PRODI: NON POSSIAMO CHIUDERE GLI OSPEDALI PER SALVARE CHI NON PAGA LE TASSE

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INES TABUSSO
00mercoledì 28 giugno 2006 22:19


LA STAMPA
28 giugno 2006
POLITICA
LA STRATEGIA PER IL RILANCIO. AL CONGRESSO DELLA UIL PREMIER A TINTE FORTI:
«IN PRIMO PIANO CI SONO EQUITÀ E SVILUPPO». DOMANI LE PARTI SOCIALI A PALAZZO
CHIGI
Prodi dichiara guerra all?evasione fiscale
«Vale il 7% del Pil, quanto la spesa sanitaria. Non chiudiamo ospedali per
salvare chi non paga le tasse »
di Stefano Lepri


ROMA. «Non possiamo chiudere gli ospedali per salvare gli evasori fiscali»
dice Romano Prodi: l?evasione «inaccettabile, moralmente deprecabile, ha
raggiunto livelli incompatibili con la democrazia». Con il discorso di ieri
mattina al congresso della Uil, il presidente del consiglio è riuscito a
far calare la tensione con almeno due delle grandi confederazioni sindacali,
la Uil stessa e la Cisl; e ha annunciato, di fatto, una svolta.

Perde energia attenua la ricerca di tagli strutturali alle spese, vengono
in primo piano l?«equità» e lo «sviluppo». La politica economica del governo,
ha detto Prodi, è «incardinata su quattro linee guida: fisco, riqualificazione
del sistema produttivo, infrastrutture e liberalizzazioni».

Di spesa pubblica ha parlato solo per denunciare gli «sprechi inimmaginabili»
del governo precedente: «strutture duplicate e triplicate, ricorso consistente
a consulenze esterne per erogazione di servizi inutili». Per contrastare
i timori suscitati dall?analisi severa del ministro dell?Economia Tommaso
Padoa-Schioppa, ha detto che «il catastrofismo è estraneo alla mia natura
emiliana», ma che occorre «far prendere coscienza al Paese della gravità
della situazione». Ai dirigenti sindacali premeva che non venisse ripetuta
la frase di Padoa-Schioppa sulla concertazione, ossia che il governo ascolta
le parti sociali ma poi va per la sua strada; e non l?hanno ascoltata.

Gli è piaciuto che Prodi abbia accennato con toni critici alla riforma Irpef
del governo Berlusconi, che «ha distribuito il 60% degli sgravi al 12,5%
più ricco del Paese». Il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni,
primo a sollevare questo tema, non a caso ha cambiato toni dopo aver ascoltato
il presidente del consiglio: «parole non decisive ma importanti, diverse
da quelle di altre occasioni». Luigi Angeletti, segretario generale della
Uil, pure è soddisfatto, e annuncia che andrà «a cuor leggero» all?incontro
con il governo domani. «Vi chiedo una buona dose di fantasia: presentate
idee e poposte innovative» ha detto ancora Prodi, invitando anche i sindacati
a «osare» perchè l?Italia «possa riprendere il ruolo che le compete».

La manovra-bis sarà concentrata sull?«equità» (la lotta all?evasione, che
«raggiunge il 7% del prodotto interno lordo, equivalente all?intera spesa
sanitaria») e sullo «sviluppo» (il ripristino di fondi all?Anas e alle Ferrovie
per non far chiudere i cantieri, perché «molte opere avviate nella scorsa
legislatura non avevano copertura finanziaria»). Prodi ieri ha confermato
che ci saranno tutti e cinque i punti di taglio al «cune fiscale» promessi
in campagna elettorale, ma senza dare tempi. Alle imprese, che speravano
in un primo intervento a riduzione del cuneo, sarebbero invece destinati
sgravi per incetivarle a trasformare i posti di lavoro precari in posti stabili.

Ieri il vicepresidente della Confindustria Andrea Pininfarina ha esortato
il governo a «tarare la manovra con lungimiranza e attenzione» per evitare
il rischio di «tarpare le ali» alla fragile ripresa economica; e ha insistito
ancora una volta per un aumento delle aliquote Iva (escluso dal governo)
che servirebbe tra l?altro a proteggere la produzione nazionale. Come i sindacati,
anche la Confindustria spera che alla fine la maxi-stangata di 40-45 miliardi
in un anno e mezzo non si faccia, grazie - dice Pininfarina - a una «rimodulazione
del piano di rientro del deficit» concordato con l?Europa. Ma il discorso
con Bruxelles potrà essere ripreso soltanto sulla base di una manovra-bis
molto efficace e credibile.

Intanto i tagli strutturali alle spese, rinviati alla legge finanziaria e
al metodo della concertazione con le forze sociali, si presentano come un
compito molto arduo per il governo. Padoa-Schioppa intanto risponderà oggi
nel «question-time» della Camera a domande che riguardano soprattutto la
spesa sanitaria e l?aumento delle addizionali Irap e Irpef regionali. L?ala
sinistra della maggioranza, con toni sostenuti, gli chiede un incontro, come
riferisce Pino Sgobio del Pdci, «per sapere più da vicino cosa si sta decidendo
in questi giorni al Tesoro».



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