Sconfitto il calcio italiano
Dai lucciconi della ministro dello Sport Giovanna Melandri allo stupore del Coni dove Gianni Petrucci e Lello Pagnozzi, presidente e segretario generale dell’Ente "trasecolano" e cominciano a calcolare le pesanti negative ricadute. Gli Europei 2012 assegnati oggi a Cardiff a Ucraina e Polonia rappresentano la più grave sconfitta "politica" dello sport italiano dopo quella che nel ’96 costò a Roma le Olimpiadi del 2004, assegnate all’ultimo ballottaggio ad Atene. Con una doppia enorme differenza: lì perdemmo all’ultimo voto (o quasi) con un avversario prestigioso (che s’era visto sfilare da Sydney, quelle 2000, del centenario), qui l’Italia esce sconfitta (8-4!) alla prima votazione e per mano di un’accoppiata emergente finchè si vuole ma comunque di seconda se non terza fascia nel panorama del calcio europeo.
Ad Atene lo sport italiano fu messo in scacco da una signora bella e spregiudicata, Gianna Anghelopoulos, qui da un intraprendente uomo d’affari ucraino, Grigory Surkis, membro dell’Esecutivo Uefa e presidente della propria federazione, che ha coltivato con grande attenzione ed efficacia i rapporti con i dodici grandi elettori. Proprio quello che l’Italia, evidentemente, non ha saputo fare.
Calciopoli, le dimissioni di Carraro rimasto comunque, quale membro anche lui dell’Esecutivo Uefa, a tessere (senza successo) la tela internazionale, i due commissariamenti e l’elezione, solo il 2 aprile, di un nuovo presidente federale, Giancarlo Abete, tutto ha evidentemente contribuito a fiaccare quella che un anno fa era unanimemente considerata una candidatura vincente. La scelta in gennaio di puntare su Johansson nelle elezioni alla presidenza Uefa poi vinte da Platini, l’uccisione il 2 febbraio dell’ispettore Raciti, i coltelli e le polemiche internazionali relative all’uso della forza da parte della polizia in Roma- Manchester United e, buon ultima, la chiusa inchiesta del magistrati napoletani: il susseguirsi di eventi, dall’inizio dell’anno ad oggi, non ha certo aiutato.
L’elenco degli sconfitti è lungo: lo guida Carraro, che sta opportunamente valutando in queste ore l’ipotesi di dimettersi dalle cariche internazionali in Uefa e Fifa, ultimo atto di un percorso calcistico arrivato ormai al capolinea. Lo segue Luca Pancalli, il commissario straordinario presidente del comitato promotore che era convinto di avere stretto con Platini un rapporto saldissimo. E ancora Abete, che esordisce sulla scena internazionale con un memorabile ko. Lo completano tutti i vertici dello sport italiano e anche quella parte di Governo che si è occupata, con insufficiente intensità, d’una partita che forse meritava di essere giocata con maggiore attenzione. Alla fine, ad essere sconfitto è il calcio italiano campione del mondo appena nove mesi fa. Riammodernare e dove è necessario ricostruire gli stadi, priorità che deve comunque restare tale, da oggi diventa molto più difficile.
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