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TEX 756-759 La Tigre colpisce ancora. M.Boselli & A. Venturi

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    BertAdams
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    00 07/10/2023 18:12
    Dopo diversi mesi sulla graticola, con questa avventura il nostro baldo eroe dovrebbe ritrovare una qualche ordinarietà.
    Cosa che in effetti accade solo in minima parte, ovvero in apparenza non sono in ballo i sacri canoni e si dovrebbe leggere con un po' più di rilassatezza.
    Quello che cospira contro è la smania di esagerare sempre e ovunque dell'immarcescibile sceneggiatore.

    Assunto alla gloria come il piùcchedegno Erede del creatore, stavolta si cimenta nel correggere non GLB, come ci di aspetterebbe, ma il suo maestro: quel Nizzi le cui eroiche gesta il più che ottimo curatore decide di emulare.
    E infatti mette la parola CONTINUA alla vicenda che il prode Claudio pensava conclusa.
    Il suo maggior contributo alla serie, il principe di vattelapesca malese che aveva già fracassato gli zebedei in ben tre occasioni e che con magnanimità aveva fatto defungere per evitargli altre figure barbine, assurge a nuovi e splendenti onori o così è nelle intenzioni di Boselli.

    Tutto perciò sta nel rianimare lo zombie e farlo in maniera credibile.

    Testo nascosto - clicca qui


    La notizia è che anche questa volta siamo al cospetto di un ritorno. Da anni con Boselli sono solo rimpatriate, stante la difficoltà di Aquila della Notte nel riuscire ad uccidere un qualsiasi avversario.
    Da mastino spietato a ranger pronto per il prepensionamento...
    [Modificato da BertAdams 07/10/2023 18:18]
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    Juan Galvez
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    00 07/10/2023 19:17
    Sembra una zozzeria di livello rilevante assai.



    V.

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    Settecento anni e non è cambiato un ca**o
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    Myra Solano
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    00 16/10/2023 11:04
    Re:
    BertAdams, 07/10/2023 18:12:

    Da anni con Boselli sono solo rimpatriate, stante la difficoltà di Aquila della Notte nel riuscire ad uccidere un qualsiasi avversario. Da mastino spietato a ranger pronto per il prepensionamento...


    ... e pronto a rimangiarsi proclami fatti in passato. Immagino che sarà così che succederà (ancora), visto che pare che Boselli stia scrivendo la storia che, secondo lui, avrebbe voluto scrivere Nizzi, ma che Nizzi non scrisse stante l'opposizione di Sergio Bonelli. Ne scrisse un'altra però, ossia l'Artiglio della Tigre e in quella storia sono successe diverse cosette. A futura memoria riporto uno stralcio di dialogo tra Claudio Nizzi e l'intervistatore, Roberto Guarino, tratto da "Tex secondo Nizzi" (Allagalla, 2012):

    Veniamo a l'Artiglio della Tigre (T 587-588), disegnato da Andrea Venturi, con cui chiudi la trilogia della Tigre Nera. Da un tuo precedente accenno, non mi sembra che fosse questo il finale che avevi previsto.
    Avevo immaginato una di quelle storie di molti albi nella quale avrei riabilitato la Tigre e l'avrei fatto tornare nella sua terra natale, l'isola del Borneo, da dove i colonialisti bianchi lo avevano cacciato.

    Lo avresti riabilitato?!
    Proprio così. La Tigre ne ha combinate tante, però aveva le sue buone ragioni per avercela a morte con i bianchi. Come Sandokan. E non mi dispiaceva l'idea che nella storia conclusiva del ciclo della Tigre, Tex, dopo molte vicissitudini, giungesse a diventarne alleato, sia pure in maniera conflittuale, e lo aiutasse a rientrare in possesso del suo regno, combattendo al suo fianco nelle foreste del Borneo. E poiché gli sarebbe servita una nave, avevo pensato di far tornare in scena quel simpaticone di capitan Barbanera.

    Una magnifica idea per un kolossal! Perché non l'hai realizzata?
    Sergio la bocciò, dicendo che sarebbe stata ambientata troppo lontano dal West e avrebbe avuto un eccessivo sapore salgariano. Argomenti che non mi convinsero affatto, ma ebbi il torto di arrendermi senza combattere. Avrei dovuto forzargli la mano come feci con Il ragazzo selvaggio, ma i tempi erano cambiati, non avevo più lo spirito combattivo di una volta.

    Comunque nei due albi di L'artiglio della Tigre hai imbastito una storia avvincente con sequenze da manuale texiano, come lo sfondamento della porta nella casa da gioco e la mega rissa a Chinatown con l'esplosione dei fuochi artificiali. Invece mi ha lasciato perplesso il finale, dove non è Tex a uccidere la Tigre, ma il suo amico Tom Devlin. Un nemico così non avrebbe meritato di morire per mano di Tex?
    Per questa storia manipolai un soggetto di Traversa che non era nato per la Tigre Nera. Quanto alla tua domanda, hai ragione. Ma ormai si era alla fine del secondo albo e volevo chiudere, presentendo che di lì a poco mi sarei congedato da Tex.

    Perché lo presentivi?
    Dopo tanti anni mi ero stancato e ormai avevo raschiato il fondo del barile. A questo puoi aggiungere che i miei rapporti con Sergio non erano più quelli di una volta. E poi tutto deve avere una fine, no?

    Era proprio necessario far morire la Tigre? Se fosse rimasto vivo, avrebbe potuto essere ripreso da uno degli autori arrivati dopo di te.
    Nessuno mi chiese di risparmiarlo. Se avessi saputo che il personaggio sarebbe andato avanti, forse non avrei scritto quella storia. Ma, nel dubbio, non volevo lasciarlo sospeso in un limbo indeterminato.


    A futura memoria riporto anche la frase centrale del dialogo tra Tex e la Tigre a pag.91-94 del n. 588 (Il castello nero), con la quale Tex chiarisce perché non vi può essere alleanza tra di loro:
    Se in qualche momento della tua vita sei stato una vittima, da anni sei diventato soltanto uno spietato assassino e io ti condurrò in catene a San Francisco, dove subirai un processo che ti condannerà alla forca.

    Quindi, ricapitolando:
    - nessuno della SBE chiese a Nizzi di risparmiare la Tigre Nera per un eventuale ritorno. Nel capitolo finale della sua trilogia, la Tigre MUORE.

    - Nizzi chiude la trilogia in modo che non ci siano equivoci sul rapporto tra Tex e Sumankan; sarà da vedere quali "vicissitudini" indurranno il Tex di Boselli a cambiare la sua valutazione sul suo nemico, che comunque è stato in grado di catturarlo in tutte le storie che compongono la trilogia, insieme a Carson (per precisione, nell'ultima storia viene catturato Carson, poi Tex). Per quanto mi riguarda, alla fine de La vendetta di Diamond Jim (Tex 154-156) anche il rapporto tra Tex e Capitan Barbanera era chiarissimo, ma invece Nizzi, quando fece tornare Barbanera, lo fece a suo modo "ravvedere", tanto che a fine storia egli si trova a tavola a festeggiare con Tex, Carson e compagnia bella.

    - La storia attualmente in edicola rischia di diventare la "summa" di Boselli (non di Nizzi, eh, ma di Boselli) sulla Tigre Nera, visto che ci sono tutti i comprimari delle storie precedenti (Mac Parland e l'agenzia Pinkerton; Nat Mac Kennet, sceriffo di New Orleans; Tom Devlin, capo della polizia di Frisco) oltre a qualcuno preso da altre storie (l'agente Chabrol di Omicidio a Bourbon Street) oltre ai vari cattivi (cinesi, malesi, negri del Voodoo tra cui Lohana, Juffure e Omoro).

    Ultimo appunto: nella commedia tra Tex e Lohana (pag. 35-40 del n. 756) Tex fa cenno all'oro trovato nel castello della Tigre, dicendo di volerlo fare avere a qualcuno che possa proseguire la lotta della Tigre nel Borneo (qualcuno che possa comprare armi e lottare contro i bianchi oppressori, pag. 37).
    A parte il fastidio che provoca l'idea che Tex, seppure bleffando, parli di finanziare una rivolta, vorrei mettere in evidenza questa idea ricorrente (in Boselli, ma anche in Ruju) secondo la quale Tex potrebbe disporre a suo piacimento di danaro/oro derivante da rapimenti, furti, omicidi e truffe, cioè di denaro NON SUO, ma rubato ad altri.


    [Modificato da Myra Solano 16/10/2023 11:09]



    "Non fare quella faccia contrita! Con me non attacca!"
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    00 18/11/2023 15:23
    Con il 757 siamo dunque a metà di questa solenne rottura di coglioni, e non è ancora successo niente. Sì, è morta gente, hanno fatto cose, viaggi fiori lettera testamento. Tutto parlando, però: questa gente parla parla parla, spara, parla parla parla parla, fa una rissa, parla parla parla parla parla parla parla, dice una cazzata, poi, finalmente, parla parla parla parla parla parla parla parla... parla.

    Tutto ciò che DAVVERO succede è il ricco spompinarsi a distanza tra Sandok... Sumankan e Tex, e la preparazione "emozionante" della "sorpresa" che si intuisce avverrà all'inizio del prossimo albo, quando Kit verrà rapito dai marinai jugosl... portoghesi (che chissà se abuseranno di lui). Cose così in genere si leggono su Topolino.



    V.

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    Re:
    Juan Galvez, 18/11/2023 15:23:

    Tutto ciò che DAVVERO succede è il ricco spompinarsi a distanza tra Sandok... Sumankan e Tex


    Immenso.



    ----------
    "Nel caso attuale, la giustizia la faremo a modo nostro, usando i mezzi che crederemo più opportuni, e quando saremo riusciti a identificare e smascherare i furbacchioni che hanno messo in piedi questa sporca storia, vi garantisco che ci sarà gran festa all'inferno!"
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    00 18/11/2023 19:10
    Parlare di un albo di Tex diventa sempre più una prova degna delle fatiche di Ercole.
    La quantità incredibile di dialoghi presenti affossarebbe fumetti che meglio si prestano a baloon belli spessi, figuriamoci con Tex che dovrebbe dedicare il tempo alla pura avventura.
    Certo anche Bonelli senior quando serviva non si faceva pregare, però le benedette didascalie e un linguaggio secco e essenziale finivano per non farti accorgere di nulla.

    La vera bosellizzazione è però testimoniata dalle copiose lezioni storico/geografico/folcloristiche regalate in quantità elevate. Un continuo sfoggio di sapienza con cui l'autore si pavoneggia immagino soddisfatto come i suoi fan.

    Per evitare altre rotture di zebedei: propongo Boselli per il nobel cumulativo. E anche la medaglia Fields. E ottenuto questo riconoscimento spero si tolga dai maroni e si goda la meritata pensione.

    Ecco. Questa è la precisa recensione di questo albo. Un po' meglio del precedente, sai che fatica, ma da ricordare per una lunga serie di inseguimenti/sparatorie e chiacchiere inutili.
    Un prologo di 2 albi che immagino continuerà fino a pagina 439 del quarto.

    Povero Venturi, cui auguro di cuore di tornare su DD, visto che da quando è col ranger gli scrivono storie una più orrenda dell'altra. E lui le disegna pure bene.

    Notte fonda. No, notte da incubi.
    [Modificato da BertAdams 18/11/2023 19:11]
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    00 07/12/2023 17:34
    Siamo al terzo capitolo e non è ancora successo nulla. Da che mi ricordi pochi albi sono stati così dialogati.
    Parlano, parlano, parlano. Tutti eccetto Tiger cui devono aver amputato la lingua. Poi non si capisce perché debba continuamente chiamare i pards Aquila della Notte, Capelli d'Argento e Piccolo Falco, visto che per anni si è rivolto loro anche con i nomi "inglesi".

    Con un ambientazione salgariana che sola garantirebbe un'aura avventurosa, l'unico avvenimento di un qualche rilievo era già chiaro alla fine del precedente albo e in parte spoilerato dalle stesse anticipazioni.
    Non che fosse impossibile immaginarsi che
    Ancora?

    ma uno sforzo per creare una situazione più originale si poteva tentare.

    Straordinaria dimostrazione di come Boselli non sappia più scrivere decentemente Tex è
    E chi se ne strafrega?

    Ste cazzate su Tex non hanno posto, senso, diritto d'esistere. Un autore in erba dovrebbe sapere che del dietro le quinte ai pards non frega nulla. Lo strazio di sentire il passato di personaggi di cui non interessa la beneamata cippa è qualcosa che al texiano medio risulta insopportabile.
    Senonché tutta la manfrina mi sa che serva
    finale inevitabile


    Riassumendo un albo pieno di nulla. Il racconto di una navigazione sopra una nave della Costa crociere di tre pensionati verso l'Indonesia, alla
    Testo nascosto - clicca qui


    Mi domando solo quando terminerà il prologo...

    Eccezionale Venturi solo per il fatto che sia riuscito a portare a termine l'avventura. Rettifico la bosellata.
    [Modificato da BertAdams 07/12/2023 17:37]
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    BertAdams
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    00 11/12/2023 12:15
    L'interesse per l'albo deve essere altissimo tanto che la discussione langue [SM=x74935]

    C'è però un elemento nuovo, almeno dal punto di vista della saga di Tex.
    Una caratteristica di questo fumetto è l'estraneità del "sentimentalismo". Le scene romantiche, anche se i nuovi autori cercano con forza di inserirle sempre più di frequente, stonano e sono nella sostanza da bandire.
    Se questo non piace, basta leggersi altri meravigliosi fumetti..

    Qui però siamo un passo avanti. Già il Rrobe in uno speciale TW dedicato al fratello Sam ha introdotto non richiesto, specie ad un autore più che saltuario, l'omosessualità. C'è però da aggiungere che il testo era abbastanza ambiguo da poter essere interpretato diversamente.

    In questo albo però si ha la sensazione che tra Kit e Daniel ci sia qualcosa di più di una semplice amicizia. Appaiono proprio come due "fidanzatini" e la cosa è davvero urticante.
    Forse è solo una mia impressione, ma molto evidente.

    Ho la sensazione che la necessità di rendere politicamente corretto e apprezzabile anche da un pubblico più ampio, spinga ad affrontare, prima di lato, poi più apertamente, tematiche molto interessanti, tranne che su Tex.

    Sono forzature che fanno il paio col Codacons che contestava immagini di Tex con sigaretta in bocca e bicchiere di whisky in mano.

    Tex non deve insegnare o promuovere nulla.
    Se invece si cerca di usarlo per scopi estranei si finisce solo col danneggiarlo.
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    Myra Solano
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    00 12/12/2023 12:03
    Io il rapporto tra Kit e Daniel l'ho percepito come una "fascinazione" del secondo nei confronti del primo, e comunque ho cercato di dirne qualcosa nel messaggio che ho postato su FB e che copio qui sotto.
    Non so quali fossero le indicazioni di Boselli, ma penso che il fatto che Venturi abbia rappresentato Daniel come un bel giovanotto, più simile alla madre che al padre, non abbia molto giovato. Ti dirò che in certe sequenze, se non fosse per gli abiti, ho fatto fatica a distinguere Kit da Daniel.

    La morte di Kit

    Dopo aver letto Il Rajah Bianco (Tex Gigante n. 758), terzo albo dei quattro dedicati al ritorno della Tigre Nera, ho deciso di abbracciare la tesi di un caro amico, esperto e appassionato di fumetti tra cui Tex: Kit è morto nell’albo n. 694 (Kit contro Kit, albo conclusivo del Ritorno di Proteus), prima ferito dal padre e poi travolto da un treno in corsa, e al suo posto, da quella volta, agisce Proteus.
    Riconosco che, così facendo, non viene reso un gran merito a Proteus, che almeno nelle due storie sceneggiate da Gian Luigi Bonelli è stato rappresentato come un nemico molto abile e intelligente, ma preferisco pensare che quello stravolto al di fuori di ogni misura, e usato dai degnissimi eredi di GLB a seconda delle convenienze e delle impellenti necessità narrative — che lo vogliono ora coglione, ora versione “damigella in pericolo”, ora strafottente e incapace, e solo eccezionalmente e per caso come dovrebbe essere —, sia Proteus piuttosto che Kit.

    Forse non occorre precisare che lo stravolgimento marca Boselli (prima c’era stato quello, indimenticabile, marca Nizzi) non comincia certo con il n. 694, visto che era in atto già da anni; ma di questi tempi non bisogna dare nulla per scontato, per cui preciso. E a comprova mi limito a citare tre storie, tanto per rinfrescare la memoria di alcuni storditi lettori: Caccia infernale (n. 606-608), E venne il giorno (Color Tex 1) e Salt River (n. 627-628). Quanto al post-694, gli esempi si sprecano ma uno di quelli più istruttivi è certamente I rangers di Finnegan (Albo speciale n. 33).
    È bene anche ricordare che Ruju si è perfettamente allineato a quelle che, probabilmente, sono diventate delle direttive su come scrivere il figlio di Tex, e ha sfornato anche lui i suoi capolavori in merito. Per par condicio, ne cito ugualmente quattro: La prova del fuoco (n. 598-599), La pista dei Forrester (n. 680-681), La gazza ladra (Color Tex n. 21) e, appunto, Il ritorno di Proteus (n. 693-694).

    Nella sequenza finale del n. 694 (pagg. 100-114) Kit viene inserito per rimpiazzare Carson, già impersonato da Proteus nella storia di Nizzi Il delitto di Kit Carson (n. 316-317), quindi con il solo scopo di fargli recitare la scena anticipata in copertina: finire inerme in balia di Proteus.
    Inoltre, in sole 14 tavole Kit riesce in ben due imprese da consumato pirla: approccia nel modo peggiore possibile Proteus, in quel momento travestito da anziana donna, finendo per prendersi una botta in testa da un passante, per poi svegliarsi in galera da dove lo tira fuori papino; si prende un’altra craniata cercando di fermare Proteus, che nella sequenza finale veste i suoi panni, e che non ci mette molto ad atterrare l’erede della stirpe dei Willer e di quella dei prodi Navajos: erede — anche lui evidentemente degnissimo —, che ancora una volta viene salvato dal padre.

    Queste 14 tavole sono talmente imbarazzanti che la fantasia non ha mancato di venire in soccorso al dispiacere, alla rabbia e al senso di vergogna provati per il povero Kit. Ecco allora la tesi del mio amico: quello morto sotto il treno è Kit, mentre quello intontito dalla craniata e salvato da Tex è Proteus. Ed ecco anche una possibile spiegazione (tutta mia, stavolta): Kit è incavolato nero con suo padre, tanto, ma così tanto che gli urla “Maledetto!”, e gli spara.
    Perché, chiederete voi? Perché nella scena fredda, arida, asettica imbastita da Ruju (pagg. 111-112), Tex è sicuro di riconoscere gli “occhi da serpente velenoso” di un suo nemico, ma non è capace di riconoscere da un’infinità di altri particolari il suo unico figlio.
    Come finisce ormai lo sapete.

    Perché leggendo Il Rajah Bianco ho deciso di accettare l’idea della morte di Kit e vi ho tediato con questa lunga premessa, finendo involontariamente per copiare proprio il campione delle premesse senza fine ossia il curatore di Tex? Perché quello che agisce in questo albo, che riconosce di essersi “fatto fregare come un pollo” (pag. 26) e battibecca con il figlio di Sumankan, il “tigrotto” Daniel Silva — altro figlio degnissimo di degnissima stirpe —, non può essere Kit, non è riconoscibile come Kit, è inaccettabile come Kit; ma è evidentemente l’ennesimo esempio di come il carattere di un personaggio venga piegato a seconda delle necessità narrative.

    Fin dal primo dialogo tra Kit e Daniel, nell’albo precedente, ho colto i prodromi di ciò che avremmo visto in questo terzo albo: una riproposizione del rapporto tra Kit e Kid Rodelo (Il prigioniero di Yuma n. 640-642 e Winnipeg n. 658-660), ma a parti invertite. Pertanto quello “adulto”, rozzo, stronzo, manipolatore e che viene adulato qui è Kit, mentre quello “giovane”, più a modo e bene istruito (studi a Oxford, campione di boxe, giocatore di scacchi, esperto di Kriss e di Parang Ilang, un po’ pirata e un po’ damerino, madre assassinata e padre lontano… eccheppalle!), forse pure un po’ effeminato (“ha ereditato la dolcezza da sua madre”, dice di lui la Tigre Nera, pag. 48), che vorrebbe manipolare ma viene manipolato, che vorrebbe piacere a Kit perché a sua volta lo ammira, e che resta affascinato dal “selvaggio” Kit è Daniel.

    Che succederà nel prossimo albo? Il Rajah Bianco verrà spodestato e la Tigre Nera morirà, ma la dinastia con a capo il “tigrotto” sarà salva? Basteranno “i ricavati” delle imprese criminali del padre per la ricostituzione del regno di Tuamangung? Kit e Daniel faranno un’ultima partita a scacchi? Come la prenderà Daniel quando scoprirà “i dettagli peggiori e più crudi” (pag. 48) delle imprese americane del padre? Riuscirà Tex a fare avere al capitano Van Horn il "rimborso per le spese sostenute" (pag. 68)? Come addestreranno i Sepoys Tex e Carson? A suon di dimostrazioni, come quella a pag. 92-94, degna riproposizione dell'esibizione di Tex e Kit contro le statue nella storia della Stirpe dell'abisso (n. 649-651)? Cosa mangerà Carson, nel frattempo? Le “giovani larve dello scarafaggio della palma di sago” (pag. 84)? Che ne sarà della povera Lohana, stranamente l’unica quota rosa di questa storia?

    Non dubito che siano queste le domande ficcanti, quelle che interessano i lettori moderni. Anche loro, come gli spettatori del Trono di Spade, «si sono lasciati catturare del gusto di scoprire quali altre “regole di narrazione” implicite sarebbero state infrante», in attesa del momento in cui verranno «eliminati di punto in bianco Eroi amatissimi» (C. Vogler, Il viaggio dell’eroe, 1999, Dino Audino editore, pag. 9), sostituiti da personaggi moderni con un passato ricco di incognite, oppure in attesa dei festeggiamenti per gli ottant’anni di Tex, in cui si provvederà a festeggiare il ranger e i suoi pards con un’altra storia celebrativa come La cavalcata del destino (n. 755), con un altro Higgins, un altro caposaldo violato, un'altra lancia spezzata da qualsiasi cosa, ma non dal Destino o dalla Giustizia divina o da un solenne giuramento di vendetta.

    [Modificato da Myra Solano 12/12/2023 12:44]



    "Non fare quella faccia contrita! Con me non attacca!"
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    BertAdams
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    00 05/01/2024 10:17
    Finita la tortura dico solo: Ridatemi Nizzi!
    Neanche il patriarca che sarebbe la sola cosa sensata da dire, ma lo spu**anatore seriale.
    Quello dei cinturoni slacciati, delle figuracce clamorose, dei cenoni pantagruelici.

    Tutta roba che ho odiato e per cui ho stramaedetto il Degnissimo Erede e che ora sembra quasi mancare, dopo anni di bosellismo imperante.

    Allora sacramentavi sapendo che era talmente assurdo quello che leggevi, che non me tenevi conto. Con borden si fa dannatamente sul serio e i disastri sono, ahimè, permanenti.

    Sulla trama stendo un velo pietoso. Succede qualcosa e solo perché Venturi non ce l'avrebbe fatta a disegnare altre 18 albi di prologo, quindi tutti contenti?

    Ma anche no...

    Le seghe mentali raggiungono vette inaccessibili pure agli sherpa himalayani. Kit pensa questo della Tigre, Daniel questo di Tex, Tex quest'altro di Daniel e il principe malese quest'altro ancora di Piccolo Falco.
    Un loop inestricabile.

    E mentre tutti fanno congetture a cazzum, la storia procede come era prevedibile persino tra albi fa.

    Testo nascosto - clicca qui


    C'è solo da aggiungere che in quattro albi non è stato dato giusto rilievo all'ottimo Venturi. Quanto talento sprecato...

    E a febbraio si torna a Ruju. E mi domando se è meglio l'anonimato o l'eversività... Un bel dilemma.
    [Modificato da BertAdams 05/01/2024 10:21]
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    capelli d'argento
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    di Ciurga
    00 05/01/2024 23:46
    Ma l' esimio curatore non va in pensione !?😏



    "La mia chiesa sono state le montagne, le praterie: niente porte..." John Wayne

    E' lo sceneggiatore - che si cimenta con un personaggio creato da un altro - che si deve piegare alla psicologia dei personaggi e all'universo costruito dal loro creatore. Non viceversa
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    Bill Pelton
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    00 06/01/2024 06:32
    Re:
    capelli d'argento, 05/01/2024 23:46:

    Ma l' esimio curatore non va in pensione !?😏



    E' un po' che ne parla sul "suo" forum, ma prima deve finire di sfasciare tutto.



    ----------
    "Nel caso attuale, la giustizia la faremo a modo nostro, usando i mezzi che crederemo più opportuni, e quando saremo riusciti a identificare e smascherare i furbacchioni che hanno messo in piedi questa sporca storia, vi garantisco che ci sarà gran festa all'inferno!"
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    Sashimi
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    Sublime officiante
    della Venerabile Gatta
    00 06/01/2024 19:50
    Bill Pelton, 1/6/2024 6:32 AM:


    E' un po' che ne parla sul "suo" forum, ma prima deve finire di sfasciare tutto.



    Ma dunque, in vista dello sfascio finale, potrebbe già aprirsi il toto-successione? [SM=x74897] [SM=x74881]

    Fonti incontrollate mi dicono che, con il pressante assillo di svecchiare la testata e raggiungere un nuovo pubblico, nelle segrete stanze e negli ombrosi corridoi di via Buonarroti già si sussurrino alcuni nomi...

    per Tex mensile...
    Sio !
    Finalmente Tex fredda i suoi nemici! TUTTI QUANTI!
    Nel senso che li stordisce con talmente tante freddure che quelli muoiono congelati.
    (poi però li resuscita come fiorellini: lui è buono e anche loro meritano un'altra occasione)

    per Tex Willer...
    Zerocalcare !
    Tex evade da Rebibbia e va a Kobane per combattere assieme ai Curdi!
    Carson tira le bombecarta, Kit ha la felpa col cappuccio, Tiger tapireggia, Mefisto è amico delle guardie.

    E infine, per un clamoroso ritorno del formato a striscia...

    Bevilacqua !
    A Tex non piacciono i furfanti.
    A Carson piacciono le bistecche con una montagna di patatine.
    Fine.

    Sash

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    Juan Galvez
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    (si fa per dire...)
    Clone del Ratto
    00 07/01/2024 20:01
    Si conclude con l'albo 759 la storia in quattro parti della (improbabile) resurrezione, trasfigurazione e (prevedibile almeno dal secondo albo) nuova morte della Tigre Nera, efferato nemico texiano creato dalla non fervidissima fantasia di Claudio Nizzi. Fatto salvo un Kit Willer sorprendentemente scongelato dal suo abituale rincoglionimento ormai almeno più che decennale (cotè Boselli, il Kit nizziano rincoglionito ha una quarantina d'anni o quasi), e che nel terzo e quarto albo recupera cuore e cervello dallo scantinato dove sono abitualmente stoccati, questo racconto dai presunti toni salgariani non si discosta dalla produzione boselliana degli ultimi anni. Tutti i personaggi parlano e spiegano diffusamente ogni cosa: azioni, sentimenti, fatti, preoccupazioni, ipotesi, teorie, stati d'animo passeggeri: qualunque cazzata possa portare una storia comoda in 280, massimo 300 tavole a contarne 440 viene esperita. Anche più volte. In presenza di un "grande villain" il reciproco spompinamento tra questi e Tex è ormai un dato istituzionalizzato. Le storie della serie regolare di Tex vengono ormai scritte non sul protagonista e sui pards, ma sui personaggi di contorno, sui nemici, per raccontare un evento o un personaggio storico o perché sì; in questa occasione siamo nel perché sì: l'autore voleva scrivere una storia di ispirazione, coloritura salgariana e aveva in uggia il modo in cui il personaggio della Tigre era stato fatto morire; detto fatto, si inventa una "resurrezione" arzigogolatissima (molto buona per arrivare a 440, tra l'altro); si trasforma un autentico bastardo tagliagole, psicopatico pluriassassino megalomane in un "compagno che sbaglia", un antieroe romantico che lotta per l'emancipazione del suo popolo, e di cui ovviamente si deve in ultimo disporre; infine si racconta l'ennesima storia infarcita di complesse vicende nell'economia delle quali Tex&co. restano sostanzialmente marginali, o più esattamente esterni al processo risolutivo e al nucleo fondamentale del racconto (anche il buon Kit qui in azione è comunque esterno al flusso dell'azione, benché sia al centro di essa). Nulla di nuovo sotto il sole, insomma: soltanto un ulteriore tassello della decostruzione della serie regolare di Tex.



    V.

    http://olivavincenzo.blogspot.com/
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    "Ahi serva Italia, di dolori ostello
    nave sanza nocchiere in gran tempesta,
    non donna di provincie ma bordello"

    Settecento anni e non è cambiato un ca**o
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    di Ciurga
    00 07/01/2024 22:51
    Re: Re:
    Bill Pelton, 06/01/2024 06:32:



    E' un po' che ne parla sul "suo" forum, ma prima deve finire di sfasciare tutto.

    😬🤬



    "La mia chiesa sono state le montagne, le praterie: niente porte..." John Wayne

    E' lo sceneggiatore - che si cimenta con un personaggio creato da un altro - che si deve piegare alla psicologia dei personaggi e all'universo costruito dal loro creatore. Non viceversa