Pesci, memoria da elefanti "Ricordano fino a 5 mesi"

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vanni-merlin
00sabato 10 gennaio 2009 14:32
Pesci, memoria da elefanti "Ricordano fino a 5 mesi"
Studio israeliano ribalta le credenze suglle capacità mnemoniche degli animali marini. "Potremo creare allevamenti in acqua aperta, a costi inferiori e con vantaggi per l'ambiente"

di MARCO PASQUA


NON sarà una memoria da elefanti, ma sicuramente non dura pochi secondi. E' una ricerca di un'università israeliana a sfatare la credenza popolare secondo la quale la memoria dei pesci duri solo una manciata di secondi. Gli scienziati dell'Institute of Technology Technion, di Haifa, hanno, infatti, dimostrato, con un semplice esperimento, che questa può arrivare sino a cinque mesi. Una ricerca che offre anche importanti prospettive relative ad una nuova modalità di allevamento per questo genere di vertebrati.

I ricercatori israeliani hanno preso un gruppo di pesci e li hanno allenati, all'interno della loro struttura, ad associare uno specifico suono al momento in cui ricevono il mangime. Dopo circa un mese di training, li hanno rilasciati in mare aperto. Passati altri quattro mesi, agli stessi pesci è stato fatto risentire il suono associato al cibo: con grande stupore degli scienziati, tutti gli esemplari hanno fatto ritorno nel punto in cui avrebbero ricevuto il loro mangime. Un risultato importante, viene fatto notare dall'università, che potrebbe aprire nuovi orizzonti nell'allevamento ittico praticato nelle zone costiere. Oggi, infatti, si usano spesso delle gabbie, posizionate sott'acqua. "Un metodo diffuso in gran parte del mondo - spiega l'università - anche se è dispendioso, sia per quanto riguarda l'acquisto delle stesse gabbie, che per il costo del lavoro delle persone che le devono monitorare, e, soprattutto, devono dar da mangiare agli animali. Un metodo controverso dal punto di vista dell'inquinamento generato dai pesci, sotto forma di azoto".

Così controverso che in alcune zone costiere questo genere di allevamento è vietato. "Lo scopo della nostra ricerca era quello di offrire una valida alternativa alle gabbie: far crescere i pesci in mare aperto, senza danneggiare l'ambiente e, soprattutto, in modo da non far fuggire questi animali". Adesso, infatti, basterà allenare i pesci a riconoscere un determinato suono, per poi farli tornare indietro, quando saranno pronti per essere catturati e immessi sul mercato per la vendita. "Tra l'altro questo metodo è molto più economico - dicono i ricercatori, Boaz Zion, Ilan Karplus e Assaf Barki - perché il nutrimento viene reperito in maniera naturale dai pesci stessi".

Già lo scorso anno, una studentessa australiana di 15 anni, Rory Stokes, aveva condotto un esperimento, che aveva permesso di dimostrare che la memoria dei pesci rossi durava fino ad una settimana. La ragazza aveva acceso ogni giorno un piccolo faro lampeggiante nella vaschetta, e subito dopo aveva sparso il mangime attorno al faro. Misurando il tempo che i pesciolini impiegavano a raggiungere il cibo, Rory si era accorta che i suoi animali avevano imparato ad associare la luce alla presenza di cibo, e presto il tempo impiegato per arrivare al faro era passato da un minuto a pochi secondi. Successivamente, la ragazza aveva rimosso per sei giorni il faro dalla vaschetta; quando, il settimo giorno, lo aveva riposizionato al suo interno e lo aveva riacceso, i pesci rossi non avevano esitato a nuotare in quella direzione e a raggiungere la "fonte di cibo".

(7 gennaio 2009)

da: www.repubblica.it/2009/01/sezioni/scienze/memoria-pesci/memoria-pesci/memoria-pe...


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