Nell'ospedale degli animali tra cuccioli e giovani veterinari!

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Akyaky
00domenica 17 gennaio 2010 13:17
E scusate se è poco... e se ne vado tanto orgogliosa.
Aperto 24 ore su 24 (e senza fondi), funziona grazie a prof e ricercatori. Lavoro premiato dal Censis

Ecco l’ospedale degli animali, dove si formano i futuri veterinari. Fin dal primo anno gli studenti hanno alcuni contatti con i loro pazienti a quattro zampe, nel campus di Ozzano Emilia, la prima facoltà di Veterinaria in Italia secondo il Censis, fiore all’occhiello dell’Alma Mater. Funziona come un normale nosocomio (più o meno), ma non ha convenzioni con il servizio sanitario nazionale (e quindi neppure i soldi) e ai dottorandi non è possibile neppure fare borse di studio. Dunque funziona grazie ai medici-professori strutturati e alla buona volontà di specializzandi e dottorandi (assegnisti e contrattisti si dividono in genere i turni di notte) oltre che degli studenti in formazione. È aperto 24 ore su 24, anche agli animali dei privati (si pagano tariffe leggermente superiori a quelle stabilite dall’Ordine). Gli studenti vivono come in un campus e l’80 per cento dei professori è presente 8-10 ore al giorno, una rarità nell’accademia italiana.

L'ospedale degli animali



LA STRUTTURA - All’ingresso ci sono gli ambulatori per le prime visite. Più avanti la sala dove nascono i cavalli: ora è vuota, le gravidanze sono in primavera. Nel reparto malattie infettive sono ricoverati alcuni cuccioli con gastroenterite virale. Le degenze sono divise tra cani e gatti, e i posti letto sono ovviamente gabbie di varie dimensioni. «Questo è il luogo dove gli studenti, con la supervisione dei medici, cominciano a confrontarsi con la gestione dell’animale», spiega Gualtiero Gandini, che da tre anni presiede la commissione didattica. Non può mancare la stalla, dove risiedono alcuni bovini, «non sono ammalati — chiarisce il professore —, sono qui per esercitazione, gli studenti imparano ad esempio ad auscultare i polmoni o a fare esplorazioni rettali per diagnosi di gravidanza. C’è anche una stalla sperimentale di facoltà con 80 vacche, data in gestione con un appalto, dove gli studenti imparano aspetti della produzione animale, della zootecnia, del razionamento del mangiare».

I REPARTI - Tre sono le divisioni dell’ospedale: la medicina interna, l’ostetricia e la chirurgia. C’è un piccolo pronto soccorso per animali di grossa taglia: Alessandro Spadari, docente di clinica chirurguca, e un gruppo di cinque studenti, che lavorano insieme per quindici giorni, stanno aspettando l’arrivo di un cavallo con colica. Alcuni box accolgono invece i cavalli in convalescenza: nel numero 4 c’è Pastel, che ha fatto parte della squadra olimpica di salto della Slovenia ad Atene, reduce prima da un intervento per colica e poi da un’ernia, nel numero 3 c’è invece un narcolettico, «in certe situazioni emozionali va giù e si addormenta», spiega Spadari. Al primo piano ecco la sala operatoria con cinque tavoli diversi. Attorno ad ognuno il chirurgo, circondato da gruppetti di studenti e specializzandi: si fa dall’oftalmogia alla neurochirurgia, dall’ortopedia e videochirurgia agli interventi ai tessuti molli, fino all’endoscopia. Quello di Veterinaria è dunque un ospedale in tutto e per tutto, con la certificazione europea Eaeve come l’intera facoltà, ma ben lontano dai livelli europei ed americani.

IL PERSONALE - «Mancano infermieri veterinari e il personale è troppo poco — spiega Gandini — senza considerare che non possiamo contare su risorse per avere attrezzature adeguate, ma questa è la situazione in tutte le facoltà italiane». Bologna sta facendo però passi da gigante nella didattica, un lavoro immenso premiato dalle valutazioni del Censis. «Portiamo i ragazzi nell’ospedale già dal primo anno per evitare di fare solo della gran teoria — racconta Gandini —, abbiamo inserito un coordinatore per ogni anno, per valutare problemi e criticità nei vari anni di corso di studio, e stiamo cercando di introdurre una didattica pratica integrata». L’obiettivo è far interagire i diversi specialisti su un singolo tema, «non nascondo che ci sono delle difficoltà, per la riluttanza di alcuni», ammette il docente. Lo sforzo che sta tentando Gandini, ovviamente con il supporto del preside Santino Prosperi, è di far cambiare marcia all’insegnamento, per renderlo più efficace. «Siamo partiti da alcuni seminari sul tema "Imparare a insegnare", apprezzati da una parte importante dei docenti», conclude Gandini. I prossimi incontri sono a gennaio. Per apprendere come tenere l’attenzione, come muovere il corpo durante la lezione, come usare gli audiovisivi.

Marina Amaduzzi
28 dicembre 2009
Corriere di Bologna
Akyaky
00domenica 17 gennaio 2010 13:23
Fotografie
Mucche della facoltà. Odio quelle catene. Loro sono le mucche "didattiche" quelle con le quali si insegna a noi a fare le visite di controllo. Le vacche da latte sono a stabulazione libera (NO CATENE) e in una struttura distaccata rispetto all'ospedale.



Sono tutte un po' datate :) [SM=x1169435]
Akyaky
00domenica 17 gennaio 2010 13:42
Altre foto
Ambulatorio per piccoli animali (cani e gatti)




Radiografia a un cavallo...


Clinica per piccoli animali






Il bagno per umani...


Sala operatoria...
Akyaky
00domenica 17 gennaio 2010 13:46
Ci sarebbe qualcosa da dire....
1) si lamenta la mancaanza di infermieri veterinari... che in italia non esistono.
2) il pronto soccorso è 24 h su 24 solo per certe specie...
3) «in certe situazioni emozionali va giù e si addormenta», spiega Spadari... ma che vuol dire....???

Però... in sè, l'articolo mi piace. E da dentro posso dire che è veritiero...
Orsola99
00domenica 17 gennaio 2010 21:01
In effetti hai ragione !
violante999
00mercoledì 20 gennaio 2010 23:52
Sembra incredibile che esista un ospedale per animali...
Akyaky
00giovedì 21 gennaio 2010 04:13
NoooVieni a vederlo? è incredibile che qualcuno ci abbia messo i fondi, quello sì. Ma la struttura è lì da un paio di anni e ho avuto modo di lamentarmene solo alla morte di Moscardo... niente vet per esotici a quell'ora. Ma lui poverino era già andato e tutto non si può fare :(

Per i cavalli il pronto soccorso è davvero 24 ore su 24. per cani e gatti gi orari sono un po' più ristretti. Inoltre ho notato, portando Altair, che chi ha poca esperienza per fortuna non se la fa ulla pelle del cane... cioè, la poverina è stata bucata molto per l'esame del sangue (era la prima volta per molti), ma se l'avessero operata davvro le mani ce le metteva solo il prof, giustamente, ma gli studenti avrebbero avuto l'opportunità di vedere l'operazione.

Quello è il posto dove (spero presto) farò i tirocini...
ciuteina
00venerdì 22 gennaio 2010 22:54
Io prima o poi vorrei vederlo! Rimini non è poi lontana. Vuoi venire con me, Viola? Mi mettono un po' di tristezza le mucche "didattiche" alla catena, ma penso stiano meglio di tante loro colleghe, in fondo... :(
Akyaky
00sabato 23 gennaio 2010 04:14
Ma non è che si può visitare, sapete? però si può curiosare e io sono la prima.!!!!

Ecco... questa è la notizia al tg:
www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-44c8b24a-f5ee-4d78-b991-1fd896fd38bc.html?...

catena è sinonimo di "stabulazione fissa", purtroppo era l'unico metodo di stabulazione fino a pochissimi anni fa, in Italia. Ora hanno capito che se la mucca ha un pascolo sta meglio e rende meglio, comprano un terreno più grande e le lasciano "libere" in quel terreno... nel senso che vanno in zona notte quando vogliono, in zona mungitura quando vogliono, a lavarsi... a brucare un po'. Le potete vedere nel filmato, le mucche da latte a stabulazione libera, per qualche secondo: sono le frisone bianche e nere.
Poiiii... no dai... è un filmato anche pieno di prof. no comment, no comment.
Nostalgia, nostalgia canaglia...
ciuteina
00martedì 2 febbraio 2010 16:00
Sì, è logico che non si può visitare (non è uno zoo... e per fortuna! :( ), ho espresso d'impulso il desiderio di vederlo... però se fosse possibile curiosare, come dici tu... bè, ci sto di sicuro!
violante999
00mercoledì 3 febbraio 2010 16:02
Quanti professori ci sono che lavorano nell'ospedale?
Akyaky
00lunedì 8 febbraio 2010 07:21
Non so il numero preciso, ma credo una decina tutti. Mi informerò se ti serve. (in ogni caso vengono pagati bene, come se oltre a insegnare lavorassero in un'altra struttura...o almeno così mi risulta...)
violante999
00martedì 9 febbraio 2010 16:00
Chiedevo così per curiosità...immagino però che siano pochi purtroppo o sbaglio?
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