L'autore del sito La Parola, Richard Wilson, rimprovera la TNM (e la esclude stupidamente, amio parere, dal suo sito!) con queste parole:
Le parole di Gesù sono ambigue, e il compito di un traduttore è di riportare il testo. Il compito di un teologo o di un commentario è di spiegare il senso, ed è questo che la Nuovo Mondo fa
Il problema è: tradurre "estin" con 'essere' invece che 'significa' qui vuol dire necessariamente dare una
lettura teologica del testo? Significa trasformarla in una "parafrasi" o in un "commentario"?
Io dico di no, perchè in quel passo "significa" è il senso più ovvio della frase. Infatti
è ovvio che il calice non poteva "essere" il 'sangue del patto', e dunque il significato più semplice e privo di implicazioni mistico-teologiche è proprio "significa" poichè l'uso di "essere" è impossibile in qiesto contesto, il calice non "è" letteralmente il 'sangue del patto'.
Il traduttore deve, per rendere in italiano una parola, coglierne il significato in quel contesto e tradurlo in italiano, se diciamo "
il calice è il mio sangue" stiamo dicendo un "non sense" in italiano, che potrebbe anche andare benissimo
se non fosse che il significato "significa il mio sangue" è assolutamente permesso dalla grammatica e dal contesto, e senza dover introdurre spiegazioni teologiche e filosofiche per leggerlo.
Io ribalterei il discorso di Wilson: se il compito del traduttore è quello di riportare il testo (il SIGNIFICATO del testo) nella lingua di arrivo, allora la TNM è di gran lunga più letterale.
A me pare che Wilson, e molti detrattori della TNM,
abbiamo l'illusione che "riportare il testo" significhi una mera adesione formale al testo, quella che viene chiamata "equivalenza formale" ma è chiaro che questa è una visione errata di "accuratezza" e "fedeltà" come hanno dimostrato gli studi di Nida e altri!
Una traduzione non è "più fedele al testo" perchè traduce estin con "è" piuttosto che con "significa", rispettando la forma, piuttosto l'accuratezza dipende da quale era il significato di "estin" in quel contesto.
A me pare che in quel contesto dire che "il calice è il mio corpo" va contro il buon senso, e dunque non rimane (a meno di non intriodurre la teologia!) che rendere nell'altro modo possibile e formalmente, comunque, corretto.
Chissà che Wilson non possa venire a discutere di questo da noi, qualcuno lo ha mai contattato?
Shalom