Per ricordare il 2019
Prima Parte
ABBOTT SEBASTIAN (giornalista)
Merita attenta lettura il suo “Fuori casa”, ed. Luiss, sottotitolo “L’Africa, il Qatar e la costruzione delle stelle del calcio”. Come nascono e muoiono i sogni, tra procuratori avidi e passaporti falsi.
ADAMOWICZ PAWEL (sindaco di Danzica)
Difensore dei diritti di migranti, rifugiati, Lgbt. Forte oppositore del governo polacco, di estrema destra. Ucciso a coltellate durante una manifestazione di beneficenza. Era sindaco di Danzica dal 1998.
AIUTI FERNANDO (immunologo).
Fondatore dell’Anlaids (Associazione nazionale per la lotta all’Aids). Fece il giro del mondo la foto in cui bacia sulla bocca Rosaria Iardino, 25 anni, sieropositiva da 8. Foto scattata nel 1991 a Cagliari, durante un convegno in cui si dibatteva sulla possibilità che l’Aids si trasmettesse anche per via orale. Trovato morto, forse suicida, al Gemelli di Roma. Tanti dovrebbero dirgli grazie.
ALAPHILIPPE JULIAN (ciclista)
Al di là di quello che fatto e vinto (e non è poco) nelle ultime stagioni, il 9 è in prospettiva futura. Ha fatto capire anche agli organizzatori più conservatori, come quelli del Tour, che le grandi gare a tappe non c’è un solo modo di correrle. E che, in bici, l’attacco appassiona più della difesa, la fantasia vale più della tattica. Il suo pizzetto da guascone rimanda alla Belle Epoque, ma si correva come piace a lui (e a tantissimi altri) fino agli anni ’70. Un po’ mi ricorda Cyrille Guimard.
ALBIOL RAUL (calciatore)
Con lui se n’è andata da Napoli la sicurezza in difesa.
ANCELOTTI CARLO (allenatore)
Per chi sa navigare, il mare sempre mare è, a Napoli come a Liverpool. Capitan Carloeu, non c’è bisogno di augurargli buon vento.
ANSALDI CRISTIAN (calciatore)
Gli rubano in casa, a Torino, poco prima di Natale. Per fortuna, della famiglia non c’è nessuno. Suo commento scritto: “Affido al perdono di Dio le persone che mi sono entrate in casa e mi hanno rubato tutto”. Per circa 200mila euro.
ATALANTA (squadra di calcio)
Per me non sarà mai la Dea, ma accidenti come gioca, con che spirito, con che fierezza. Ne sarebbe felice Felice (Gimondi, che è stato un’Atalanta in bicicletta). Se l’Atalanta trabocca, ecco un pessimo gioco di parole: Atatanta. Voto: 9.5.
BALESTRIERI GERARDO (cantautore)
Il suo ultimo cd, uscito in novembre, (“Canzoni del mare salato”, ed. Egea) è tutto dedicato alle avventure di Corto Maltese. Dalla Melanesia all’Argentina, con un passaggio da Venezia, dove Balestrieri abita. Una ricerca da amatore, molte cose interessanti.
BARLAAM SIMONE (nuoto paralimpico)
Un bel sorriso, una bella affermazione (“io non sono un atleta paralimpico, sono un atleta, e basta”). E tante vittorie. Quest’anno, ai mondiali di Londra, partecipa a 6 gare: in 5 conquista l’oro, nella sesta (una staffetta) l’argento. Ha 19 anni e i suoi guai cominciano quand’è ancora nella pancia della madre e la manovra sbagliata di un medico gli frattura un femore. A seguire: infezioni, rischi d’amputazione, 12 interventi chirurgici. Ha ragione lui, è un atleta e basta. Da 9,5. Un atleta con qualcosa in più: la cognizione del dolore, direbbe Gadda.
BASKET (nazionale C21)
Interamente composta da atleti con la sindrome di Down, ha rivinto il mondiale in Portogallo battendo in finale 36-22 i padroni di casa. Dei 36 punti, 28 sono stati realizzati dal sardo Davide Paulis, votato miglior giocatore del torneo. Bravi tutti: 9.
BASLOT (scodella di legno o terracotta in cui si versa il vino)
Da qui il soprannome di Giovanni Rossignoli, figlio di un oste pavese. Ciclista degli anni eroici, “Il romanzo di Baslòt” (ed. Bolis) di Claudio Gregori ne racconta vita e imprese. Nato nel 1882, morto nel 1954, corse dal 1903 al 1927. Quattordici partecipazioni al Giro, l’ultima nel ’27, a 45 anni, vincendo 4 tappe. E 4 anni prima aveva vinto la classifica degli isolati. E avrebbe vinto il Giro del 1909 e quello del 1911, se la vittoria finale fosse venuta dalla classifica a tempo (come accadde dal ’14 in poi) e non a punti. Un romanzo vero (8,5), picaresco e un po’ banditesco, allora non s’andava tanto per il sottile. E c’è spazio anche per un giovane Albert Einstein, al seguito del padre che apre una fabbrichetta a Pavia dopo due fallimenti in Germania.
BATTISTELLA SAMUELE (ciclista)
Ai mondiali di Harrogate, prima medaglia d’oro assegnata via Var. Nella gara Under 23 l’azzurro è battuto allo sprint di mezza ruota dall’olandese Nils Eekhoff, ma la giuria scopre che, dopo una caduta a 128 km dall’arrivo, Eekhoff è stato trainato a 80 all’ora, per circa 500 metri, dalla sua ammiraglia. Squalificato.
BERNAL EGAN (ciclista)
È nata una stella. Molto brillante. Durerà a lungo: 9.
BERRETTINI MATTEO (tennista)
Entra tra i primi 10 del mondo e partecipa alla campagna Tennis for Africa. Altro 9.
BETTIOL ALBERTO (ciclista)
Una vittoria da grande campione in una carriera normale. Attacco sul Kwaremont, ultimi 18 km in solitudine, braccia alzate sul traguardo di Oudenaarde. È il sogno di ogni corridore, scalatori esclusi. Fin lì, Bettiol aveva vinto solo una cronosquadre alla Tirreno- Adriatico. Aspettiamo che lampeggi per sapere da che parte si colloca. Ma per quel giorno, quel giorno solo, è 9. Stesso volto per Marta Bastianelli, campionessa europea, che poche ore prima aveva vinto il Fiandre in una volata a tre.
BIELSA MARCELO (allenatore)
Lo chiamano El Loco, il Matto, ma con una punta d’ammirazione. Per alcuni è un bluff, per altri (Guardiola) “il miglior tecnico del mondo”. Gli piace il 3-3-3-1, ma è un dettaglio. Quel che segue non è un dettaglio: Bielsa allena il Leeds, la partita con l’Aston Villa vale la promozione diretta in A per i suoi, se vincono. A 18’ dal termine segna il Leeds, ma con un avversario a terra, protesta il Villa. Rissa in campo, un giocatore ospite espulso. Bielsa ordina al Leeds di far pareggiare il Villa. Non tutti i suoi giocatori sono d’accordo, ovviamente, ma così accade, a porta vuota. E addio promozione, agli spareggi gli dice male. La Fifa gli assegna il Premio Fair Play. E il Leeds non lo licenzia, se pensate ai nostri presidenti non è una decisione tanto scontata Ecco perché il mio 9 al Loco è da dividere col Leeds. Ci stanno riprovando insieme.
CAMILLERI ANDREA (scrittore)
Confesso che ho vissuto potrebbe essere il titolo di un suo libro. Ne ha scritti tanti, e tante emozioni ha dato. E fermiamoci qui, per non rompere i cabasisi.
CARAPAZ RICHARD (ciclista)
Vincitore del Giro un po’ a sorpresa ma con merito, passa all’Ineos di Bernal, Froome e Thomas. Con quali compiti? Ancora Giro, credo. Voto 8.
CASSANO ANTONIO (ex calciatore)
Obladì obladà, prima o poi la cassanata te la fa. Magari litigando per un posto a sedere in una trasmissione tv. Voto: è inutile.
CASTROVILLI GAETANO (calciatore)
Come mio centrocampista titolare agli Europei sta perdendo le posizioni, anche da riserva, coinvolto nel poco felice momento della Fiorentina. Su con la vita, 7. C’è tempo. Reagire.
CIVITANOVA LUBE (volley maschile)
In cima al mondo: 9.
CONEGLIANO IMOCO (volley femminile)
In cima al mondo: 9.
COPPI FAUSTO (ciclista)
A cent’anni dalla nascita tantissimi libri hanno ricordato il Campionissimo. Non posso segnalarli tutti. Uno sì, curato da Sergio Meda, antico sodale di pedivelle, edito da Bolis: “Il mio Coppi”. Raccoglie gli articoli su Fausto scritti dal mio amatissimo (e vostro, spero) Mario Fossati negli anni ’40, nel decennio successivo e dopo la morte di Coppi (1960). C’era un grande feeling tra i due, fatto di stima ma anche di pudore e silenzi.
DABO BRAIMA SUNCAR (atleta)
A Doha, batteria dei 5.000, trascina al traguardo Jonathan Busby, di Aruba. Squalificato, è contro il regolamento. E poi premiato per il fairplay.
DALLA PORTA LORENZO (motociclista)
Primo italiano a conquistare il titolo mondiale di Moto 3. Voto 8.
DANDINI SERENA (conduttrice tv)
Gradevole e gradito (8) ritorno sui teleschermi. Se poi ti presenti con Neri Marcorè nel taschino, non senti la catena (espressione ciclistica).
DE LAURENTIIS AURELIO (presidente Napoli)
Mai buttare via nulla. Archiviare. Così, dall’edizione 2018 dei 100 nomi, integralmente trascrivo: “E pensarci un po’ prima di dire certe cose, valutando le possibili ripercussioni? Voto 4.5”. Recidivo: 4.
DE MICHELE GIROLAMO (scrittore)
“Le cose innominabili”(ed. Rizzoli). “Nella città dei veleni nessuno è innocente”, si legge in copertina. La città è Taranto. Il libro, tra noir e denuncia sociale, qualche innocente lo contiene, e molti colpevoli.
DUE PLATANI (trattoria di Coloreto, frazione di Parma)
Miglior cena del 2019.
DYBALA PAULO (calciatore)
E meno male per la Juve che alla fine se l’è tenuto. 9.
DZEKO EDIN (calciatore)
Il suo lo fa sempre, a volte qualcosa di più: 8.5.