nonni, bisnonni e parenti vari" - in cui riporterà qualche passo del diario di mio nonno, non dovrai fare altro che copia-e-incolla sul tuo sito.
A proposito, dove lo si può trovare?
Amedeo1890
00lunedì 19 novembre 2012 12:18
Ottimo!!!
Il sito lo trovi nella mia cartella personale cliccando sulla scritta "Home page", alla sezione "Cimiteri e Ospedali Militari- Prigionieri e campi di prigionia"....
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