la tenda rossa

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mausci
00domenica 19 gennaio 2014 15:34
spero che questa discussione non sia un doppione, ma ho sfogliato le pagine di questa sezione e non mi pare di aver trovato accenni a questo bel libro di Anita Diamant, giornalista e profonda conoscitrice dell'ebraismo e della vita degli ebrei ai giorni nostri. Questo romanzo si focalizza sulla vita di Dinah, la sola figlia femmina di Giacobbe. Sì, proprio quel Giacobbe, figlio di Isacco e nipote di Abramo. Dei suoi figli si ricorda la più o meno gloriosa storia di Giuseppe, venduto come schiavo e poi divenuto visir in Egitto, il tradimento di Levi e Simeone, che oltre ad essere tra i principali artefici della vendita del fratello furono, prima, assassini di tutti o quasi gli uomini della città di Sichem. Questo crimine efferato venne compiuto proprio in nome di Dinah, che a detta di Levi e Simeone era stata rapita e violentata dal figlio del re, in una città di "infedeli". Inutile dire che la storia era un tantino diversa, che le motivazioni erano ben altre.
Il libro, narrato in prima persona da Dinah, ripercorre tutta la storia di lei e della tribù di Giacobbe, dall'arrivo di lui presso la famiglia dove avrebbe conosciuto le sue quattro mogli, passando attraverso la nascita di tutti i figli, fino alla morte di Giacobbe stesso. Il bello è che la narrazione è tutta da un punto di vista femminile, un punto di vista spesso filtrato dal telo rosso della tenda dove le donne rimanevano tre giorni a riposare durante il ciclo, ad ogni luna nuova. La tenda dove le donne partorivano e riposavano un mese dopo il parto, se il figlio era maschio, due mesi se era femmina, per celebrare l'evento di aver dato vita ad una creatura che avrebbe generato la vita a propria volta. Tutto il libro è costellato della descrizione di rituali, tradizioni, rimedi delle levatrici, storie, aneddoti culinari. Tutto il libro parla del Mistero della Vita, che solo le donne conoscono e pagano, ogni mese e ad ogni parto, con il sangue.
Booklist dice: "La Diamant è una magnifica narratrice; non solo da' vita alla storia di queste donne di cui la Bibbia ci racconta così poco, ma evoca anche in maniera emozionante un'epoca e un ambiente. Come i migliori scrittori di romanzi storici, fa capire ai lettori che non esiste poi una così grande distanza tra gli individui nonostante il passare dei millenni, perlomeno quando si tratta di sofferenze e tragedie, di felicità e di amore."

Di mio, vorrei copiare un meraviglioso canto che Dinah, diventata levatrice, impara da altre levatrici e donne di un paese lontano dal suo accampamento.

"Non temere, il tempo è giunto.
Non temere, le ossa sono forti.
Non temere, l'aiuto è vicino.
Non temere, Gula è vicina.
Non temere, il bambino è alla porta.
Non temere, ti renderà onore.
Non temere, le mani della levatrice sono abili.
Non temere, la terra è sotto di te.
Non temere, abbiamo acqua e sale.
Non temere, piccola madre.
Non temere, madre di tutti noi.

A me è piaciuto parecchio [SM=g27821]


Elke
00martedì 21 gennaio 2014 14:34
Mausci, ma come te lo devo dire io!? GRAZIE! Ecco come te lo dico. Giusto venerdì vado da una mia cara amica che partorirà a giorni, e mi stavo interrogando su cosa regalarle, che pensiero portarle come donna che si trova davanti alla madre, al mistero della vita che si fa e viene alla luce...ed il brano che hai riportato è perfetto! Grazie grazie grazie!
Il libro anche sembra interessante, chissà che prima o poi non capiti sulla mia strada...
mausci
00giovedì 23 gennaio 2014 23:12
[SM=g27819] [SM=g27836] [SM=g27836] [SM=g27836] [SM=g27836] [SM=g27838] [SM=g27838]



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