POLLARI, AGENTI CIA, FARINA & ALTRI: UDIENZA PRELIMINARE

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INES TABUSSO
00martedì 9 gennaio 2007 22:56

CORRIERE DELLA SERA
9 gennaio 2007
Udienza preliminare per il rapimento dell'Imam Abu Omar a Milano
Pollari cita Prodi e Berlusconi in tribunale
L'ex capo del Sismi chiederà l'audizione dell'attuale presidente del Consiglio e del suo predecessore

MILANO - Il generale Nicolò Pollari, uno degli imputati all'udienza preliminare per il rapimento dell'Imam Abu Omar cominciata a Milano davanti al gup Caterina Interlandi, chiederà l'audizione dell'attuale presidente del Consiglio Romano Prodi, del suo predecessore Silvio Berlusconi e di tutte le autorità preposte ai servizi segreti. Lo ha annunciato poco prima di entrare in aula uno dei difensori dell'ex capo del servizio segreto militare-Sismi, l'avvocato Titta Madia.
L'AVVOCATO: «NON PUO' DIFENDERSI» - Madia ha ribadito che il suo assistito «ha intenzione di rendere dichiarazioni spontanee e verrà a Milano quando il giudice lo riterrà opportuno e fisserà un'apposita udienza. Pollari è impedito a difendersi perché è tenuto a rispettare il segreto di Stato. O lo viola mettendo a repentaglio la sicurezza nazionale, o non si difende».
Abu Omar, ex imam di Milano (Ansa)

GLI ALTRI IMPUTATI - Per il caso dell'ex imam della moschea di viale Jenner, oltre a Pollari, sono imputati di sequestro di persona anche altri funzionari del Sismi, tra cui Marco Mancini, 26 agenti della Cia e il vicedirettore di Libero, Renato Farina, accusato però solo di favoreggiamento. All'udienza preliminare nessuno degli imputati si è presentato in aula. Uno dei difensori di Mancini, l'avvocato Luigi Panella, ha annunciato che depositerà indagini difensive «con atti classificati - ha detto - che dimostrano che il Sismi non ha partecipato al sequestro».
EX CAPO DELLA CIA A MILANO DISCONOSCE IL PROCESSO - In una pausa dell'udienza preliminare in corso davanti al gup, Daria Pesce, avvocato dell'ex capo della Cia a Milano, Robert Seldon Lady, accusato di aver concorso al sequestro di Abu Omar, ha annunciato che rinuncia al suo mandato difensivo perché «il mio cliente ritiene che la soluzione di questo caso sia politica e non giudiziaria e disconosce, quindi, l'autorità giudiziaria; pertanto, io ho rinunciato al mandato, non essendo un mediatore politico ma un difensore che assiste un cliente davanti ai magistrati».




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LA REPUBBLICA
9 gennaio 2007
Milano, udienza preliminare per l'ex direttore Sismi e altre 34 persone
accusate del sequestro di Abu Omar. "Renderà dichiarazioni spontanee"
Pollari citerà come testi Prodi e Berlusconi
Spataro: "La Cia si comporta come le Br"
Il legale: "O il generale viola il segreto di Stato o non ha la possibilità di difendersi"
Il giudice: "Anche i terroristi non riconoscevano la giustizia italiana"


MILANO - "Romano Prodi, Silvio Berlusconi, ma anche ministri ed ex ministri come Parisi e Martino dovranno testimoniare sulla ferma contrarietà da parte di POllari a qualsiasi atto illegale". Parte con un colpo di scena l'udienza preliminare per il processo sul rapimento di Abu Omar: sotto accusa l'ex direttore del Sismi e altre 34 persone. E il procedimento, aggiornato al 29 gennaio, si chiude con una sconfitta della difesa: respinta una eccezione di legittimità costituzionale avanzata da una delle difese relativa alla dichiarazione di latitanza degli agenti Cia.

L'annuncio di Madia. Poco prima di entrare nell'aula chiusa al pubblico, al settimo piano del palazzo di Giustizia di Milano, uno dei legali di Pollari, l'avvocato Titta Madia, ha annunciato che chiederà "l'audizione dell'attuale presidente del Consiglio, di quello precedente e di tutte le autorità preposte ai servizi segreti". Inoltre, "Pollari renderà dichiarazioni spontanee, quando il giudice lo riterrà opportuno".

Il legale ha spiegato che l'ex direttore del Sismi non è in aula "perchè i suoi spostamenti comportano l'utilizzo di numerosi uomini della scorta. Sarà tuttavia presente quando l'udienza entrerà nel vivo". Il difensore del generale si è anche soffermato su una delle questioni cruciali dell'inchiesta, quella del segreto di Stato che coprirebbe alcuni atti ritenuti da Pollari decisivi per dimostrare la sua innocenza: "O Pollari viola il segreto di Stato - ha affermato il suo difensore - mettendo così a repentaglio la sicurezza nazionale o non ha la possibilità di difendersi. Qualche autorità deve farsi carico di questa situazione e prendere una decisione".


Tra le persone accusate di concorso in sequestro di persona, davanti al gup Caterina Interlandi, c'è anche l'ex capo del controspionaggio, Marco Mancini. Uno dei suoi avvocati, Luigi Panella, ha anticipato che presenterà "indagini difensive che dimostrano che il Sismi non ha partecipato al sequestro di Abu Omar.

Eccezione respinta. Il gup Caterina Interlandi nel
respingere l'eccezione sostiene che gli imputati fossero a conoscenza del procedimento delle indagini sul rapimento e quindi non si sono sottratti volontariamente alla misura cautelare pendente nei loro confronti. A testimonianza della conoscenza della vicenda, c'è il sequestro di una e-mail contenuta nel pc di Bob Seldon Lady in cui si faceva riferimento alla vicenda e lo si avvisava di non ritornare in Italia.

Polemico Spataro. Il procuratore aggiunto di Milano e capo del pool antiterrorismo, che rappresenta ,insieme a Ferdinando Pomarici, la pubblica accusa attacca la Cia. Il riferimento di Spataro e' relativo alla decisione dell'avvocato Daria Pesce, difensore dell'ex capo della Cia in Italia, Robert Soldon Lady, di rinunciare al proprio mandato perche' il suo assistito ha affermato di non riconoscere l'autorita' giudiziaria italiana. ''Queste cose - ha commentato il magistrato appena terminata l'udienza - le abbiamo gia' sentite in altre aule 30 anni fa con le Br, quando si dichiaravano prigionieri politici e affermavano di non riconoscere la giustizia italiana''.




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IL VELINO
www.ilvelino.it/articolo.php?Id=297913

Milano, 9 gen (Velino) - "Il mio cliente ritiene che questo processo dovrebbe svolgersi a livello politico e per questo affare - il rapimento di Abu Omar, ndr - non riconosce l'autorità giudiziaria, trattandosi di lotta al terrorismo. Viste le considerazioni del mio assistito e non essendo mediatore politico ma un difensore davanti all'autorità giudiziaria, devo riunciare al mandato". Lo ha sostenuto l'avvocato Daria Pesce, difensore di Seldon Lady, ex capocentro a Milano della Cia, imputato con altre 37 persone del sequestro dell'ex imam Abu Omar. La dichiarazione è stata fatta nel corso della prima udienza davanti al Gup del tribunale di Milano Caterina Interlandi; e ha mandato su tutte le furie il procuratore aggiunto di Milano Armando Spataro. Il magistrato ha accostato il comportamento dell'ex agente della Cia a quello dei brigatisti rossi: "Queste cose le abbiamo già sentite in altre aule con le Brigate rosse - ha detto - quando si dichiaravano prigionieri politici e affermavano di non riconoscere la giustizia italiana".

Lady viene giudicato da latitante. Egli ha sempre ribadito di aver agito in base a una legge degli Stati Uniti che lo metteva al riparo da conseguenze giudiziarie nel suo paese e, pensava, anche nel nostro. La strategia difensiva scelta dall'ex 007 finisce con il mettere in difficoltà il governo. Clemente Mastella non ha ancora deciso se chiedere o meno l'estradizione di Lady e degli altri agenti della Cia ricercati su richiesta di Spataro, ma una nota dei capigruppo giustizia al Senato dell'Unione pone un ultimatum. Per i senatori della maggioranza, Mastella deve chiedere immediatamemnte l'attivazione del trattato Usa-Italia in tema di collaborazione giudiziaria e farsi consegnare gli ex agenti della Cia accusati dalla procura della Repubblica di Milano di aver rapito Abu Omar il 17 febbario del 2003. Un impegno che difficilmente il Guardasigilli accetterà e che, come già aveva cercato di fare al G8 di Mosca lo scorso anno, cercherà di affidare al ministro degli Esteri Massimo D'Alema e al premier. L'Italia ha avviato con l'amministrazione Bush un ottimo rapporto di collaborazione, aprire un contenzioso giudiziario per dar seguito alle accuse di Spataro sarebbe una responsabilità politica di primo piano e Mastella non toglierà le castagne dal fuoco a nessuno.
(vum) 9 gen 17:1







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