Monotematica sono? Eh lo so, che ci volete fare.
Orbene, non posso resistere alla bellezza e dolce sensualità di Afrodite, che mi ha portato ad indagare sul suo corteggio; sono molte le figure che l'attorniano, ma quelle più comuni sono Eros "amore", Peitho "persuasione", Himeros "desiderio", Potho "brama", le Kariti, le Hore, le Ninfe, e secondo le rappresentazioni vascolari Eudaimonia "felicità", Harmonia "armonia"; Hebe "giovinezza", Paidia "gioco",
PEITHO E LA PERSUASIONE
La dolce Dea della Persuasione, secondo Saffo figlia di Afrodite, secondo latri suo araldo, l'accompagnava e seguiva. Anche Peithò adornò la prima donna, Pandora, colei che ha tutti i doni, quando fu mandata sulla terra.
Dal verbo greco
peithomai "persuadere" e più propriamente "avvincere" da una radice *bheidh che esprime le nozioni di "fiducia" da cui poi il latino
fides "fede" intesa come fiducia e lealtà. Secondo altri da una radice dal significato "conoscere, vedere, osservare".
Fin qui dunque emerge che Peithò è colei che dolcemente avvince, conduce a sé; e ci si lascia sedurre perché si ha fiducia, si "sente, si conosce, si vede" che è giusto avvincersi ad Eros.
Ma interessante è anche il significato di Persuasione: la particella
per indica il compimento dell'azione ed il verbo
suadere "indurre a fare" dalla radice del sanscrito
svadus "dolce" e
svadami "gustare, piacere", da cui anche il latino
suavis "soave", il greco edys "dolce".
Dunque colei che Persuade è colei che porta a fare qualcosa di dolce, di piacevole. Colei che induce la dolcezza poiché la possiede, colei che è soave e porta al piacere, ovvero Edonnè o Voluptas, la figlia di Amore e Psiche.
"Tu mi Persuadi"
"Io mi avvinco a te, o Soave, poiché so che in te posso fidare e gustare il Piacere."
HIMEROS E IL DESIDERIO
Himeros è uno degli Eroti, ovvero gli Amori che attorniano sempre la bella Afrodite. Secondo una lettura del testo di Erodoto, sia lui che Eros avrebbero accompagnato Afrodite sin dalla sua emersione dalle acque del mare. Era rappresentato come un meraviglioso giovane alato.
Non sono riuscita a trovare l'etimologia di Himeros, però so che viene dal verbo
himeiro "desidero", e così ho cercato l'etimologia dell'italiano: dal latino
desiderium, dal verbo
desiderare formato dalla particella accrescitiva
de e l verbo
siderare (
sidus "stella", plurare
sidera) che significherebbe "fissare attentamente le stelle". Poi sidus però può voler sire anche "figura, segno celeste" che si riconnette secondo alcuni alla parola greca
eidos "figura", da
eido "vedo, scorgo, osservo, guardo". Secondo altri la radice sarebbe
sid-,
svid- "essere terso, splendente".
L'immagine di colui che guarda le stelle mi fa molto pensare al Desiderio in effeti, alla voglia di raggiungere le altezze (ricordate il proverbio "per aspera ad astra"?). Le stelle erano anche però le custodi del destino umano, il cielo stellato era una volta una mappa celeste sulla quale leggere le vie e le sorti, i segni fausti e nefasti. Himeros è dunque quella forza travolgente che ci spinge verso l'oggetto del Desiderio, verso l'Amato, verso ciò che è "terso, splendente". Anche il concetto di Vedere, è rilevante in questa etimologia, si scorge, si vede, si guarda, solo quando c'è interesse, attenzione per quella data cosa, è un'azione attiva, non passiva.
"Io ti Desidero."
"Io compio l'azione di guardare a te, Splendente, come guardo le chiare stelle, custodi del Destino, che molto bramo raggiungere."
EROS E L'AMORE
Eros secondo alcuni il primo nato insieme alla Terra e al Caos, secondo latri figlio d'Afrodite, era il luminoso Nume dell'Amore, e percorreva il mondo armato di fiaccola e d'un arco col quale scoccava frecce magiche che subito provocavano l'innamoramento di colui che ne rimaneva ferito. Più tardi immaginato come un bimbo, un tempo era invece un giovane uomo alato.
Eros viene dal greco
eramai"amare" ma non se ne conosce l'etimologia.
Amore invece viene dal verbo latino
amare dalla radice del
ka da cui in sanscrito
kam "desiderare, amare",
kama "amore"
kamana "desiderabile, bello". In latino da invece
carus "caro, prezioso"
quaero "ricerco". In gotico e poi in tedesco ha dato
hure "cortigiana, meretrice". In greco
chairo "mi rallegro, godo, provo piacere" da cui
charis ovvero "tutto ciò che provoca gioia, piacere, grazia, beatitudine, gratitudine", ma vedremo meglio con le Cariti cosa questo significhi.
Secondo atri l'etimologia sarebbe molto diversa, ed Amore altro non vorrebbe dire se non "Senza Morte" da
a particella che esprime privazione e
mors "morte".
"Io ti Amo"
"Il mio desiderio per te è oltre la morte, perché sempre cercherò te che sei gioia, piacere e la più preziosa beatitudine."
Ma da Amore deriva anche il termine Innamorato, altra parola dal dolcissimo significato poiché composta da
in e
amore, cioè essere innamorati significa custodire dentro di sè il dolce Dio Amore.
Fare l'Amore significherebbe in quest'ottica tentare di stabilire un contatto con ciò che è imperitura gioia e col piacere libero e privo di limiti, compromessi, delusioni, dubbi. Privo di tutto se non di sé stesso e di null'altro bisognoso. Significherebbe agire verso la beatitudine, cercare ciò che non può morire poiché è altre la morte stessa.
Ma noi abbiamo anche un altro modo (cioè ne abbiamo tanti, ma diciamo fra i non volgari
) di dire fare l'Amore, che è fare Sesso. Anche qui però si nasconde qualcosa che va al di là del normale e banale uso che se ne fa.
"La parola latina
sexus [...] è molto simile, e per chi ha un minimo di sensibilità, intuitivamente riferibile al participio passato del verbo
seco, e cioè a
sectum, che vuol die "tagliato, troncato, separato", ed alla radice del verbo
secto che vuol dire "seguire, cercare, inseguire, bramare" [...]
Ci sarebbe cioè nella parola sesso il senso di un qualche cosa che è stato separato, tagliato e diviso e contemporaneamente il senso di una brama di congiungimento e di ricongiungimento di due parti che con molta difficoltà riescono a stare separate e a trovare un senso di compiutezza e di pienezza permanendo in tale condizione di separazione.
Conseguentemente l'attrazione sessuale potrebbe essere considerata una forza attrattiva tra due parti, che furono unite e che tendono a ricongiungersi al fine di riottenere la completezza originaria."*
Dunque il fare l'Amore come rito sacro di riunione e ricongiunzione dei due opposti separati, come un dolce, segreto e dimenticato rito. Come uno hieros gamos, un matrimonio sacro che però non è di Persone, ma bensì di Maschile e Femminile, delle due metà tagliate ma originariamente unite come racconta Platone, e come adombra il mito d'Ermafrodito, dell'Androgino alchemico, delle dolci copie sacre come Fauno e Fauna o Liber e Libera. Come sembra dicano alcuni testi Tantrici e come suggerisce dolcemente al nostro orecchio l'alma Dea, la Dorata, Afrodite.
*Citazione da
All'origine della parole di Mario Negri, Edizioni della Terra di Mezzo, p. 202.
Ehm...ho divagato, sì nè? Ma non sapevo come mettere giù, perché separare le varie cose non mi piaceva, ma in effetti tutto insieme è un po' confusionario...beh ci lavorerò su, tanto devo ancora finire con gli altri Dei e alcune altre paroline belle come Venerare *_*
Fonti:
Theoi
Etimo.it
Online Etymology Dictionary
Dizionario Etiomologico della Mitologia Greca
All'origine della parole di Mario Negri, Edizioni della Terra di Mezzo
[Modificato da Elke 27/10/2011 00:48]
Omnia vincit amor et nos cedamus amori.
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