Il vuoto e la paura
Ieri..
...una mamma mi ha contattato telefonicamnete per raccontarmi che a suo figlio di 9 anni quando viene la paura di "sentirsi vuoto" (nel senso materiale non esistenziale) e non riesce a reggere questa angoscia si percuote tutto il corpo fino ai lividi. Così ha la sensazione che il "vuoto" scompaia.
In un certo senso i nostri figli che hanno paura dei banditi, degli incidenti o di altre cose che esistono sono fortunati, perché rimangono agganciati alla realtà. Più facile da trattare.
Quando la tensione tourettica si organizza in paura (ad opera della corteccia prefrontale che é maturata e che vuole spiegare tutto) é importante aiutare il bambino a parlare, anche farlo giocare con quella paura, come fa simona8. Può essere utile ma non é necessario autarlo a razionalizzare, per allonbtanare la paura basta parlare e giocare.
Certo quando la paura diventa così irrazionale da legarsi a qualcosa di fantasioso come la sensazione di essere vuoti, o il dubbio di perdersi nell'infinito, poi é più facile che le risposte conseguenti assumano un valore magico (es. battere, spingere, numerare, etc.)...e per questo più difficile da estirpare.
Quel bambino in realtà colpendosi non fa che autostimolarsi per allontanare "il pensiero del vuoto" e siccome ci riesce (sempre meno ovviamente col passare del tempo perché l'ossessione ritorna)si convince che con i colpi egli ha allontanato il vuoto e non semplicemente il pensiero del vuoto. Sono scherzetti del nostro cervello, per la precisone dei lobi prefrontali, così si fissano le associazioni anche più assurde in tenera età e non solo.
La via educativa per disgiungere queste associazioni é una sola: anzichè sfuggire al pensiero stargli dentro, perché il bambino possa abituarcisi fino a quando arriva a noia e saziazione (ed anche questo è un meccanismo neurologico, ma che viene a nostro vantaggio).
GFM
PS sono profondamente emozionato per la vicinanza che mi avete dimostrato, ne avevo bisogno in effetti forse inconsapevolmente la cercavo. Un secondo motivo per cui credo di aver scritto quel post é di far sapere a quei genitori a cui offro suggerimenti che possono apparire saccenti e poco affettivi, che poi...quando si tratta di me e delle cose a cui più tengo, anch'io ho molte paure e fragilità, titubanze....e tremo, come loro.
Spero che riconoscerci tutti sia un modo perché la paura non arrivi ad impedirci di fare, la cosa peggiore é non tentare nulla. Un abbraccio a tutti, e grazie.