00 12/07/2008 12:33
LE IMPRONTE DIGITALI PER I PICCOLI ZINGARI
SULLA PELLE DEI ROM



A Napoli il "censimento" è diventato "schedatura su base etnica".
La denuncia della Sant’Egidio e la retromarcia del ministro dell’Interno che fa ritirare il provvedimento.




Il primo risultato del censimento dei "nomadi", perché così il ministro dell’Interno Roberto Maroni preferisce chiamarli, per non incorrere nell’accusa di utilizzare il concetto di razza, è stata una brutta copia, 60 anni dopo, dei documenti delle leggi razziali. Maroni declina ogni responsabilità nell’intervista a Famiglia Cristiana e l’attribuisce alla Croce rossa e all’iniziativa autonoma del commissario straordinario di governo per l’emergenza nomadi di Napoli, il prefetto Alessandro Pansa. Ma dopo che il documento è stato mostrato la scorsa settimana dalla Comunità di Sant’Egidio, ha fatto ritirare la scheda. Resta il fatto che esso ha marchiato lo zingaro per razza e religione. Non chiede la nazionalità, ma "l’etnia". È la conferma clamorosa che il censimento ha corso il rischio di procedere su base etnica. E la correzione di Maroni è un buon segno. Il portavoce della Comunità di Sant’Egidio Mario Marazziti aveva dichiarato la cosa "inaccettabile", chiedendo al Viminale di «ritirare subito la scheda». E lunedì il ministro ha accolto la richiesta, annunciando la decisione proprio a Famiglia Cristiana. Per ora i controlli nei campi nomadi sono stati avviati in tre regioni: Lombardia, Lazio e Campania. Ma a Terralba, in provincia di Oristano, la scorsa settimana hanno sgomberato un campo nomadi di appena sei famiglie che si trovavano in Sardegna da più di 30 che tutti i sindaci dell’Oristanese si sono rifiutati di ospitare le famiglie, si è dovuto chiedere aiuto a un sacerdote, don Giovanni Usai, animatore del comitato "Il Samaritano". Sulla questione delle impronte, che sarebbero necessarie al fine dell’identificazione, la Comunità di Sant’Egidio è altrettanto chiara. Spiega Marazziti: «Le procedure ci sono già. Infatti sono i genitori che devono fornire le generalità dei figli, come accade per tutti i bambini italiani. Non c’è alcun bambino italiano che è tenuto ad avere documenti. Se poi c’è il sospetto che un ragazzo possa subire abusi, anche quello di essere mandato a rubare, allora si devono attuare i servizi sociali e la magistratura minorile, tutte cose che la polizia non può fare».

Marco Impagliazzo, presidente della Comunità, nega anche il fatto che in Italia esista un’emergenza al riguardo: «Perché non sono stati attivati il ministro del Welfare, dove il sottosegretario Roccella ha la delega all’Immigrazione, e quello delle Pari opportunità, che avrebbe evitato di dare l’impressione di azioni discriminatorie nei confronti di cittadini italiani di etnia diversa?». Alla Comunità sono preoccupati, ma offrono la loro collaborazione, chiedendo un "tavolo di ragionevolezza" e il coinvolgimento anche delle associazioni di volontariato e non solo della Croce rossa e dell’Unicef.

Il presidente delle Acli Andrea Olivero, dice di «non voler mettere in dubbio la buona volontà del ministro», ma contesta i provvedimenti, perché «nella forma e nella sostanza sono discriminatori e dunque preoccupanti e pericolosi». L’obbligo di rilevazione delle impronte digitali «non è, infatti, indirizzato genericamente nei confronti di cittadini extracomunitari, come prevede il regolamento 380 dell’Unione europea, ma individua un’etnia specifica, formata tra l’altro da cittadini comunitari e italiani». Olivero precisa che «i censimenti su base etnica sono per la nostra coscienza di cristiani, di italiani e di europei, assolutamente inaccettabili».

Anche i direttori delle riviste cattoliche per ragazzi, tra cui padre Stefano Gorla del Giornalino, insieme al presidente del Forum degli oratori italiani don Massimiliano Sabatini, pubblicano questa settimana un appello al ministro Roberto Maroni intitolato "Non criminalizziamo i bambini rom" (che pubblichiamo integralmente nelle pagine che seguono).

Intanto, Alessandra Mussolini, presidente della Commissione infanzia, più volte sollecitata dall’opposizione, ha finalmente deciso di convocare la Commissione per discutere la questione delle impronte.



Alberto Bobbio



da: www.stpauls.it/fc/0828fc/0828fc28.htm


[Modificato da vanni-merlin 12/07/2008 12:33]
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