00 09/03/2006 13:41
Milano,in manette investigatori privati

Investigatori privati che spiavano i candidati di alcuni partiti politici, come Pietro Marrazzo e Alessandra Mussolini, per condizionare il voto dell'aprile 2005. E' quanto è emerso nell'inchiesta che ha portato all'arresto di 11 investigatori privati, due finanzieri, un politiozzo e un dipendente della Tim a Milano. Gli indagati sono accusati di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e falso.

Gli arrestati sono anche accusati di rivelazione del segreto d'ufficio e altri reati. L'operazione, disposta dalla magistratura milanese, è stata condotta in Piemonte, Lombardia, Veneto e Toscana. Oltre agli arresti sono state eseguite una trentina di perquisizioni. Secondo l'inchiesta condotta dal Pm Stefano Civardi, nata da una vicenda di mobbing, gli investigatori privati avrebbero versato denaro ai pubblici ufficiali in cambio di informazioni.

In particolare, i due marescialli della Guardia di finanza fermati a Novara e l'ispettore di Polizia, arrestato a Padova, avrebbero fornito dati riservati o effettuato indagini per conto di investigatori privati senza scrupoli, tutti appartenenti a società operanti a Milano, Roma e Firenze. L'impiegato della società di telefonia mobile avrebbe fornito nomi, numeri di telefono ed indirizzi riservati di ignari clienti.

Dall'inchiesta sarebbe emerso anche un tentativo di spionaggio politico per condizionare le elezioni screditando gli avversari di Francesco Storace (An), allora presidente della Regione Lazio. Vittime sarebbero state Pietro Marrazzo, che poi fu ugualmente eletto governatore per il centrosinistra, e Alessandra Mussolini, che fu denunciata per falso proprio dalla lista Storace, ma poi rimessa in corsa dai giudici.