00 08/01/2023 12:53
Non so...

Non so come fanno in tanti a scrivere e pubblicare sempre un mucchio di libri eccetera, come per es. il poetino di Spoleto ossia spoletino, che ogni anno faceva stampare (a sue spese) un libretto di 'poesie', ma il suo caso è niente rispetto a ciò che capita un po' ovunque, in sostanza credo che tante persone partano già col piede sbagliato ovvero si 'permettono' ambizioni grosso modo sbagliate, e pure questo è un dilemma 'sociale' ossia un problema da quasi pandemia psichica, legato sia alla fondamentale mancanza 'personale' di umiltà... e competenza verosimile, sia a causa della mercantile grossolanità di parecchi presunti editori ossia che pretendono di spacciarsi per quel che NON sono: prendiamo ad es. il fenomeno poetico "in astratto" che si può a volte manifestare "in concreto" dal punto di vista espresso da svariati talenti... Ma cmq dovrebbe esser chiaro, almeno all'onestà in esilio quasi perpetuo... che nello specifico caso appare un'assoluto: ovvero, la poesia non sarà mai una 'merce' di massa, la poesia come sosteneva Raboni dovrebbe quindi innanzitutto riposare un po' in pace, altrimenti come può finire? 'io' mi vergogno sempre un sacco, a scrivere, sono sempre dietro o di fianco, di lato a correggermi ormai da una vita. Non mi sento mai a mio agio, ho sempre 'paura' di sbagliare come mi accingo a formulare per iscritto un qualche pensiero-sentimento. Proprio a volte avviene una specie di 'miracolo', quando salvo poco, butto tanto in chissà quali spazzature di antimondi, trovo infine qualcosa (di valido) SE non lo vado a cercare. Cerco sempre di buttar via anche quello che non dovrei, ma insomma, come son de-strutturato? Per me è inconcepibile la 'sicurezza' che hanno in così tanti, anche assuefatti ad andare (così spesso) in tv: giocoforza finisce che nel " mucchio selvaggio " si blateri un bel po' - sia per 'allineamento' sia per 'mestiere' - condizione 'sine qua non' per essere credibilmente accettati. E se uno spazientito, usasse un'acetta per fare piazza pulita di quel groviglio di ramificazioni purulente (tipo inferno dantesco attuale) che infestano ormai da troppo tempo i proliferanti canali-tv? - Per me cmq non ci sarà mai un effettivo allenamento che tenga, mi alleno a scrivere in privato, continuamente, non sapendo mai né come né perché. Scriveva Dylan Thomas "non per pane o ambizione... ma x il comune salario del loro più intimo c.", io non mi avventuro ora nel pronunciare neppure più la parola 'cuore' o il termine grottesco&un po' volgare "vada via il..cuore!" che usava sempre come interie-zione quel mio gentile amico fotografo di Cinisello Balsamo, il quale purtroppo s'è poi fatto 'imbalsamare' dallo spettro-Aids. - Ho sempre "timor panico" di errare nell'esistenza mortale come tutti - e quindi anche nello scrivere "dei" libri sbagliati, mi ritrovo ogni volta forse invano - come una specie di mulo con la sua 'soma'(peso). Però in poesia le cose cambiano: perché lì ci può davvero essere la sfera immortale, che cova sotto la brace imperitura, ella subentra e... o ti annienta (completamente) oppure se ce la fai a sopravvivere, diventa una sorta di eterna mèntore, e ti assiste proprio perché non ti mente.
[Modificato da albert314 17/02/2023 15:16]