Scritto da: vallifra 19/12/2005 22.54
Ti chiedo solo di darmi la forza di riaccostarmi alla Confessione, sono quasi vent'anni che non lo faccio,ma ora, quando vado alla Messa, provo un'invidia profonda per le persone che si comunicano e so che prima o poi devo arrivare a poterlo fare anch'io.
Cara vallifra,
scusa se mi permetto di essere un po’ invadente riguardo a una questione così delicata e privata come quella di riaccostarsi ai Sacramenti della Confessione e dell’Eucaristia dopo tanti anni di distacco e di digiuno, ma dal momento che leggendo il tuo dolcissimo messaggio augurale dedicato a Papa Ratzi mi è sembrato di rivivere tante delle sensazioni che ho provato anch’io la scorsa primavera, vorrei darti un piccolo consiglio, per quello che può valere.
Sono stata anch’io lontana dalla Confessione per alcuni anni, non per un motivo particolare, ma, peggio ancora, proprio per inerzia, per un indebolimento della Fede quasi inconsapevole. Infatti, a chi in questi anni mi chiedeva se ero cattolica continuavo a rispondere di sì, che ero certamente cattolica, mentre in realtà non mi comportavo più come tale, ma ero convinta di andare bene anche così; cosa pericolosissima, questa, meglio allora una persona che attraversa coscientemente un periodo di crisi religiosa e prende atto di essersi allontanata dalla Fede.
Ma tornando alla ragione per cui sto ti sto scrivendo questo post, ho letto dell’invidia che provi verso coloro che durante la Messa vedi comunicarsi ed è la precisa sensazione che io stessa ho ricominciato a sentire nel cuore la scorsa primavera, quando, grazie alle parole di Papa Ratzi scritte per l’ultima Via Crucis, in particolare quelle pronunciate alla prima stazione, ho cominciato a riflettere su quanto la mia Fede fosse annichilita e come vivessi ormai il fatto di credere in Dio molto, ma molto sottotono, quasi vergognandomene, e come il silenzio delle persone come me, persone apparentemente perbene, politically correct diremmo oggi, sia stata proprio quell’omissione che ha fatto credere che il coro di quanti hanno gridato “Barabba” fosse la voce della maggioranza e che ha lasciato condannare Gesù Cristo al supplizio della croce.
Dopo queste parole non ho più avuto pace e ho capito che dovevo ricominciare a vivere la Fede in modo diverso e ho avvertito sempre più forte l’urgenza di confessarmi.
Fra poco, credo, ti renderai conto che non puoi resistere oltre, che ti sei talmente reinnamorata di Cristo da non poter rinviare ancora l’appuntamento con Lui.
Forse però ti senti a disagio all’idea di confessarti nella tua parrocchia, magari la paura di essere giudicata di frena un po’, a me è successo così per qualche settimana. Così, a un certo punto, ho scelto di fare un piccolo pellegrinaggio ad un santuario, niente di organizzato, semplicemente una piccola gita di inizio estate con mio marito e mia figlia. Un santuario è un luogo particolare, dove i sacerdoti sono abituati a ricevere confessioni un po’ speciali, come quella di una persona che si ripresenta alla penitenza dopo tanti anni, sanno che spesso le persone scelgono un luogo così per ricongiungersi al Signore, per risolvere un passato nel quale non ci riconosciamo più e trasformarlo per il futuro. Per me è stato così, il confessore mi ha accolto con grande comprensione e mi ha trattata quasi come se fossi un' ospite d’onore. Così ti consiglierei di fare altrettanto, se ne hai la possibilità, se c’è un santuario abbastanza vicino alla tua città al quale sei particolarmente legata e che in qualche modo rappresenta per te un punto di riferimento spirituale.
Sarà difficile, ti ci vorrà coraggio, ti si chiuderà lo stomaco, avvertirai un nodo in gola, ti vergognerai, ma poi sarai libera, pacificata e nuova. Ti auguro ogni bene.