Spectrum

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samus-aran
00martedì 24 luglio 2007 00:53


Il Sinclair ZX Spectrum, prodotto a partire dal 1982 dall'inglese Sinclair Research Ltd di Clive Sinclair, era un home computer dotato del processore a 8-bit Z80, di 16 KByte ROM, di 16 KByte di RAM espandibili a 48 Kbyte, e di una caratteristica tastiera in lattice con 40 tasti multifunzione. Fu il primo computer a raggiungere un costo di mercato inferiore alle 100 sterline.

In Europa riuscì a contrastare lo strapotere del Commodore 64, conquistandosi una discreta fetta di mercato, grazie al prezzo di listino più abbordabile, grazie alle tante soluzioni costruttive adottate per contenere i costi, facendone per molto tempo il computer con il miglior rapporto prezzo-prestazioni.




Lo Spectrum era dotato di un interprete per il linguaggio BASIC, in una versione modificata dalla Sinclair, presente nella ROM. I programmi solitamente erano forniti tramite listato da digitare, o su nastro (le comuni musicassette), e potevano essere letti con un semplice registratore mono. Questa caratteristica costituì forse il più grande limite della macchina, in quanto al vantaggio dell'uso di supporti economici si contrapponevano la lettura problematica (che costringeva molti utilizzatori a ripetute operazioni di taratura delle testine) e i tempi di caricamento relativamente lunghi; la velocità di trasferimento proposta era infatti di 1500 [baud], che si traduceva in un'attesa di 5 minuti nel caso di programmi particolarmente lunghi. Il problema era comunque comune tra i micro computer dell'epoca: il Commodore 64 ad esempio proponeva una velocità di trasferimento su cassetta di soli 300 baud; la situazione spinse le "software house" a sviluppare degli acceleratori software chiamati turbo tape, che nella seconda metà degli anni '80 ebbero successo su entrambe le piattaforme, aggravando però ulteriormente il probema dell'affidabilità dei supporti.

Altro punto debole dello Spectrum era il sonoro proveniente dall'altoparlante incorporato, un cicalino tipo quello del PC, ed in parte la grafica, limitata ad una risoluzione di 256x192 pixel, 32 caratteri di 8x8 pixel per 24 righe, 8 colori con attributi bright e flash, priva degli sprite ma con la possibilità di creare dei caratteri grafici personalizzati. Una sua caratteristica particolare era la gestione dei colori; ognuno dei 768 quadratini che componevano lo schermo aveva il suo colore di sfondo, detto paper, e il colore di primo piano, detto ink. L'abilità dei programmatori di molte software house, specialmente inglesi, ha permesso comunque di minimizzare molte di queste apparenti limitazioni, permettendo risultati sbalorditivi considerando le limitazioni imposte dall'hardware, soprattutto in termini di velocità di elaborazione e di definizione grafica.

Inoltre, la mancanza di porte joystick, sostituita da una expansion port per collegare eventuali interfacce aggiuntive, lo rendeva meno appetibile come macchina da gioco. Nonostante ciò anche per lo Spectrum furono prodotte migliaia di giochi dalle tantissime software house che proliferavano ovunque e per anni ci furono "battaglie" fra i sostenitori dell'americano C64 e dell'inglese ZX Spectrum.

La porta di espansione poteva essere utilizzata anche per collegare una mini-stampante che utilizzava carta termica: la Sinclair ZX Printer o ancora dei supporti di memorizzazione di massa, i problematici Microdrive, dei microscopici nastri magnetici interamente gestiti dal computer che avrebbero dovuto sostituire a basso costo i drive per dischi.

Già a partire dalla fine del 1982 lo Spectrum 48Kbyte divenne lo standard, mentre la versione a 16Kbyte rimase in vita come alternativa economica o per uso didattico.

Furono prodotte varie versioni dello Spectrum: oltre alle prime a 16 e a 48 KByte, possiamo ricordare quella con una tastiera vera derivata da quella del Sinclair QL (Spectrum +) e le ultime, dopo l'acquisizione del progetto da parte dell'Amstrad con BASIC esteso, 128 KByte di RAM ed il registratore a cassette o il floppy incorporato (Spectrum +2 e Spectrum +3).

La dotazione iniziale comprendeva software per l'archiviazione, foglio elettronico, (Vu-File, Vu-Calc, Vu-3D, etc) e Basic.

La tastiera dai tasti gommosi, ognuno con quattro funzioni tra cui i comandi Basic scritti per esteso sul tasto e immissibili con una singola pressione del tasto stesso, contribuì alla divulgazione di questo semplice ma assai utile linguaggio di programmazione.

Tutto ciò, unito alle piccole dimensioni, alla velocità di calcolo e al prezzo relativamente basso lo rese popolare negli anni 80 in tutto il mondo, tanto che se ne ebbero versioni clonate e praticamente uguali in estetica ma con nomi diversi. L'Inves Spectrum in Spagna, il Moscow e poi il Baltic in Russia, per fare soltanto alcuni esempi.

Con la diffusione anche nelle famiglie di questo piccolo computer, nonché dell'acerrimo concorrente, il Commodore 64, iniziò anche la prassi di distribuire nelle edicole le riviste con in allegato i programmi già pronti all'uso, spesso frutto dell'ingegno dei lettori.


Dr.Stewart
00domenica 29 luglio 2007 23:41
beh, non una gran macchina, però è da apprezzare il basso costo,sicuramente il fatto che fu uno dei primi sistemi ad essere venduto sotto i 100 dollari è già una grande cosa, che va a favore dei limiti dello Spectrum [SM=x430290]
samus-aran
00lunedì 30 luglio 2007 02:12
Versioni



Issue One - 1982



- Prima versione con circuito stampato disegnato a mano (!) con 16K e possibilità di espansione a 48K con modulo interno montato su un piccolo circuito separato. A causa di un baco nel chip ULA, molte Issue One montano una piccola scheda aggiuntiva e presentano svariate altre modifiche di "rattoppo". Questa versione montava una tastiera in gomma di colore grigio chiaro che successivamente, a partire dalla Issue Two è stata sostituita con una più scura per migliorarne la leggibilità con la luce artificiale.





Issue Two - 1982



- Design simile alla precedente versione ma con possibilità di espansione a 48Kbyte con spazio dedicato su scheda. Con questa versione si inaugura anche il primo Spectrum con 48Kbyte di serie. Nuova ULA 5C112E-3 che non necessita del circuito di correzione aggiuntivo. La "Issue Two" è la prima ad essere disegnata con programma CAD.




Issue 3 - 1983

- In questa versione ritroviamo numerose modifiche: nuovo ciruito di alimentazione, dissipatore di calore spostato vicino allo slot di espansione, nuovo chip ULA a basso consumo, eliminati i potenziometri per la regolazione dei colori, buzzer più piccolo e varie altre modifiche.




Issue 3B - 1983

- Molto simile alla Issue 3, differisce solo per alcuni componenti secondari. La prima ad essere usata negli ZX Spectrum +





Issue 4A e 4B - 1983

- A parte l'introduzione del nuovo chip ULA6C001-7 sono virtualmente identiche alla Issue 3B. La Issue 4A è l'ultima prodotta anche con 16Kbyte espandibili. A partire dalla Issue 4B, 48Kbyte di serie.





Issue 5 - 198?

- Completamente ridisegnata la sezione decoder/multiplexer. Sei chips vengono rimpiazzati da un unico chip consentendo una riduzione dei costi. Insieme alla Issue One e Two è molto rara.





Issue 6A - 1984



- Versione finale dello Spectrum 48Kbyte. Solo piccole differenze rispetto alla versione precedente. Su alcune schede troviamo ULA Saga invece che Ferranti.



Quasi tutte le schede ZX Spectrum sono prodotte con pcb in fibra anche se esistono alcune schede Issue 3B, estremamente rare, realizzate in vetronite. N.B. Le Issue One e Two sono indicate con caratteri alfanumerici come riportato sulle schede stesse.
Kofa
00lunedì 30 luglio 2007 10:21
circuiti disegnati a mano???? :O1: [SM=x430288]
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